I dimenticati dell’arte. La storia del creativo anticonformista Italo Cremona 

Pittore, critico, romanziere, costumista, scenografo. Ripercorriamo la storia di Italo Cremona e del suo estro impossibile da incasellare, oggi celebrato alla GAM di Torino

Amava il paradosso e la fantasia, ed era riluttante ad accettare i canoni della pittura accademica tradizionale, ai quali preferiva le immagini in movimento del cinema. Questo carattere eccentrico non gli impedì però di costruirsi una carriera brillante – pur sempre da outsider – nella Torino della prima metà del XX secolo.  
Parliamo di Italo Cremona (Cozzo, 1905 – Torino, 1979), protagonista di una puntuale antologica alla Galleria d’Arte Moderna della città sabauda, curata da Giorgina Bertolino, Daniela Ferrari ed Elena Volpato, che riporta sotto i riflettori una figura interessante ma dimenticata da mezzo secolo.  

Italo Cremona, Aria di Torino, 1959. Casa d’Aste e Galleria Sant’Agostino, Torino
Italo Cremona, Aria di Torino, 1959. Casa d’Aste e Galleria Sant’Agostino, Torino

La storia di Italo Cremona 

Figlio del medico Antonio e di Marianna Pasciutti, era nato a Cozzo Lomellina, un paesino in provincia di Pavia: nel 1911 la famiglia si trasferì a Torino. All’ombra della Mole, Italo si laureò in Giurisprudenza nel 1927, ma contemporaneamente intraprese la strada della pittura, grazie agli insegnamenti di Mario Gachet e Vittorio Cavalleri. Per soddisfare la sua sete di novità Cremona cominciò a frequentare il circolo di artisti intorno a Felice Casorati, nume tutelare dell’avanguardia a Torino, sviluppando uno stile vicino al realismo magico, con uno sguardo rivolto verso la letteratura e soprattutto al cinema.  

Italo Cremona, tra pittura e cinema 

Tra la fine degli Anni Venti e il decennio successivo, Cremona partecipò a numerose mostre tra Torino, Genova e Roma, e cominciò a collaborare in qualità di critico d’arte con riviste come Il Selvaggio, Primato ed Emporium. Dal 1937 al 1952 si impegnò anche nel cinema, come costumista e scenografo per una ventina di pellicole, tra le quali Crispino e la comare e Nerone e Messalina. Per questa nuova attività fu costretto a lasciare Torino e abitare prima a Roma e poi a Venezia, dove nel 1940 presentò alla Biennale un’intera parete di dipinti. Alla fine del conflitto mondiale, rientrò a Torino e riprese a dipingere con una rinnovata energia ed uno stile differente, non più legato al realismo magico bensì ad un surrealismo rivisitato in chiave intima, quasi domestica, ricca di allusioni fantastiche e molto personali.  

Italo Cremona, Interno con figura alata, 1956. Collezione privata, Torino
Italo Cremona, Interno con figura alata, 1956. Collezione privata, Torino

Le mostre e l’attività letteraria di Italo Cremona 

Se come pittore partecipò a diverse edizioni di Quadriennale e Biennale, oltre che alla collettiva Arte moderna in Italia 1915-1935 a Palazzo Strozzi nel 1967, Italo affiancò all’attività di critico quella di scrittore, con la pubblicazione di romanzi come La coda della cometa (1968), Armi improprie (1976) e Zona d’ombra (1977). La grande antologica alla GAM, intitolata Tutto il resto è profonda notte, è un’eccellente rilettura in chiave contemporanea della sua produzione, documentata da cento opere suddivise per sezioni tematiche, in maniera da illustrare la complessità di una ricerca colta e visionaria, che meritava una rivalutazione di carattere scientifico. 

Ludovico Pratesi  

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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