I dimenticati dell’arte. Alessandro Marabottini, lo storico dell’arte appassionato del Barocco

Non solo storico dell’arte e scrittore, Alessandro Marabottini fu anche un grande collezionista e scelse di donare la sua raccolta alla città di Perugia. Ne ripercorriamo la storia

Nell’Italia degli Anni Cinquanta, dove il mondo accademico della storia dell’arte moderna era diviso tra i “longhiani”, allievi di Roberto Longhi, e i “venturiani”, vicini a Lionello Venturi, il giovane storico dell’arte Alessandro Marabotti Marabottini (1923-2012) decise di non prendere posizione, per rimanere amico di tutti.

Collezione Marabottini, Palazzo Baldeschi, Perugia. Courtesy Fondazione Perugia

Collezione Marabottini, Palazzo Baldeschi, Perugia. Courtesy Fondazione Perugia

LA STORIA DI ALESSANDRO MARABOTTINI

Nato a Firenze da una nobile famiglia di origini medievali, Alessandro utilizzava il secondo cognome a differenza di suo padre Piero, che preferiva il primo, e aveva un grande affetto per il bisnonno Pitagora, console dell’Uruguay a Firenze, dove il giovane Marabottini viveva in un ambiente agiato e colto. Sensibile all’arte, da ragazzo rimase impressionato dalla cappella degli Scrovegni di Giotto, visitata nel corso di un viaggio in treno a Padova, per raggiungere i genitori in vacanza sulle montagne venete. Sarà stato il fascino degli affreschi padovani, ma Alessandro ‒ chiamato Sandro dagli amici più stretti ‒ si laureò in arte medievale con Mario Salmi, che poi seguì a Roma, come assistente volontario nei primi anni di carriera.
Nel 1951 conobbe lo storico dell’arte britannico Francis Haskell, che divenne suo amico per tutta la vita: dalle loro discussioni scaturì il suo libro Mecenati e pittori. Tra gli amici degli anni romani figurano i suoi colleghi Giuliano Briganti e Luigi Salerno, ma anche il pittore Arturo Cecchi. Con loro condivideva le sue passioni per artisti come Tiziano, Nicolas Poussin e Pietro da Cortona, che cominciò a studiare in un’epoca nella quale l’arte barocca era ignorata. Nel 1962 vinse la cattedra di storia dell’arte moderna all’università di Messina e iniziò a occuparsi di Antonello da Messina, al quale dedicò una grande mostra nel 1979, in occasione del cinquecentenario della morte del pittore siciliano. In quella occasione disegnò anche un libriccino a fumetti, l’Antonellino dei piccoli, che illustrava la vita dell’artista, pubblicato dall’editore De Luca in edizione limitata.

Collezione Marabottini, Palazzo Baldeschi, Perugia. Courtesy Fondazione Perugia

Collezione Marabottini, Palazzo Baldeschi, Perugia. Courtesy Fondazione Perugia

LA COLLEZIONE D’ARTE DI MARABOTTINI

Marabottini era un uomo dalla personalità eclettica e dalle molte passioni: come scrittore aveva pubblicato diversi libri gialli, quali Le tentazioni di Sant’Antonio, uscito nel 2003, e Delitto accademico, tutt’ora inedito, che si svolge all’Università di Perugia, dove Marabottini insegnò dal 1979. Ed è proprio al capoluogo umbro che lo studioso era rimasto più affezionato, dal momento che alla sua morte, non essendosi sposato ed essendo quindi privo di eredi, decise di lasciare alla città la sua collezione di 677 opere tra dipinti, mobili e oggetti d’arte, custodita oggi in alcune sale di Palazzo Baldeschi a Perugia, sede della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, dove Caterina Zappia, sua allieva nonché curatrice della collezione, ha ricostruito lo studio del professore. “Era un uomo molto eclettico e un anticipatore: oltre a essersi occupato di Barocco in tempi non sospetti, è stato tra i primi a studiare nei primi Anni Ottanta Silvestro Lega e poi i Macchiaioli, ai quali ha dedicato una mostra nel 2000 al Museo del Corso a Roma”, ricorda Zappia. Per celebrare il decimo anniversario della morte La nave di Teseo ha appena pubblicato il romanzo di Marabottini Collemammole, nel quale lo storico dell’arte racconta la storia della sua famiglia dalla metà dell’Ottocento a oggi, in una saga che si svolge intorno alla villa di Collemammole, da dove ha origine la casata dei Guidotti. Il catalogo della collezione è stato invece pubblicato in una bella edizione illustrata nel 2016 da De Luca, in occasione dell’apertura al pubblico di Palazzo Baldeschi.

Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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