I dimenticati dell’arte. Carlo H. de Medici, lo scrittore dell’occulto

Sono nulle le notizie che si hanno di Carlo H. de Medici da un certo momento della sua vita in poi. È certo però che fu uno scrittore capace di tradurre in parole la sua passione per l’occulto

Tra tutti i dimenticati, è uno dei più misteriosi, tanto da non avere una data di morte precisa. In compenso sappiamo che Carlo H. de Medici era nato a Parigi il 29 agosto 1887 dal matrimonio tra il ricco banchiere ebreo francese Giovanni Hakim (che dal 1899 aggiunse al cognome “de Medici”) e la signora austriaca Marie Caroline Wilhelmine Verstl.

Carlo H. de Medici – Gomòria racconto magico (1921; Cliquot, Firenze 2018)

Carlo H. de Medici – Gomòria racconto magico (1921; Cliquot, Firenze 2018)

LA STORIA DI CARLO H. DE MEDICI

Carlo trascorre la sua adolescenza nella villa di famiglia a Gradisca d’Isonzo in Friuli, dove era presente una piccola comunità ebraica. Nel 1900, in seguito alla morte del padre, Marie Caroline e suo figlio si trasferiscono in pianta stabile a Gradisca, dove Carlo abiterà con la madre fino al 1921, dedicandosi alla scrittura e allo studio delle scienze occulte, oltre che all’illustrazione e al giornalismo. In questi anni scrive alcuni testi di carattere gotico, come Gomòria racconto magico, pubblicato nel 1921, e I topi del cimitero, una raccolta di racconti edita nel 1924 dalla Bottega d’Arte di Trieste: entrambi i testi sono stati recentemente ripubblicati da Cliquot. Ma la produzione letteraria di Carlo non si ferma qui, e prosegue con Leggende friulane (1924), Nirvana d’amore (1925), Lettere a pinco pallino: un libro postumo (1933) e Aquileia seconda Roma: una rievocazione (1939).

Carlo H. de Medici – Leggende friulane (Bottega d’Arte, Trieste 1924)

Carlo H. de Medici – Leggende friulane (Bottega d’Arte, Trieste 1924)

LO STILE LETTERARIO DI CARLO H. DE MEDICI

Sullo stile dell’autore ci informa Roberto Mandel, che in una raccolta bibliografica del 1930 lo descrive come: “Allievo dello scrittore decadentista Joris-Karl Huysmans e amico di Joséphin Péladan, iniziatore dell’ordine revivalista della Rose-Croix, la Rosa-Croce, che raccolse dal 1888 intellettuali e artisti – tra cui molti pittori simbolisti come Jean Delville, Jan Toorop e Félicien Rops – dediti a all’interpretazione esoterica della tradizione teologica cristiana”. Il riferimento a Huysmans appare calzante, dal momento che Carlo tradusse in italiano il romanzo satanico Là-bas (Laggiù) per l’editore Corbaccio nel 1929. Si tratta di un autore colto e consapevole, il quale, “oltre ad aver letto Poe, Villiers de L’Isle-Adam e Huysmans, inseriva nelle sue storie elementi inediti e personali, frutto delle sue ricerche interiori, del suo cammino iniziatico, del lungo studio di antichi testi di occultismo. E, soprattutto, era uno che scriveva bene: una prosa raffinata, ponderata, mai banale, degna del miglior Decadentismo italiano”, puntualizza Federico Cenci. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’ultima notizia su Carlo H. de Medici è riportata da Daša Drndić nel romanzo documentario Trieste, dove si dice che vivesse a Trieste, in via Petrarca 3, e lavorasse come scultore di lapidi funerarie. Da allora la sua vita è avvolta nel mistero: nessuno sa dove e quando sia morto.

Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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