I dimenticati dell’arte. René Gruau, l’illustratore di moda amato dagli stilisti

Dior, Schiaparelli, Balenciaga, Fratelli Rossetti sono solo alcuni dei brand di moda che si contesero i figurini di Gruau. Questa è la sua storia

Hollywood lo corteggiava da tempo, ma disse di sì solo al suo compaesano Federico Fellini, che nel 1960 gli chiese di realizzare la locandina del film La dolce vita. Allora Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate (Rimini, 1909 – Roma, 2004) era già famosissimo ma con il nome d’arte di René Gruau, considerato uno dei più famosi illustratori di moda del secondo Novecento.

LA STORIA DI RENÉ GRUAU

Renato era figlio di due aristocratici, Alessandro Zavagli Ricciardelli delle Caminate e la parigina Marie de Gruau de la Chesnaie, e con loro visse un’infanzia dorata a Rimini fino a 7 anni, quando i genitori si separarono e il ragazzo cominciò una vita divisa tra Rimini, Milano, Montecarlo e Parigi. Fin da giovanissimo aveva dimostrato una vocazione per l’arte, molto sostenuta dalla madre, la quale nel 1920 lo mandò nello studio del pittore Gino Ravaioli, che gli insegnò a sviluppare il disegno. Tre anni dopo Renato si trasferì a Milano per iniziare a lavorare e aiutare la madre, che versava in condizioni economiche difficili: così cominciò subito a collaborare con la rivista di moda Lidel, per la quale disegnava i figurini per le modelle per le diverse case di moda, che venivano poi pubblicati, firmandosi René Gruau, in omaggio alla madre. “Avevo tutti i giorni davanti ai miei occhi l’immagine di una madre elegante, che mi mostrava come incrociare le gambe, come tenere le mani sulle anche: è così che ho iniziato a illustrare la moda. La ritrovo ogni giorno nei miei disegni”, ha raccontato.

RENÉ GRUAU E LA MODA

Nei primi Anni Trenta andò a vivere a Parigi, dove iniziò a collaborare con riviste e periodici come Marianne, Le Figaro, Chapeaux Mode, Die Dame, Die Elegante Welt: il vero successo arrivò nel 1937 grazie all’impegno per la rivista Fémina, rivale di Vogue. Le principali case di moda come Patou, Lanvin, Lelong, Worth, Piguet, Rochas, Schiaparelli e Balenciaga cominciarono a contendersi i figurini di Gruau. “Erano veramente anni d’oro per la moda. Parigi era una città brillante e straordinaria, c’erano sempre feste e balli. Era un periodo molto chic, io ero diventato improvvisamente molto famoso, mi cercavano da ogni parte, finalmente guadagnavo bene con il mio lavoro. Andavo molto volentieri alle feste”. Sempre più ricercato, Gruau divenne il punto di riferimento per gli italiani che si volevano introdurre nel mondo parigino della moda, del quale René conosceva tutti i segreti.

I PROGETTI DI GRUAU

Nel dopoguerra cominciò a collaborare con l’atelier di Christian Dior, che nel 1947 gli chiese di disegnare la boccetta del suo nuovo profumo Miss Dior: “Fai esattamente quello che vuoi, noi parliamo la stessa lingua”, gli disse lo stilista.
In quel periodo iniziò a lavorare anche per diverse case di moda italiane, come Fratelli Rossetti, Bassetti e soprattutto Laura Biagiotti, della quale disegnò il logo. Il segreto di Gruau? Saper combinare la precisione di alcuni disegnatori come Cappiello e Sem con l’essenzialità dell’arte giapponese, che René sintetizzava a volte con una sola linea: “Una linea singola può esprimere la grandezza, la nobiltà, la sensualità, è la sintesi di tutte le sensazioni, la concentrazione di ogni sapere”. Protagonista di numerose mostre, ebbe la sua consacrazione nel 1999, con la grande retrospettiva René Gruau, l’Art de la Publicité al Museo della Pubblicità di Parigi.

Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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