Futuro Antico. Intervista all’urbanista Carlos Moreno

"Immaginare città che onorano il passato, abbracciano il presente e plasmano un futuro sostenibile è la massima espressione della creatività." Cosa pensa del domani l’urbanista ideatore della “Città dei 15 minuti”

Carlos Moreno (Colombia, 1959) è professore presso l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, dove insegna Urbanistica e Teoria dell’Innovazione. È stato anche docente presso diverse università e istituti di ricerca di fama internazionale, tra cui la Stanford University, la Seoul National University e l’École des Ponts ParisTech.
La sua carriera si caratterizza per numerosi contributi e progetti di ricerca nel campo dell’urbanistica e dello sviluppo urbano sostenibile. Moreno è stato consulente di importanti istituzioni internazionali, come l’UNESCO e il World Bank Institute, fornendo il suo expertise nella progettazione di città sostenibili.
Oltre alla sua attività accademica, Carlos Moreno è un urbanista di fama mondiale. Ha collaborato con città di tutto il mondo, tra cui Parigi, per sviluppare progetti innovativi che promuovono la mobilità sostenibile, la riqualificazione urbana e la creazione di spazi verdi accessibili. Il suo concetto di “Città dei 15 minuti” ha guadagnato riconoscimenti a livello internazionale ed è diventato un punto di riferimento per l’urbanistica sostenibile.
In Italia, Moreno ha partecipato come relatore al recente evento, ospitato in Triennale Milano e organizzato da Nhood, dal titolo “Milano, la città dei 15 minuti: il modello LOC – Loreto Open Community”: in quell’occasione ha presentato il caso di LOC – Loreto Open Community, progetto – vincitore del bando c40 Reinventing Cities – di rigenerazione di Piazzale Loreto come concreta applicazione in italia della sua visione della città dei 15 minuti.

Carlos Moreno. Photo Thomas Baltes
Carlos Moreno. Photo Thomas Baltes

Intervista a Carlos Moreno

Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
Durante il mio percorso, ho avuto la fortuna di esplorare diversi cammini che si intrecciano con l’arte, plasmati dalle circostanze personali. All’interno di questo vasto regno, la pittura, la letteratura, la fotografia e la scultura hanno sempre avuto un profondo significato come modalità di espressione artistica. Tentare di individuare fonti specifiche di ispirazione risulta difficile poiché innumerevoli influenze hanno affascinato la mia immaginazione. Tuttavia, diversi personaggi notevoli occupano indubbiamente posizioni di rilievo nel mio universo creativo. Leonardo Da Vinci, incarnazione di una profondità inesauribile e di una capacità creativa radicata nella pura bellezza, rimane un riferimento eterno che accende il mio spirito artistico. Nel campo della fotografia, forma d’arte che mi affascina continuamente, Henri Cartier-Bresson suscita una profonda ammirazione, sia come maestro della fotografia di strada che come fotoreporter e disegnatore versatile. La vita e l’opera poliedrica di Lee Elizabeth Miller, straordinaria fotoreporter, hanno anche catturato la mia attenzione, svelando nuove dimensioni nella narrazione attraverso le immagini. Quando si tratta di scultura, la selezione diventa ardua, ma il moderno duo di Jean Tinguely e Niki de Saint Phalle risuona in me, evocando un armonioso connubio di innovazione artistica e audacia. Nella letteratura, i contributi letterari di Jorge Luis Borges e Gabriel Garcia Marquez, con la loro affascinante esplorazione del “realismo magico”, hanno nutrito la mia immaginazione sin dai miei anni formativi. Questi artisti visionari, ciascuno nel proprio dominio, incarnano l’infinita portata del genio umano, oltrepassando i confini convenzionali e ispirando la forza creativa che risiede in ognuno di noi.

Quale progetto ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
Durante il mio percorso personale, ho avuto il privilegio di partecipare a diversi progetti in tutto il mondo. Un’esperienza eccezionale si distingue: essere una fonte di ispirazione per la trasformazione di Parigi, in particolare attraverso il concetto di città dei 15 minuti, sotto la guida visionaria della sindaca Anne Hidalgo. Questa collaborazione tra uno scienziato e un politico che dà valore alle intuizioni scientifiche è stata veramente straordinaria. L’impegno della sindaca Hidalgo nel posizionare Parigi come leader nell’affrontare le sfide dei cambiamenti climatici, così come delle questioni economiche e sociali, è encomiabile. Mi riempie di immenso orgoglio e onorerò per sempre la sua dedizione incrollabile nel creare una città all’avanguardia.

Qual è l’importanza del Genius Loci nel tuo lavoro?
Il Genius Loci, l’essenza di un luogo, riveste un’importanza immensa nel mio lavoro. Credo fermamente che comprendendo e abbracciando l’identità di un luogo, le sue caratteristiche distintive e l’atmosfera, possiamo creare un impatto profondo. Il mio concetto di Città dei 15 minuti, radicato è in questa comprensione, cerca di arricchire l’amore per un luogo promuovendo vivibilità, sostenibilità e un forte senso di comunità. Mira a creare connessioni profonde all’interno della comunità e a migliorare la qualità della vita, garantendo che la vicinanza porti gioia e realizzazione a tutti coloro che abitano questi vibranti spazi urbani.

Carlos Moreno. Photo Sylvain Leurent
Carlos Moreno. Photo Sylvain Leurent

Passato e futuro secondo Carlos Moreno

Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro?
Attribuisco un’importanza immensa al passato mentre immagino e progetto il futuro. La storia, la cultura e le esperienze passate di un luogo sono elementi fondamentali che devono essere considerati nel campo della pianificazione urbana. Comprendendo e rispettando questo ricco patrimonio, possiamo sviluppare progetti che preservino l’identità e la memoria collettiva di un luogo, affrontando efficacemente le sfide attuali. Credo fermamente nella fusione armoniosa tra tradizione e innovazione, traendo ispirazione dalla tipomorfologia cara ad Aldo Rossi. Integrando usanze locali, forme architettoniche tradizionali e progressi moderni, possiamo plasmare città sostenibili, inclusive e compassionevoli. Queste città non solo onoreranno il passato, ma apriranno anche la strada a un futuro migliore, sfruttando la saggezza della storia per creare ambienti prosperi per le generazioni future.

Quale consiglio daresti a un giovane che desidera intraprendere il tuo percorso?
Coltiva, soprattutto, una visione olistica delle città e dei centri abitati per immaginare paesaggi urbani più sostenibili. Di fronte all’avversità, non lasciarti abbattere dallo scoraggiamento. Rimanere ottimisti, perseveranti e disposti a mettere in discussione lo status quo. Abbraccia la scienza e la conoscenza come forze guida per superare i confini convenzionali. Mantieni la mente aperta e collabora con individui diversi, favorendo un dialogo continuo e una crescita intellettuale. Mentre sei visionario, rimani anche pragmatico, assicurandoti che le tue idee contribuiscano a trasformazioni tangibili nel mondo. Fai in modo che i tuoi sforzi siano una soglia minima per catalizzare un cambiamento positivo su scala globale.

In un’epoca definita dalla post-verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro?
Fin da giovane sono stato esposto a modi di vita profondamente intrecciati con il sacro, soprattutto attraverso le mie esperienze con le comunità indigene in Sud America, dove sono nato. Questi incontri mi hanno rivelato le profonde connessioni tra l’umanità, la natura e il sacro. Man mano che crescevo, le mie interazioni con le culture orientali, il buddhismo e una memorabile settimana trascorsa a Dharamsala, dove ho avuto il privilegio di incontrare il Dalai Lama, hanno ulteriormente rafforzato la mia convinzione dell’importanza dell’interazione con la spiritualità. Ho capito che questa connessione arricchisce il nostro processo creativo, non solo umiliandoci di fronte all’ignoto, ma anche arricchendo la nostra ricerca di significato e valori. In un mondo in cui la verità può essere soggettiva e manipolata, nutrire il nostro sé spirituale richiede un’immensa cura personale e attenzione per evitare di perderci nel costante tessuto di falsità. Il sacro può fungere da luce guida, ricordandoci di coltivare l’umiltà e di percorrere i nostri cammini con autenticità e integrità.

Come immagini il futuro? Potresti darci tre idee che pensi guideranno i prossimi anni?
La sfida climatica che l’umanità affronta è una costante preoccupazione che influenza profondamente il mio lavoro. È una forza trainante indispensabile che mi spinge avanti. Oggi ci troviamo sull’orlo di determinare la traiettoria del nostro destino collettivo. Affrontiamo una scelta cruciale tra un’esistenza armoniosa, in cui la natura, la biodiversità e le nostre risorse prosperano in una convivenza pacifica, e le conseguenze della degradazione degli habitat causate dalle devastazioni del riscaldamento globale. Le nostre città detengono la chiave di un futuro del 2050 che può essere vivibile o trasformarsi in un incubo. È imperativo che i prossimi anni siano dedicati alla rigenerazione urbana, alla decarbonizzazione e alla promozione di un senso di gioiosa vicinanza. Questi devono diventare il focus dei nostri sforzi mentre cerchiamo di tracciare una via verso un futuro sostenibile che garantisca il benessere delle generazioni attuali e future.

Marco Bassan

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Marco Bassan

Marco Bassan

Curatore d’arte contemporanea, fondatore di Spazio Taverna. Ha curato progetti per istituzioni quali il MAECI, Fondazione CDP, CONAI, i Musei Capitolini, il Museo Nazionale Romano, il Parco Archeologico dell’Appia. Nel 2023 ha consegnato la tesi di dottorato presso Roma Tre…

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