Gli architetti di Alvisi Kirimoto riqualificano lo storico Palazzo dei Congressi di Roma

Il capolavoro di architettura razionalista di Adalberto Libera sarà rifunzionalizzato per assumere respiro internazionale, con la possibilità di accogliere più eventi contemporaneamente. Alvisi e Kirimoto lavoreranno nel rispetto della storia dell’edificio; investimento previsto 8 milioni di euro

Massimo Alvisi e Junko Kirimoto hanno intrecciato le loro carriere a partire dal 2002, dando luogo a un sodalizio professionale che si applica a prospettive multiple, sostenute da una chiara coerenza metodologica. In oltre vent’anni di attività, lo studio Alvisi Kirimoto ha lavorato a progetti architettonici e urbanistici in tutto il mondo, dall’Europa all’Asia, agli Stati Uniti. Il 2024 è l’anno dell’apertura dell’ABF Educational Center nell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, dell’inaugurazione del complesso ricreativo e culturale nel quartiere di Grottaperfetta, alla periferia sud di Roma, del completamento dello Spazio Michelangelo Antonioni al Padiglione di Arte Contemporanea, nel centro storico di Ferrara. Nel frattempo, lo studio si appresta a seguire l’ambizioso progetto di rigenerazione urbana dell’ex Macrico di Caserta, e dovrebbe essere coinvolto anche nella riqualificazione del Parco della Musica che circonda l’Auditorium di Roma. Ma i prossimi due anni degli architetti Alvisi e Kirimoto trascorreranno anche al Palazzo dei Congressi dell’Eur, ancora una volta nella Capitale, con l’obiettivo di curarne il restauro conservativo e la rifunzionalizzazione in chiave tecnologica.

Palazzo dei Congressi, EUR, Roma, 1938. Photo Marco Rosanova via Wikipedia CC BY 3.0
Palazzo dei Congressi, EUR, Roma, 1938. Photo Marco Rosanova via Wikipedia CC BY 3.0

Il rilancio del Palazzo dei Congressi e del quartiere Eur

Eur Spa – società controllata al 90% dal Ministero dell’Economia e per il restante 10% da Roma Capitale – fa capo l’edificio che insieme alla Nuvola di Fuksas costituisce un polo congressuale della città in via di rilancio, come pure il quartiere, nel quadrante sud di Roma, che lo ospita. Un’intenzione esplicitata dal presidente del CdA Enrico Gasbarra e dall’Ad Angela Maria Cossellu, entrambi convinti dell’opportunità di pensare il prossimo futuro dell’Eur come ponte tra la storia della città e il suo presente di attrattore internazionale. Per questo, negli ultimi anni si è lavorato per risanare il bilancio di Eur Spa, raggiungendo significativi incrementi di fatturato nel 2023. L’ultimo aumento di capitale approvato ammonta alla cifra di 93 milioni di euro, che sosterranno in gran parte il piano di investimenti da 120 milioni da sviluppare nell’arco del prossimo quinquennio nel quartiere (rientrano nel novero anche il progetto per la balneabilità del Laghetto e la realizzazione di parcheggi in aree semi-abbandonate; ancora da definire, invece, il destino del Velodromo). E la riqualificazione del Palazzo dei Congressi si impone tra gli obiettivi più importanti del lotto: costerà 8 milioni di euro, di cui 1 finanziato tramite Pnrr, e si protrarrà per 24 mesi, senza comportare la chiusura della struttura.  
Ora che abbiamo risanato la società, vogliamo essere pronti per gli appuntamenti internazionali che potremo attrarre” sottolinea Gasbarra “quindi si rende necessario un restyling dell’edificio nel senso di una nuova modularità degli spazi, così che possano accogliere più eventi contemporaneamente. Il quadrante Eur è prezioso per la città, potrebbe diventarlo anche in chiave green. Deve essere valorizzato – penso al modello Citylife – sta diventando un quartiere vivo, anche grazie all’arrivo di Fendi e Bulgari. E ne beneficia anche la sua straordinaria storia architettonica. Ci piacerebbe che piazzale Kennedy, antistante il Palazzo dei Congressi, diventasse uno spazio di aggregazione, utilizzato anche per eventi esterni, di richiamo per artisti internazionali. Possiamo intercettare eventi internazionali importanti, e portarli a Roma”.
Sulla stessa linea d’onda è Cossellu: “L’Eur oggi è un quartiere dove si fa innovazione. Volevamo un polo congressuale più versatile e fruibile, per ridare al contempo splendore all’architettura razionalista di Adalberto Libera, e anche alle opere d’arte che ospita, il fregio decorativo di Gino Severini e l’affresco di Achille Funi. Anche le fontane di piazzale Kennedy saranno ripristinate e illuminate”.

Il Palazzo dei Congressi di Roma. La storia

Progettato nel 1938 dall’architetto Libera (Villa Lagarina, 1903 – Roma, 1967), tra i principali esponenti del razionalismo italiano, il Palazzo dei Congressi avrebbe dovuto esordire con l’Esposizione Universale del 1942, cancellata per l’inizio della guerra. Dunque l’edificio fu completato solo nel 1953, quando a inaugurarlo fu la Fiera Internazionale dell’Agricoltura (e ora, in Eur Spa, c’è chi auspica che il primo evento dopo il restyling possa essere dedicato alla Terra, in omaggio alla storia del Palazzo, ma anche per intercettare le urgenze del presente). Il lavoro dello studio Alvisi Kirimoto sarà il primo progetto di riqualificazione integrale della struttura, da quando esiste.   

Il progetto di Alvisi Kirimoto per il Palazzo dei Congressi di Roma

A chiarire il senso del progetto ci pensano i due architetti: “Lavorare in questo spazio per un architetto è difficilissimo, perché ha un valore universale e senza tempo. Abbiamo studiato a lungo l’edificio, scoprendo come pieni e vuoti convivano in un’armonia unica, e notando una cura del dettaglio che raramente si trova in uno spazio così grande, con soluzioni ideate negli anni Trenta che sono innovative ancora oggi”, spiega Alvisi. L’obiettivo centrale sarà quello di garantire grande flessibilità nell’utilizzo degli spazi, che finora hanno potuto accogliere un solo evento alla volta. Da questa richiesta discendono i diversi interventi concordati: la compartimentazione mobile degli spazi interni – attraverso l’utilizzo di vetrate e pannelli nel vestibolo – che poggerà su un’accurata riprogettazione dell’acustica; il ripristino dei pavimenti ammalorati e delle facciate, valorizzate da un progetto di illuminotecnica che farà risaltare il fregio di Severini all’esterno; la sostituzione dei tendaggi del soffitto del Foyer; la riorganizzazione dei percorsi di carico-scarico (“con la riscoperta di una botola già prevista da Libera”); il ripristino delle scale che, nelle chiostrine laterali, conducono alle terrazze, da utilizzare anch’esse per eventi; l’implementazione dei servizi, con la realizzazione di un bar interno; il riallestimento del primo piano in chiave tecnologica, con l’introduzione di pareti mobili che permetteranno di articolare fino a 24 stanze separate acusticamente. Si potranno così ospitare fino a 4 eventi in contemporanea.
L’idea che ci ha guidato è che il maestro Libera avesse già previsto tutto. È necessario per noi architetti fare un passo indietro: esaltiamo ciò che esisteva, guardando alla funzionalità”, precisa Alvisi.

Livia Montagnoli 

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