Futuro Antico. Intervista allo scrittore Carlos Fonseca

Immaginare un futuro non apocalittico ma positivo, guardando all’arte di Wifredo Lam e Ana Mendieta. Ecco le indicazioni dello scrittore Carlos Fonseca, autore di “Museo animale”, romanzo illuminante pubblicato da Sellerio

Nato in Costa Rica nel 1987, Carlos Fonseca è cresciuto a Puerto Rico e negli Stati Uniti, dove si è laureato all’Università di Princeton. Oggi vive a Londra e insegna a Cambridge al Trinity College. È considerato tra gli scrittori più innovativi di lingua spagnola ed è stato selezionato dalla prestigiosa rivista Granta tra i migliori giovani autori di lingua spagnola sotto i quarant’anni.

Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
Un ricco dialogo con l’arte e la storia dell’arte è importante per tutto ciò che scrivo. In Museo animale mi interessava particolarmente l’arte della diceria: da Francis Alÿs al lavoro degli artisti argentini dei mass media come Escari, Costa e Jacoby. Mentre scrivevo il mio nuovo romanzo, Austral, mi sono interessato alle opere di Land Art realizzate da artisti come Robert Smithson, Walter de Maria e Nancy Holt. Mi hanno aiutato a pensare a come sarebbe un romanzo ecologico, cosa significherebbe pensare alla natura dal punto di vista dell’arte. Penso che alcuni dei progetti più interessanti al giorno d’oggi siano quelli in cui la frontiera tra letteratura e arte sta sfumando.

Quale progetto ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
Conservo ancora un affetto particolare per il mio secondo romanzo, Museo animale, forse perché è stato il progetto che ho impiegato più tempo a scrivere. Il libro ha molte genesi possibili e mi piace evidenziare origini diverse a seconda di chi lo chiede. Ma una di queste, forse la più importante, è avvenuta nel 2011 quando ho visitato con mia moglie la mostra Savage Beauty al Metropolitan Museum, dedicata allo stilista Alexander McQueen. Mi è sembrato evidente che McQueen stesse cercando di pensare alla moda come qualcosa in bilico tra il naturale e il culturale, l’animale e l’umano. È lui il vero ispiratore del protagonista di Museo animale e del suo tentativo di trovare nel mimetismo animale l’origine della moda.

Qual è l’importanza del Genius Loci nel tuo lavoro?
Penso che, più che una trama, i romanzi debbano cercare di abbozzare un’atmosfera. Devono mirare a ricostruire lo spirito di un luogo e di una storia. Quando prendo un libro e ne leggo qualche pagina, cerco atmosfere più che storie. Questo è ciò che mi ha spinto per la prima volta verso i romanzi di W.G. Sebald o Faulkner, due autori che ammiro profondamente. Gli scrittori eccellenti hanno quella capacità di creare, attraverso la cadenza delle loro parole, i ritmi di un mondo, con tutta la sua complessità e tutta la sua mistica. I grandi autori sono in grado di catturare l’umore del mondo. Ultimamente sono affascinato dall’atmosfera dei luoghi che stanno per scomparire, dal senso dei luoghi delle culture che stanno per estinguersi. Penso che questo dia ai luoghi e al tempo una particolare intensità.

Carlos Fonseca – Museo animale (Sellerio, Palermo 2022)

Carlos Fonseca – Museo animale (Sellerio, Palermo 2022)

PASSATO E FUTURO SECONDO CARLOS FONSECA

Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? Credi che il futuro possa avere un cuore antico?
Questa è una bella domanda e molto pertinente. Oggi il nostro mondo sembra preso da una crisi del tempo e della storia. Sembriamo incapaci di immaginare nuovi futuri, come se fossimo intrappolati in un immaginario apocalittico. Penso che ciò riguardi anche la nostra incapacità di relazionarci con il nostro passato e con le passate ingiustizie. Solo trovando un modo per raccontare quelle ingiustizie del passato ci si aprirà la porta del futuro. Fino ad allora, siamo condannati a sognare solo catastrofi.

Quale consiglio daresti a un giovane che vuole intraprendere il tuo cammino?
Penso che l’unico consiglio che posso dare a un giovane autore sia quello di essere assolutamente libero, ambizioso e di sfidare le proprie paure. Un bravo scrittore deve essere pronto a rischiare di perdersi nel proprio labirinto. Un bravo scrittore deve essere disposto a seguire un’intuizione poetica fino alla fine, là dove rischia di trasformarsi in follia o in nonsense. Vedo, con mia grande tristezza, troppi libri scritti oggi senza un briciolo di follia o rischio. Quindi il mio consiglio sarebbe di non temere mai la libertà che deriva dalla scrittura, ma di vedere in essa la più grande alleata.

Joseph Michael Gandy, Architectural Ruins. A Vision, 1798 © Sir John Soane's Museum, Londra

Joseph Michael Gandy, Architectural Ruins. A Vision, 1798 © Sir John Soane’s Museum, Londra

In un’epoca di post verità, il concetto di sacro ha ancora importanza e forza?
Lo penso certamente, ma fintanto che il sacro non è considerato religiosamente. L’arte ha molto a che fare con l’esplorazione del sacro, ma il sacro inteso come l’incomprensibile, il poetico, l’intuizione che sfida la ragione. Mi piace in questo senso la definizione di arte di Walter Benjamin come “illuminazione profana”: un’epifania che avviene a un livello posto al di là della coscienza, ma che ci fornisce comunque direzione e lucidità. Penso che oggi, quando la verità come categoria sembra entrare in crisi, tali illuminazioni profane dettate dall’arte sembrino avere un ruolo importante. In un’era di post verità, i romanzi ci mostrano anche come chi detiene il potere costruisce storie per legittimare il proprio potere. Anche questo è qualcosa di importante da considerare.

Come immagini il futuro? Potresti darci tre idee che secondo te guideranno i prossimi anni?
Per molti anni, anche mentre scrivevo Museo animale, ho pensato al futuro in termini di rovine. Continuavo a pensare al dipinto di Joseph M. Gandy del 1798 Rotunda at the Bank of England in Ruins, dove l’artista immagina le future rovine della banca recentemente completata dall’architetto Sir John Soane. Ho scritto alcuni romanzi guidato da questa idea di un’archeologia del futuro. Tuttavia, recentemente sono arrivato a mettere in discussione questo approccio, in quanto mi sembra un sintomo della nostra incapacità escatologica di immaginare nuovi futuri. Sto cercando di pensare cosa possa significare il risveglio da questo sogno apocalittico e cosa comporterebbe pensare all’arte come qualcosa che esce dalla catastrofe. Il lavoro degli artisti cubani Wifredo Lam e Ana Mendieta è stato fondamentale nel mostrarmi una via da seguire.

Ludovico Pratesi

https://www.spaziotaverna.it/

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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