Futuro Antico. Intervista all’archistar Kengo Kuma

Artefice di progetti a misura d’uomo e che si integrano nell’ambiente circostante, e protagonista della mostra a Palazzo Franchetti a Venezia in occasione della Biennale 2023, l’architetto giapponese trova nella natura una chiave per guardare al futuro

Classe 1954, prima di fondare Kengo Kuma & Associates nel 1990, Kengo Kuma ha conseguito il Master in Architettura presso l’Università di Tokyo, dove è attualmente professore universitario e professore emerito. Dopo essere stato ispirato dallo Yoyogi National Gymnasium di Kenzo Tange, costruito per le Olimpiadi di Tokyo del 1964, Kengo Kuma ha deciso di dedicarsi all’architettura in giovane età, e in seguito è entrato nel programma di architettura presso l’Università di Tokyo, dove ha studiato con Hiroshi Hara e Yoshichika Uchida. Durante i suoi studi universitari, ha fatto un viaggio di ricerca attraverso il Sahara, esplorando vari villaggi e insediamenti. Dopo il suo periodo come Visiting Scholar alla Columbia University di New York, ha stabilito il suo ufficio a Tokyo. Da allora, Kengo Kuma & Associates ha progettato opere architettoniche in oltre trenta Paesi e ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui l’Architectural Institute of Japan Award, lo Spirit of Nature Wood Architecture Award (Finlandia) e l’International Stone Architecture Award (Italia).
Kengo Kuma & Associates mira a progettare un’architettura che si fonde con l’ambiente culturale e naturale circostante, proponendo edifici a misura d’uomo. Lo studio è costantemente alla ricerca di nuovi materiali per sostituire il cemento e l’acciaio, disegnando un nuovo approccio all’architettura in una società post-industriale.

Kengo Kuma, potrait. Photo J. C. Carbonne

Kengo Kuma, potrait. Photo J. C. Carbonne

INTERVISTA A KENGO KUMA

Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
Sono stato enormemente ispirato da varie forme d’arte nella cultura tradizionale giapponese, in particolare l’arte del tè e i suoi maestri. Non solo questi hanno stabilito la cerimonia del tè, ma hanno anche progettato vasi e utensili, stanze e persino un’intera architettura per condurre le cerimonie del tè. Hanno lavorato come produttori per l’arte del tè e ammiro particolarmente Sen no Rikyu come un grande maestro del tè.

Qual è il progetto che rappresenta di più la tua identità? Puoi raccontarci la sua genesi?
Great Bamboo Wall a Pechino, in Cina, in quanto ho realizzato un edificio che utilizzava materiali naturali, rispettando anche la topografia del sito.

Qual è l’importanza del Genius Loci nel tuo lavoro?
È molto importante sapere che i materiali sono legati alla topografia in cui sorge l’edificio.

PASSATO E FUTURO SECONDO KENGO KUMA

Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro?
Una cosa che posso dire con certezza sul passato è che è un tesoro.

Quale consiglio daresti a un giovane che vuole intraprendere il tuo percorso?
Viaggia e vedi posti.

In un’epoca definita della post verità, il concetto di sacro ha ancora importanza e forza?
Sto cercando di ripristinare il concetto di sacro.

Come immagini il futuro? Potresti darci tre idee che guideranno i prossimi anni?
Tre progetti in cui il verde conta di più: riqualificare il sito intorno alla Tokyo Tower per creare un luogo verde nel cuore di Tokyo, completare la stazione Saint-Denis Pleyel a Parigi riempiendola di verde e ripristinare il sito della galleria di Saint-Maurice d’Angers attraverso gli elementi naturali. Foresta in crescita è la parola chiave.

Marco Bassan

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Marco Bassan

Marco Bassan

Curatore d’arte contemporanea, fondatore di Spazio Taverna. Ha curato progetti per istituzioni quali il MAECI, Fondazione CDP, CONAI, i Musei Capitolini, il Museo Nazionale Romano, il Parco Archeologico dell’Appia. Nel 2023 ha consegnato la tesi di dottorato presso Roma Tre…

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