Futuro Antico. Intervista ai mitici galleristi Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier

Dalla galleria aperta a Roma fino alla No Man’s Land Foundation di Loreto Aprutino, il percorso di Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier è stato intenso e sempre incentrato sul dialogo con gli artisti

Una grande apertura verso il domani, una fiducia totale verso gli artisti, protagonisti del presente e del futuro. Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier guardano al futuro dall’alto della loro esperienza di galleristi e compagni di strada di artisti come Michelangelo Pistoletto, Carla Accardi, Vettor Pisani e Luciano Fabro. Un percorso avviato con la galleria Pieroni aperta a Roma nel 1979 per proseguire con l’associazione Zerynthia e infine con RAM – Radio Arte Mobile e No Man’s Land Foundation a Loreto Aprutino.

Quali sono i vostri riferimenti ispirazionali nell’arte?
Mario Pieroni: L’arte ti aiuta a capire la vita, senza l’arte vivi solo in superficie.

Qual è il progetto che vi rappresenta di più? Potete raccontarci la sua genesi?
Mario Pieroni: È sempre l’ultimo. No Man’s Land.
Dora Stiefelmeier: Concordo. No Man’s Land – terra di nessuno/terra di tutti ‒ è un progetto iniziato sei anni fa su ispirazione di e insieme a Yona Friedman, l’architetto delle utopie realizzabili, primo presidente onorario della Fondazione. Oltre alle sue architetture mobili No Man’s Land ospita installazioni permanenti di altri artisti, ogni anno se ne aggiungono uno o due. Quest’estate avremo un’installazione site specific di Gülsün Karamustafa. No Man’s Land, aperto tutto l’anno, giorno e notte, è accessibile a tutti gratuitamente.

Che importanza ha il Genius Loci all’interno del vostro lavoro?
Dora Stiefelmeier: Qualsiasi luogo può essere adatto all’arte. Sono gli artisti che di volta in volta rispondono allo spazio inteso in senso esteso.
Mario Pieroni: Fermo restando che Roma è Roma, unica al mondo.

Carla Accardi, Grande integrazione, 1957, tempera alla caseina su tela

Carla Accardi, Grande integrazione, 1957, tempera alla caseina su tela

PASSATO E FUTURO SECONDO MARIO PIERONI E DORA STIEFELMEIER

Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? Credete che il futuro possa avere un cuore antico?                                   
Mario Pieroni: Il passato e il presente si incontrano nell’arte, che è sempre contemporanea.
Dora Stiefelmeier: Il linguaggio è legato al passato, all’ambito simbolico. Il segno è nel futuro incidendo sul presente. Alcuni degli artisti più importanti – penso a Emilio Prini – per tutta la vita hanno inseguito il segno. Carla Accardi in alcune opere ha creato un’ombra al segno riuscendo con genialità a unire presente, passato e futuro.

Quali consigli dareste a un giovane che voglia intraprendere la vostra strada?            
Mario Pieroni: Se lo vuoi, puoi prendere tutto.
Dora Stiefelmeier: Coraggio.

In un’epoca definita della post verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro?
Dora Stiefelmeier: Il concetto del sacro è sempre legato a delle strutture di potere. In riferimento agli artisti preferisco parlare di spiritualità. Come diceva la laicissima Meret Oppenheim, “l’arte è portatore di spirito, se non c’è spirito non c’è arte”. Vale anche oggi. Un’opera senza anima non è tale ma rimane un semplice oggetto.

Come immaginate il futuro? Sapreste darci tre idee che secondo voi guideranno i prossimi anni?
Mario Pieroni: Penso sempre che il domani è meglio dell’oggi. Anche le nuove tecnologie troveranno un loro equilibrio con la natura, come teorizza Michelangelo Pistoletto nel suo Terzo Paradiso.

Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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