Futuro Antico. Intervista allo scrittore Tiziano Scarpa

Con poche, ma incisive, parole lo scrittore Tiziano Scarpa critica la società contemporanea all’interno del ciclo di interviste curato da Spazio Taverna

Tiziano Scarpa (Venezia, 1963) ha pubblicato romanzi, raccolte di racconti, saggi, poesie e testi teatrali. I suoi libri più conosciuti sono il romanzo Stabat Mater (Einaudi, 2008; premio Strega 2009), il poema Groppi d’amore nella scuraglia (2005), gli aforismi Corpo (2004), la guida Venezia è un pesce (Feltrinelli, 2001; la nuova edizione ampliata è del 2020). Negli ultimi anni sono usciti i romanzi La penultima magia (Einaudi, 2020), Il cipiglio del gufo (Einaudi, 2018), Il brevetto del geco (Einaudi, 2016). Fra le più recenti raccolte di poesia, Le nuvole e i soldi (Einaudi, 2018) e Una libellula di città e altre storie in rima (minimum fax, 2018). I suoi libri sono tradotti nelle principali lingue europee, e in cinese, giapponese, russo, arabo, ebraico, turco. Ha collaborato con molti giornali; ha ideato e fondato le riviste-sito Nazione indiana nel 2003 e Il primo amore nel 2006.

Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
Cambiano in continuazione, se no non sarebbe arte.

Qual è il progetto che ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
Ogni frase che ho scritto mi rappresenta perché mi tradisce (anche questa).

Che importanza ha per te il genius loci all’interno del tuo lavoro?
Il Genio spirituale di un Luogo importa tanto quanto la sua Stoltezza, con cui si allea. Ciò risalta al massimo grado in Italia, Luogo trionfale di Genio e Stoltezza.

PASSATO E FUTURO SECONDO TIZIANO SCARPA

Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? Credi che il futuro possa avere un cuore antico?
Noi parliamo usando le parole inventate dai morti. Ci esprimiamo e ci esprimeremo giudicando il mondo e noi stessi dal punto di vista delle parole, cioè dal punto di vista di chi è vissuto prima di noi.

Quali consigli daresti a un giovane che voglia intraprendere la tua strada?
Essere sindacalista intransigente di se stesso contro i committenti. L’Italia è un Paese dei Balocchi, si fonda sul volontariato culturale e sullo sfruttamento del lavoro inventivo. Per chi fa arte, con le parole o con altri media, è pronta la bancarotta.

In un’epoca definita della post verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro?
“Sacro” è diventato una metafora, ormai significa al massimo “tabù”, o “valore non negoziabile”. Al “sacro” si aggrappa chi è angosciato dalla contemporaneità, che lasciandoci liberi ci ha anche lasciati soli a decidere che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, in un continuo stress etico.

Come immagini il futuro? Sapresti darci tre idee che secondo te guideranno i prossimi anni?
Non abbiamo voluto la decrescita felice, ci aspetta il tracollo infelicissimo. Le tre idee te le do se mi paghi (vedi risposta sul Paese dei Balocchi).

‒ Ludovico Pratesi

https://www.spaziotaverna.it/

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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