Il lato umanistico della scienza. Ecco chi era Giorgio Diaz de Santillana 

Non serve andare molto lontano per giustificare la presenza di un matematico come Giorgio Diaz de Santillana nella nostra rubrica dedicata ai dimenticati dell’arte: basta guardare al suo approccio umanistico e del tutto personale allo studio della scienza. Ecco tutta la sua storia

Era affascinato dall’origine delle idee, e ne investigava le modalità nei territori della scienza, della mitologia, dell’astronomia e della fisica, in un continuo viaggiare tra l’Italia e gli Stati Uniti. I suoi saggi, innovativi e non canonici, hanno ispirato alcuni scritti di Italo Calvino, suo amico ed estimatore. Una figura tra lo scienziato e l’umanista: questo era Giorgio Diaz de Santillana (Roma, 1902 – Beverly, 1974). 

Gli inizi della carriera accademica di Giorgio Diaz de Santillana 

Giorgio nasce a Roma: suo padre David è un noto arabista, mentre sua madre, Emiliana Maggiorani, è un’attivista nel movimento per i diritti delle donne. Si laurea in fisica nel 1925 all’università La Sapienza, e due anni dopo inizia la sua collaborazione con il professor Federigo Enriques, cattedratico di matematica. Con lui tiene alcuni corsi di storia del pensiero scientifico, nei quali si sofferma sui problemi della scienza antica. Nel 1932 pubblica insieme ad Enriques il volume Storia del pensiero scientifico, I, Il mondo antico, dove viene affermato che i concetti della scienza antica abbiano influito ed influiscano ancora sul nostro pensiero: un’idea che informa tutto il lavoro teorico di Diaz de Santillana.  

La carriera internazionale di Giorgio Diaz de Santillana 

Tre anni dopo Giorgio comincia un tour di lezioni e seminari in diverse città europee, da Parigi a Bruxelles e a Pontigny. Nel 1936 si imbarca a Cherbourg sul transatlantico Aquitania, e raggiunge New York il 14 aprile: un passo decisivo per la sua esistenza. Gli Stati Uniti si rendono immediatamente conto del valore del giovane, che insegna in diverse istituzioni come la New School for Social Research di New York, le università di Columbia e Chicago, mentre, a varie riprese, insegna come visiting lecturer a Harvard tra il 1937 e il 1939. Santillana ottiene una posizione come assistant professor presso il Massachusetts Institute of Technology nel 1941. Al MIT si svolgerà tutta la carriera, passando dal ruolo di associate professor (1948) a quello di full professor: un ruolo che occupa dal 1954 al 1967.  

Giorgio Diaz de Santillana, Le origini del pensiero scientifico
Giorgio Diaz de Santillana, Le origini del pensiero scientifico

Il ritorno in Italia e le pubblicazioni 

A partire dal dopoguerra Giorgio riprende i contatti con l’Italia, e tiene corsi negli atenei di Firenze e Venezia; nel 1955 pubblica The crime of Galileo, che consiste in un’accurata analisi del processo a Galileo Galilei. “Santillana”, scrive Pietro Corsi “vedeva nel progresso della razionalità scientifica e nella libertà della ricerca l’unico antidoto al totalitarismo e individuava nel processo a Galilei un momento paradigmatico nella storia dell’Europa moderna”. Due anni dopo torna sull’argomento con l’articolo Galileo and Oppenheimer, pubblicato su The Reporter, dove protesta contro il tentativo del potere politico di condizionare la coscienza del ricercatore. Tra i suoi libri più fortunati spicca Fato antico e fato moderno, resoconto di una conferenza tenuta a Torino nel 1963, dove sostiene che “i cosiddetti miti storici si rivelano all’analisi costruzioni astronomiche”.  

L’eredità di Giorgio Diaz de Santillana 

Gli echi del suo pensiero si ritrovano in Esattezza, la terza Lezione americana di Italo Calvino, che aveva incontrato Santillana negli Stati Uniti nel 1960. L’altro testo fondamentale – per quanto assai discusso – è Il Mulino di Amleto (1969) scritto a quattro mani con l’etnologa tedesca Hertha von Dechend, studiosa di cosmogonie primitive. Michele Camerota definisce il libro come “quel gigantesco orologio che forma il cosmo arcaico” e che è stato appunto interpretato in diverse narrazioni mitologiche come “un mulino che macina il tempo”. Una testimonianza della cultura multidisciplinare della mente di Santillana, grande anticipatore del pensiero complesso che caratterizza il Ventunesimo Secolo. 

Ludovico Pratesi  

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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