Street Art e pandemia. L’intervista a Maupal

Noto a tutti per aver realizzato il Super Pope a poca distanza dal Vaticano, Maupal racconta il suo recente ingresso nella Street Art e immagina uno scenario futuro.

Mauro Pallotta, in arte Maupal, nasce a Roma nel 1972, dove frequenta l’Accademia delle Belle Arti. Qui rivela fin da subito una mano felicissima nel disegno e una spiccata ironia che traspare nei concetti delle sue creazioni. Dopo anni di sperimentazione pittorica, mostra un vivo interesse per le potenzialità scultoree insite nella lana d’acciaio. Inizia quindi a utilizzare questo materiale per le sue opere, a prima vista semplicemente abbozzate, che nella retina dell’osservatore si ricompongono con estrema efficacia realistica. Conferma così un’estrema versatilità nel modellare soggetti diversi, colti nelle espressioni più caratteristiche e indicative della loro natura.

STREET ART. LA CARRIERA DI MAUPAL

Espone in tutto il mondo, principalmente a Londra, Roma, Miami, e in fiere, musei e gallerie, oltre a prendere parte a opere di Street Art, anche a livelli istituzionali e internazionali.
Dal 2014, dalla sua prima opera in strada, il Super Pope, diversifica il suo percorso sia nella sfera della “fine art” che in quella della “Street Art”. È universalmente riconosciuto come uno degli esponenti di spicco del settore, noto per aver dipinto Papa Francesco, la Regina Elisabetta e Donald Trump. Hanno scritto di lui numerosi quotidiani e riviste internazionali e
ARTNET l’ha inserito al ventunesimo posto della classifica dei primi trenta street artist più influenti al mondo.

Ci racconti cosa ti spinge a dipingere per strada, sui muri?
Ho avuto una formazione “classica”, dal liceo artistico all’Accademia di Belle Arti, quindi il mio intento era quello di lavorare, come la maggior parte dei pittori, su tela o su tavola, per gallerie, fiere, ecc. Il mio percorso era improntato a una ricerca pittorica, basata prevalentemente sulla sperimentazione tecnica. Poi un giorno decisi, per la prima volta, di fare un semplice disegno su carta e di applicarlo davanti all’entrata principale della Città del Vaticano. Era il 2014 e dipinsi Papa Francesco nelle fattezze di Superman, Super Pope.
Quell’opera ha totalmente cambiato la mia vita e le prospettive del mio percorso artistico. Non conoscevo nulla della Street Art, un genere artistico che adesso reputo come il più contemporaneo in assoluto. Va in parallelo con la società: effimero come i nostri rapporti sociali fugaci; con contrasti cromatici spesso dettati dalla tecnica dello stencil, che ricordano i dislivelli economici e culturali presenti in tutti i centri urbani del mondo; democratico e raggiungibile da chiunque passeggi per strada, a prescindere dalle possibilità culturali ed economiche, come lo è Internet. Insomma, la contemporaneità.
L’arte, per noi umani, è il linguaggio universale più antico in assoluto ed è allo stesso tempo la cura più antica che l’Uomo ha utilizzato su di sé, anche se spesso è una cura più per chi la osserva che per chi la pratica. Per questa ragione, la cosa che più mi spinge a dipingere sui muri, è l’opportunità di far scorrere parallelamente il mio percorso artistico e quello umano. La speranza è quella di allietare chi osserva la mia creazione in maniera indotta.

Maupal, Super Pope, Via Plauto, Roma, 2014

Maupal, Super Pope, Via Plauto, Roma, 2014

Quali muri scegli? Quali sono i più adatti alle tue opere?
Se decido di dipingere o applicare una mia opera su strada, il motivo resta principalmente quello di usare l’opera come forma di comunicazione, quindi il soggetto e il concetto hanno una valenza superiore al fattore estetico e alla ricerca tecnica. Anche l’ubicazione del muro che scelgo è sempre estremamente inerente al soggetto e al concetto che voglio divulgare.
Faccio un esempio: se io avessi dipinto il Super Pope in un vicolo di un paese in Basilicata, molto probabilmente, anzi, sicuramente, non avrebbe avuto la viralità che gli è stata donata applicandolo a venti metri dal Vaticano. La scelta del muro è importante tanto quanto il concetto che voglio esprimere.

Hai realizzato il Papa e soggetti famosi. Perché?
Ci sono situazioni, problematiche e accadimenti che nell’attualità possono essere catalogati come stereotipi. Una generalizzazione che scavalca la superficialità e approda nell’iconico.
Se, ad esempio, si vuol parlare di Germania, si può “iconizzare” Angela Merkel in quanto rappresentante principale di quella nazione. Questo non significa che lei rappresenti tutti gli esseri umani che vivono in Germania, ma è, allo stesso tempo, il veicolo più sintetico per rappresentarli. Poi, grazie alla simbologia e alla ideazione di uno scenario, una creazione pittorica potrebbe anche aspirare al porsi come simbolo, come icona.

Cosa cambierà nelle Street Art, a tuo avviso, dopo questa pandemia?
Ogni fine, finché c’è vita, prevede sempre un eventuale e conseguente inizio. Gli inizi sono sempre positivi, perché l’ignoto genera paura ma anche euforia, coraggio, adrenalina e ottimismo. Questa quarantena e questo drammatico periodo ci hanno terrorizzato davanti al Coronavirus ma allo stesso tempo ci stanno rendendo più aderenti alle nostre coscienze. Ognuno di noi, inevitabilmente, sta percorrendo un cammino interiore: disorientamento, paura, pazienza, tanto tempo per pensare…
Secondo me il cambiamento sarà enorme, scioccante direi. Anche la Street Art cambierà, si modificherà molto il modo di osservarla. Mi spiego: molte opere, soggetti e concetti, che prima potevano illuminarci, sorprenderci o crearci interrogativi, probabilmente non ci faranno più né caldo né freddo. Tutto il percorso interno che stiamo affrontando, e che ci sta cambiando, ci porrà esigenze diverse dettate da stili diversi e da crescite nella sofferenza. Si abbasserà la quantità e si alzerà la qualità nella Street Art e, spero, anche nella società. Almeno credo.

Maupal, Pasolini, Via Fanfulla da Lodi, Roma, 2014

Maupal, Pasolini, Via Fanfulla da Lodi, Roma, 2014

Quali tecniche utilizzi?
Utilizzo sempre colori acrilici e pennelli, dipingo sempre ed esclusivamente a mano libera, per scelta non uso stencil né proiezioni, con la speranza che i difetti tecnici possano poi risultare come particolari effetti che alterano positivamente la cifra estetica.

Perché ti sei avvicinato alla Street Art?
La mia prima opera in strada, come detto sopra, fu il Super Pope e la feci quasi per caso. Non avrei mai immaginato di entrare in una realtà di cui non conoscevo praticamente l’esistenza. Ora non potrei più farne a meno.

La tua definizione di Street Art.
Il termine Street Art è evidentemente inflazionato. Ci sono almeno una dozzina di generi artistici urbani, diversi ma simili tra loro, che vengono definiti in maniera generica “Street Art”. Io percorro due generi: il Muralismo, cioè la commissione su uno spazio urbano, e l’arte urbana, cioè il raid illegale su un muro cittadino.

In che direzione sta andando ora la tua ricerca?
La mia ricerca va in parallelo con la mia esperienza umana. Posso dire che tendo alla volontà di migliorarmi come persona, quindi spero che tutto ciò che verrà, anche nella mia ricerca artistica, sarà conseguente e parallela al mio percorso di vita. Io penso molto all’adesso e poco a domani.

Alessia Tommasini

https://www.maupal.net/

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Alessia Tommasini

Alessia Tommasini

Sono veneta di nascita, ho abitato per anni a Roma e ora a Firenze. Mi sono laureata in Filosofia a Padova e subito ho cominciato a muovere le mie prime esperienze nel campo della creatività e dell'arte, formandomi come editor,…

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