Street Art, sogni e cambiamento. Parola a SteReal

In questi giorni complessi, un messaggio positivo come quello della street artist SteReal può essere di aiuto. Perché parla di sogni, ottimismo e possibilità di cambiamento.

Stefania Marchetto ‒ in arte SteReal ‒ è una street artist milanese classe 1987. La passione per il disegno nasce sin da piccola e la porta a integrarsi con il mondo dell’arte in tutto il suo percorso scolastico, fino a quando per esigenze personali non si ritrova costretta a dover abbandonare la strada artistica e dedicarsi a tutt’altro. A 31 anni però la sua vita cambia completamente, quando le viene proposto di fare un murale durante un famoso festival di Street Art. Così inizia il suo percorso di trasformazione, un’evoluzione che ha segnato in modo decisivo la sua vita: nasce così SteReal. A oggi sono molte le opere che l’arista ha lasciato in giro per l’Italia e per il mondo, facendosi spazio tra le figure femminili della Urban Art italiana.

Il tuo ultimo lavoro è stato realizzato nel quartiere Arcella di Padova. Che esperienza è stata per te?
Il mio ultimo lavoro penso che sia stato il lavoro che più mi ha gratificata. Si tratta di una collaborazione con un altro grande artista italiano, io mi sono occupata di una parte del dipinto, nello specifico mi sono dedicata soprattutto alla realizzazione del ritratto di Galileo Galilei. È un progetto nel quartiere Arcella di Padova, un quartiere che ci ha trasmesso tanto, soprattutto nei giorni in cui eravamo impegnati a dipingere. È stato un po’ come essere in una grande famiglia, sono tornata a casa ricca di nuove conoscenze, esperienze, sensazioni. Questo alla fine è anche il bello della Street Art, la condivisione.

Come è nato il progetto?
Questo progetto è nato un po’ per caso, del resto come un po’ tutto nella mia vita, mi è stato proposto poco prima della partenza per Padova e ho subito accettato. Alla fine mi piacciono le sfide, era il mio primo muro così grande, la prima volta che sarei salita su una piattaforma aerea, la prima volta che avrei dovuto mettere in atto le mie capacità artistiche su dimensioni di quella portata. Ero spaventata, lo ammetto. Ma ho voluto comunque mettermi in gioco, perché se non ci si spinge sempre un po’ più in là non si saprà mai fin dove possono arrivare le nostre capacità. Così sono partita. Sono stati dieci giorni intensi, ma portatori di una grande soddisfazione personale.

SteReal, Illuminami, Padova, 2019

SteReal, Illuminami, Padova, 2019

Lo stile delle tue realizzazioni è a tratti realistico, però come calato dentro un sogno. In quale maniera lo definisci?
Il mio stile? Che domanda difficile! Alla fine cosa si intende per stile? Io sono in continua evoluzione. Sicuramente l’unica cosa di cui sono veramente certa e che è riconoscibile in quasi tutti i miei dipinti è la passione per lo sguardo. Amo gli occhi delle persone, sono una seconda anima, sono una seconda bocca, gli occhi sono lo specchio di noi stessi.
Senza dubbio ho un’impronta realistica, mi piacciono i colori delle persone, adoro i giochi di luce e di ombre, le espressioni del volto. I contrasti sono sempre presenti nei miei lavori, più forte è il contrasto più si dà l’idea di “vivo”. Alla fine penso che il mio stile si possa definire come quello di “una sognatrice realistica”!

Quale messaggio vuoi dare?
Questa è una domanda alla quale potrei dare un milione di risposte, ma tra tutte sicuramente la più significativa per me è che io dipingo soprattutto per dare “speranza”. Ma speranza alla fine ha mille interpretazioni diverse, lo so. Allora sottolineo che nella mia arte non c’è solo passione, dedizione, amore. Nella mia arte ci sono i sogni, c’è il coraggio, c’è il cambiamento, c’è la perseveranza. Vorrei che prima della mia arte, arrivasse la mia storia, che si nutre di arte. È come una catena, diciamo. Nei miei dipinti c’è la mia storia, raccontata attraverso i colori, attraverso la passione. Chi mi conosce un po’ sa già a grandi linee quella che è stata la mia evoluzione, fino a poco più di un anno fa facevo l’impiegata in ufficio, una vita che non mi apparteneva affatto, ma che per esigenze personali ero obbligata a fare.

E poi cos’è successo?
Poi a trent’anni è arrivata la svolta. Non volevo più fare una vita che non volevo fare, sentivo dentro me che l’arte stava avendo il sopravvento, che la voglia di essere quello che in realtà ero non aveva più voglia di aspettare. Aveva latitato dentro di me per più di dieci anni, così è nata SteReal (già il nome infatti dice tutto, “real”) e ho detto addio alla vecchia Stefania.
Quindi la risposta corretta alla domanda “cosa voglio trasmettere con la mia arte?” sicuramente è credere sempre nei propri sogni, avere sempre il coraggio di cambiare.
La vita è una e dobbiamo viverla sempre al meglio!

Quando ti sei avvicinata alla Street Art?
È nato tutto per caso, quando un amico che fa Street Art mi ha proposto di realizzare un murale nel mio paese di origine, in Calabria. Era settembre 2018. All’inizio ero terrorizzata dall’idea di dipingere in grandi dimensioni dopo anni che avevo abbandonato il mondo dell’arte, per di più con le bombolette spray che non avevo mai utilizzato in vita mia! Però decisi di accettare, ricordo di aver passato la settimana precedente all’evento in totale ansia da prestazione! Poi sono partita, mi sono trovata davanti al muro e ho pensato tra me e me “bene amico mio, ora siamo io e te, cerchiamo di andare d’accordo!”. Così realizzai il mio primo murale e fu subito amore. Un’avventura pazzesca! Subito dopo sono tornata a Milano e mi sono licenziata dal posto di lavoro, avevo trovato la mia strada.

Come pensi venga recepito dalle persone?
Con la mia arte spero sempre che il messaggio che arriva sia un messaggio di speranza. Quando la gente guarda i miei dipinti, spero che vedano la passione, la voglia di rinascere, la lotta contro la paura di fare quello che nella vita ci piace e ci appaga.
Questo è il messaggio che vorrei trasmettere con la mia arte, spero che tutti possano cogliere il potere che i sogni hanno nelle nostre vite.

Che ricordo hai degli inizi, di quando hai iniziato a fare Street Art?
Gli inizi sono stati un mix di sensazioni incredibili: felicità, realizzazione, paura, ansia… Insomma, non è stato semplice a 31 anni accettare il fatto che la mia vita stesse cambiando radicalmente, le paure erano tantissime, non sapevo se stessi facendo la scelta giusta o se stessi solo seguendo un fuoco di paglia. Però allo stesso tempo sapevo che la mia strada era quella, che dovevo perseverare in quella direzione, che prima o poi tutti gli sforzi e tutte le paure sarebbero state ripagate nel modo giusto.

Ora su cosa ti stai concentrando artisticamente parlando?
La giusta direzione penso non arriverà mai. Soprattutto ora che sono ancora agli inizi sono in totale evoluzione costantemente, ogni lavoro è una scoperta, una messa in atto di qualche tecnica nuova, sperimento e mi diverto nel vedere fin dove possono arrivare le mie capacità.
Sto ancora cercando di capire esattamente SteReal chi sia, che forma abbia, di quali colori e di che materia sia fatta!

SteReal, La spada nella roccia, Sant’Angelo, VT, maggio 2019

SteReal, La spada nella roccia, Sant’Angelo, VT, maggio 2019

La tua definizione di Street Art.
Per me la Street Art è condivisione, aggregazione, una forma d’arte che riesce a formare dei connubi perfetti tra le cose e le persone. Poter dipingere all’aria aperta, in mezzo alla gente, condividere momenti con i passanti, con i curiosi, con bambini, ragazzi, anziani che si fermano a guardare incantati, sono sensazioni meravigliose. È arte fruibile a tutti, è città colorata, è talvolta passione e amore per l’ambiente. È comunicazione, per trattare temi sociali importanti, attraverso la propria arte.

Quali tecniche utilizzi?
Io ho iniziato a fare Street Art con le bombolette spray, ho sempre seguito e mantenuto questa tecnica, anche se con il tempo sto sperimentando metodologie di lavoro differenti. Ora mi sono appassionata anche alle vernici classiche, l’uso dei pennelli mi ricorda l’accademia e mi affascina ancora molto. Poi ci sono volte in cui utilizzo anche pennarelli marker! Ma gli spray hanno sempre la meglio, secondo il mio punto di vista.

Come scegli i soggetti da rappresentare? Come avviene il tuo processo artistico?
La scelta dei soggetti segue sempre un iter diverso, nel senso che vengono valutati in base a diversi fattori. Mi informo prima sempre sul luogo dove verrà svolto il lavoro, la storia del posto, le tematiche che tratta, i colori degli edifici circostanti, poi, una volta valutato un po’ tutto, cerco di dare il via alla mia immaginazione. Solitamente faccio una ricerca di immagini fotografiche che possano andare bene con quello che ho in mente, molte volte fotografo personalmente i soggetti che voglio rappresentare, mi piace giocare molto con le luci e le ombre, devono sempre essere come dico io, i chiari/scuri sono una componente fondamentale dei miei lavori. Poi, una volta raccolto tutto il materiale, comincio con la parte progettuale a computer o altre volte su carta. Mi piace sperimentare ogni volta tecniche diverse, per capire con il tempo quella che preferisco.

SteReal, Sweet dream, Civitanova Marche, aprile 2019

SteReal, Sweet dream, Civitanova Marche, aprile 2019

Ci racconti qualche aneddoto particolare che ti è accaduto durante uno dei tuoi lavori in strada?
Sicuramente è stato durante il mio ultimo lavoro a Padova, anche se ogni progetto porta sempre con sé qualcosa di significativo. La parete che stavo dipingendo apparteneva alla parrocchia di San Carlo Borromeo, nel quartiere di Arcella.
Durante la mia permanenza a Padova, ho avuto modo di stringere un grande legame con il parroco della parrocchia, che spesso e volentieri ci ospitava a cena, si è creato un legame davvero speciale. Il giorno dell’inaugurazione del murale era una domenica, quindi prima dell’evento c’era la santa messa nella chiesa in questione, e siamo stati invitati a partecipare prima dell’inaugurazione. Così il mio collega e io siamo entrati in chiesa e a dieci minuti dalla fine della messa il parroco ha voluto ringraziarci in maniera pubblica, invitandoci a prendere posto accanto lui sull’altare. In quel momento, con la chiesa gremita di gente, si sono alzati tutti in piedi facendo esplodere un applauso fortissimo e lunghissimo per noi e per il nostro lavoro. Mi sono emozionata tantissimo, avrei voluto piangere dalla commozione ma ero allo stesso tempo pietrificata davanti a così tanta gente che ci stava ringraziando per quello che avevamo fatto per la loro città. È stata senza dubbio una delle più grandi emozioni della mia vita.

Progetti per il futuro?
Per il futuro ho in serbo tanti progetti, vorrei riuscire a realizzare tutti i sogni che ho nel cassetto, quello che più mi piacerebbe è sicuramente dare vita a un vero e proprio movimento artistico che coinvolge di volta in volta nuove pareti. Mi sto concentrando molto su Milano. Essendo la città in cui vivo, vorrei poter portare un po’ di colore nelle vie della città, ma soprattutto, se devo essere onesta, il mio progetto e desiderio più grande è quello di riuscire ad abbinare la mia arte alla mia storia, perché come ti dicevo qualche riga più su, il mio messaggio è quello di credere sempre nei sogni, la vita può cambiare da un giorno all’altro, non è mai troppo tardi e il cambiamento comincia sempre e solo da noi.

Alessia Tommasini

https://www.sterealartist.com/

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Alessia Tommasini

Alessia Tommasini

Sono veneta di nascita, ho abitato per anni a Roma e ora a Firenze. Mi sono laureata in Filosofia a Padova e subito ho cominciato a muovere le mie prime esperienze nel campo della creatività e dell'arte, formandomi come editor,…

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