Street Art e Internet. Intervista a Elfo

Non solo graffiti, ma anche il web e la viral-art. Questi sono solo alcuni degli ambiti esplorati dallo street artist Elfo.

Elfo comincia a fare graffiti nel 1994 e da allora non ha più smesso. Dopo i primi anni da solitario, nel 2000 entra a far parte della sua attuale crew. Nel tempo, ha deciso di ampliare la propria ricerca verso nuovi orizzonti; inizia così a produrre interventi di Street Art decontestualizzati dai soliti spazi, andando a operare in luoghi più inusuali come supermercati, cimiteri o paesaggi naturali. Oltre a questo, dipinge su tela.
Elfo ha anche iniziato a utilizzare il web come mezzo di divulgazione dei propri interventi, graffiti, installazioni e performance, fino a capire che la possibile futura evoluzione della Street Art non sarebbe più stata solo in strada. Senza mai abbandonare le installazioni e le performance “street”, ha iniziato a coinvolgere sempre di più i paesaggi dell’Internet nella propria produzione artistica, creando alcuni dei suoi interventi più conosciuti e riusciti di viral-art.
Negli ultimi anni, in seguito alla sempre più crescente attitudine di molti street artist all’utilizzo di nuovi e alternativi approcci con lo spazio pubblico, Elfo si è distaccato dall’impiego di installazioni e performance in strada, riprendendo a lavorare sul concetto di critica e comunicazione diretta di un messaggio per mezzo di scritte a rullo sul muro.
Attualmente Elfo vive e lavora ancora in un luogo distante dalla monotona routine cittadina.

Ci parli della tua mostra a Firenze?
Romantic view nasce da un progetto con la Street Levels Gallery ed è una mostra prevalentemente pittorica. Lo scopo è evidenziare la forte contraddizione estetica tra i miei lavori e la città di Firenze. I soggetti rappresentati sono una testimonianza pittorica e non solo di luoghi abbandonati, terremotati, ma anche di “soggetti decadenti” eppure esteticamente interessanti e vivi.

Elfo, Duchamp Is Fake News, Firenze, 2019

Elfo, Duchamp Is Fake News, Firenze, 2019

Che messaggio vuoi dare con questo ultimo lavoro?
L’ultimo lavoro ‒ o meglio ciclo di lavori in esterno ‒ ha un intento ironico ed è eseguito in aree abbandonate. L’esclusione di un fruitore diretto è la chiave d’interpretazione necessaria del concetto espresso, che sarà ampliato e reso visibile prevalentemente tramite la rete.
Tali messaggi sono sempre in chiave ironica e riguardano una critica soprattutto legata al mondo dell’arte e della Street Art. L’ultimo ciclo pittorico invece descrive la noncuranza, l’abbandono e la sua estetica.

Quando e perché ti sei avvicinato alla Street Art?
Alla così definita Street Art mi sono avvicinato da ragazzino attraverso i graffiti. Non vi era uno scopo artistico diretto e rappresentava l’esercizio, diciamo puro, di una necessità espressiva. Successivamente, l’approccio all’arte di strada è stato una semplice e “naturale conseguenza” e il suo tentativo di ampliamento con tecniche inusuali.

Come pensi venga recepito quello che fai dalle persone?
Onestamente il giudizio delle persone è necessario ma non influente e non necessario ma influente. Il presupposto dei lavori di “Street Art” è per me l’introduzione di un elemento dissonante rispetto alla routine quotidiana dei fruitori, quindi… Attualmente penso che un consapevole passo indietro sia necessario, la comprensione di un’opera può risultare complicata. Il recupero dell’essenziale significato attraverso la semplicità può essere una direzione.

Elfo, I Trust In Swedish Design, Nowhere, 2011

Elfo, I Trust In Swedish Design, Nowhere, 2011

Che ricordo hai degli inizi?
La Street Art è stato all’inizio un movimento artistico realmente rivoluzionario, il primo del tutto globale, auto generativo, con un numero elevatissimo di artisti. Per queste ragioni, penso che attualmente possa essere considerata una disciplina artistica e non più un movimento.

Quali sono le tecniche che utilizzi?
Tendenzialmente non ho limiti di tecniche, è più un adattamento del mezzo all’idea; non ho limiti nella tecnica, alcune le prediligo e alcune mi piacerebbe col tempo impararle e approfondirle. I quadri sono in prevalenza materici e in acrilico su tela. In Street Art utilizzo tutto tranne i poster, gli adesivi e gli stencil.

Come scegli i soggetti da rappresentare?
I soggetti nascono grazie alla casualità e alla riflessione. La piccola divagazione di un movimento, di un elemento posto nella routine quotidiana può essere il punto d’inizio, l’ispirazione tramite la casualità e la sua osservazione. La descrizione del quotidiano, invece, nasce dalla riflessione.

Ci racconti qualche episodio che ti è accaduto durante uno dei tuoi lavori in strada?
Più che un episodio posso raccontarti della sensazione più bella che si protrae da anni: quella tipica del soggetto che torna nel luogo del misfatto.

Progetti per il futuro?
Per rispondere a questa domanda ho pescato tre carte: le Mat, le Pape, le Chariot (il Matto, il Papa e il Carro), rigorosamente rovesciate.

Alessia Tommasini

http://elfostreetart.blogspot.com/

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Alessia Tommasini

Alessia Tommasini

Sono veneta di nascita, ho abitato per anni a Roma e ora a Firenze. Mi sono laureata in Filosofia a Padova e subito ho cominciato a muovere le mie prime esperienze nel campo della creatività e dell'arte, formandomi come editor,…

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