Natale 2022. Le mostre da vedere a Torino

Una guida alle mostre da vedere in città durante le feste, tra grandi fotografi e registi del Novecento, poesia, musica, attivismo ambientale e arte contemporanea

Il nostro viaggio alla scoperta delle città d’arte italiane, in occasione delle festività natalizie, continua a Torino. Il capoluogo piemontese ospita, tra musei e gallerie, una programmazione culturale sontuosa. Qui una selezione delle mostre in corso, tra arte contemporanea, cinema, poesie, design industriale e fotografia.

Livia Montagnoli

LISETTA CARMI E GREGORY CREWDSON ALLE GALLERIE D’ITALIA

A piazza San Carlo, gli spazi disegnati da Michele De Lucchi a Palazzo Turinetti, inaugurati lo scorso maggio, sono dedicati, oltre che al Barocco, alla fotografia, intesa come strumento di approfondimento e indagine della realtà immediato e d’impatto. Suonare forte è il titolo della retrospettiva a cura di Giovanni Battista Martini dedicata a Lisetta Carmi (Genova, 1924 – Cisternino, 2022): della fotografa sono esposte oltre 150 foto scattate tra gli Anni Sessanta e Settanta, inclusi lavori salienti come il reportage sul mondo dei travestiti o i ritratti di Ezra Pound.
Gregory Crewdson (New York, 1962) è invece il primo dei grandi autori internazionali che hanno risposto alla chiamata delle Gallerie d’Italia, intenzionata a sondare, attraverso il linguaggio fotografico, tematiche di urgenza sociale, civile, ambientale. A Torino, il fotografo presenta in anteprima mondiale il terzo capitolo – Eveningside, a cura di Jean-Charles Vergne – della trilogia iniziata con Cathedral of the Pines (2013-14) e An Eclipse of Moths (2018-19).
La mostra riunisce per la prima volta le tre serie dell’autore specializzato in staged photography (facendo ricorso, cioè, ai mezzi propri del cinema, ed evocandone l’iconografia). A corredo, nella sala multimediale, il backstage viene narrato nel video Making Eveningside, con musiche originali di James Murphy degli LCD Soundsystem, e Stuart Bogie, polistrumentista compositore americano.

Lisetta Carmi. Suonare Forte, exhibition view at Gallerie d'Italia, Torino, 2022

Lisetta Carmi. Suonare Forte, exhibition view at Gallerie d’Italia, Torino, 2022

100 ANNI DI FRANCESCO ROSI AL MUSEO DEL CINEMA

Foto di scena e di set, manifesti, le sceneggiature originali conservate presso l’Archivio del museo, oggetti legati alla carriera cinematografica di Francesco Rosi. Cento anni fa nasceva a Napoli uno dei più grandi registi italiani, scomparso a Roma nel 2015. Al cineasta – anche prolifico sceneggiatore, sin dagli Anni Cinquanta – è dedicata la retrospettiva multimediale alla Mole Antonelliana, che prende in prestito il titolo di una pellicola emblematica – Le mani sulla città – per esplorare la poetica del regista, capace, con un realismo innalzato a epica, di raccontare la città come simbolo della condizione dell’Italia (e del Sud, in particolare).
Oltre al film già citato, sono quattro i titoli approfonditi in mostra: Salvatore Giuliano, Uomini contro, Il caso Mattei, Cristo si è fermato a Eboli.

Le mani sulla città , Francesco Rosi, 1963, Rod Steiger. Foto di Mario Dolcetti-©Reporters Associati & Archivi – Roma Collezione Museo Nazionale del Cinema

Le mani sulla città , Francesco Rosi, 1963, Rod Steiger. Foto di Mario Dolcetti-©Reporters Associati & Archivi – Roma Collezione Museo Nazionale del Cinema

DAVID BOWIE VISTO DA STEVE SCHAPIRO ALL’ARCHIVIO DI STATO DI TORINO

Va in scena a Torino l’altro volto del Duca Bianco, l’indimenticato David Bowie, immortalato dall’obiettivo di Steve Schapiro all’inizio della sua carriera. Due giganti a confronto ‒ il primo icona della musica rock (però concepita come “arte globale”, di cui approfondire l’aspetto estetico e performativo non meno di quello espressivo), il secondo grande fotografo della storia americana negli anni cruciali delle lotte per il riconoscimento dei diritti civili, dalla marcia su Washington a quella di Selma ‒ protagonisti della mostra allestita all’Archivio di Stato. Circa 70 scatti ripercorrono il primo periodo americano di Bowie, dal 1974 al 1976, comprendendo però anche fotografie che testimoniano la temperie culturale dell’epoca. Schapiro fotografa la famiglia Kennedy, Muhammad Ali, Martin Luther King, Andy Warhol, ma scatta anche sul set di film cult realizzati negli Stati Uniti in quegli anni, come Il padrino, Midnight cowboy e Apocalypse Now. Ne deriva un ritratto vivido degli States dell’epoca, che aiuta a contestualizzare gli eventi che influenzarono il percorso artistico di Bowie in una visione più ampia. Il rapporto tra Bowie e l’America, infatti, fu complesso, diviso tra un momento di grande intensità creativa e prove di drammatica sofferenza personale, dovuta anche all’abuso di droghe e agli eccessi della vita a Los Angeles. Eppure, proprio in quegli anni vedono la luce album come Diamond dogs, Young americans, Station to station (di cui la mostra presenta molte immagini). Per mettere fine alle sue difficoltà, e ritrovare la tranquillità perduta, Bowie sceglierà di rientrare in Europa, rifugiandosi a Berlino, dove comporrà con Brian Eno alcuni dei suoi pezzi più belli, contenuti negli album della cosiddetta trilogia berlinese. La mostra è dunque un’opportunità per riflettere sulla dicotomia dell’America degli Anni Settanta, tra le contestazioni in seguito alla guerra del Vietnam e la lotta al razzismo e per i diritti delle minoranze e il fervore creativo che si esprime con particolare vigore nella factory di Andy Warhol e nelle grandi produzioni cinematografiche di Hollywood.

David Bowie. Photo Steve Schapiro

David Bowie. Photo Steve Schapiro

ARTHUR JAFA ALLE OGR

RHAMESJAFACOSEYJAFADRAYTON è il titolo della prima personale dedicata all’artista e regista statunitense Arthur Jafa (Tupelo, 1960) da un’istituzione italiana. Si tratta di una crasi linguistica che associa i nomi di tre celebri chitarre elettriche (Arthur Rhames, Pete Cosey, Ronny Drayton), evocando la materia d’indagine del progetto, che si concentra sulle influenze della Black music statunitense per tracciare un ritratto articolato e complesso della cultura afroamericana, al di là degli stereotipi e delle categorizzazioni. L’attività di Jafa – Leone d’Oro come miglior artista a Venezia nel 2019, per l’opera The White Album – si concentra infatti da tempo sulla messa in discussione di assunti culturali dominanti su temi identitari e razziali.
Il progetto allestito alle OGR, che si presenta come unica installazione ideata per il Binario 1, è frutto di una collaborazione con Serpentine, nell’ambito della mostra itinerante A Series of Utterly ImprobableYet Extraordinary Renditions.

Arthur Jafa, Rhamesjafacoseyjafadrayton, installation view at OGR Torino, 2022. Photo Andrea Rossetti for OGR Torino. Courtesy OGR Torino

Arthur Jafa, Rhamesjafacoseyjafadrayton, installation view at OGR Torino, 2022. Photo Andrea Rossetti for OGR Torino. Courtesy OGR Torino

CHIARA CAMONI ED EDOARDO SANGUINETI ALLA GAM

La GAM accoglie il confronto tra Chiara Camoni e il collettivo L’Atelier dell’Errore, che genera il progetto Hic sunt Dracones. Nel dialogo tra i due metodi artistici emerge il comune approccio germinativo alla creazione dell’opera, soggetta a un processo di metamorfosi e aggiunte progressive, che modificano le forme senza che possa mai dirsi raggiunto un esito definitivo.  Sono opere che rifuggono da ogni classificazione, e tengono insieme più immagini, più tempi, più momenti. Come i draghi, esseri ibridi, polimorfi e magici.
A Edoardo Sanguineti è invece dedicato lo spazio della Wunderkammer, che ospita la mostra Il volto del poeta. La figura del poeta, regista, drammaturgo, romanziere, intellettuale tra i più lucidi interpreti della contemporaneità è presentata attraverso una selezione di opere della ricca collezione privata di Casa Sanguineti, con focus sulle pagine che l’autore ha dedicato al mondo dell’arte, esplorando la relazione tra immagini e parola letteraria.
In parallelo va in scena l’Ottocento piemontese, con opere “dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento” attinte dalle collezioni della Galleria d’Arte Moderna. L’obiettivo è quello di riflettere su un periodo di grande fermento artistico, politico e culturale che ha animato in particolar modo il Piemonte.

Ottocento ‒ Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento, exhibition view, 2022. Ph. Perrottino

Ottocento ‒ Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento, exhibition view, 2022. Photo Perrottino

ROBERT DOISNEAU DA CAMERA

Camera dedica un’antologica a Robert Doisneau (Gentilly, 1912 – Montrouge, 1994), introdotta in locandina dal celeberrimo bacio (Le baiser de l’Hôtel de Ville) immortalato a Parigi nel 1950. In mostra oltre 130 immagini provenienti della collezione dell’Atelier Robert Doisneau, per indagare non solo la capacità di rappresentare il quotidiano dell’autore francese, ma anche la libertà espressiva delle sue composizioni, che innestano sulle dinamiche surrealiste un approccio ironico al soggetto.
On the Verge è invece il progetto centrato sul linguaggio fotografico di autori emergenti. Nella project room sono sette i giovani fotografi europei che espongono i loro scatti, nell’allestimento a cura di Giangavino Pazzola. Una collettiva di oltre settanta opere che ha presa forma nell’alveo del circuito internazionale Futures Photography, di cui Camera è l’unica rappresentante italiana. Solo fino all’8 gennaio.

Robert Doisneau, Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris, 1950 © Robert Doisneau

Robert Doisneau, Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris, 1950 © Robert Doisneau

MARINELLA SENATORE E JOHN CONSTABLE ALLA REGGIA DI VENARIA

Sarà esposta fino all’8 gennaio l’installazione luminosa di Marinella Senatore alla Venaria Reale, in piazza dell’Annunziata. Ispirata alle tradizionali luminarie del Sud Italia, Assembly si è già resa protagonista a Londra l’estate scorsa, in occasione del progetto Afterglow promosso dalla Galleria Mazzoleni. Ma l’artista porta alla reggia anche sei piccole sculture di luce site specific, esposte fino al 5 febbraio nell’Anticamera dei Valletti a piedi, al Piano nobile.
E prosegue la mostra dedicata alla pittura di paesaggio di John Constable. L’artista inglese è protagonista con i suoi paesaggi dell’anima, attraverso una sessantina di opere che spaziano dagli schizzi e dai dipinti di piccole dimensioni realizzati en plein air ai più vasti e iconici paesaggi romantici, come la celebre veduta di Stratford Mill.
Nei Giardini della Reggia, invece, approdano nove grandi opere di Riccardo Cordero, in acciaio e bronzo, realizzate tra il 2002 e il 2020. Le sculture-monumento dell’artista torinese dialogano qui con il contesto storico, ambientale e architettonico della residenza reale, quasi fossero asteroidi e meteore cadute dal cielo.

John Constable, exhibition view at Venaria Reale, Torino, 2022. Ph. Luigi De Palma

John Constable, exhibition view at Venaria Reale, Torino, 2022. Photo Luigi De Palma

REGINA JOSÉ GALINDO AL PARCO ARTE VIVENTE

Si intitola Tierra, prendendo in prestito il titolo dell’omonima performance (2013) dell’artista, la mostra di Regina José Galindo (Città del Guatemala, 1974) al Parco Arte Vivente, a cura di Marco Scotini. La personale dell’artista guatemalteca, poetessa e attivista impegnata sul tema della giustizia sociale che indaga attraverso pratiche performative, segue un filone già avviato al PAV, impegnato a evidenziare le relazioni che intercorrono tra sfruttamento ambientale e soggetti oppressi. La ricerca di Galindo, che dalla fine degli Anni Novanta utilizza il suo corpo come strumento di intensa pratica artistica di denuncia, è presentata al PAV attraverso alcune performance emblematiche sui temi dell’ecologia, tra crisi energetica e corruzione politica ed economica, da Mazorca (2014) a Coal to light the fire, lavoro inedito che stigmatizza la scelta di molti Paesi europei di riaprire le centrali a carbone per sopperire ai tagli energetici della Russia. Qui, Galindo usa ancora una volta il suo corpo in modo efficace, facendosi lentamente ricoprire da un cumulo di carbone, che lascia scoperto solo il suo volto.

Regina José Galindo, Tierra. Installation view at PAV - Parco Arte Vivente, Torino, 2022. Photo Francesca Cirilli, courtesy PAV - Parco Arte Vivente, Torino

Regina José Galindo, Tierra. Installation view at PAV – Parco Arte Vivente, Torino, 2022. Photo Francesca Cirilli, courtesy PAV – Parco Arte Vivente, Torino

OLAFUR ELIASSON AL CASTELLO DI RIVOLI

Con Orizzonti tremanti, mostra a cura di Marcella Beccaria, Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967) arriva – ma sarebbe più corretto parlare di ritorno – al Castello di Rivoli. Per l’occasione la Biblioteca del castello allestisce una speciale sala di lettura, con una selezione di quasi cento cataloghi monografici che coprono la produzione dell’artista, a partire dalle primissime mostre personali negli Anni Novanta fino al presente. La mostra si apprezza invece nella Manica Lunga, dove trovano spazio sei opere d’arte immersive (alcune inedite) dalla struttura a cuneo, che giocano su illusioni ottiche provocate da specchi e proiezioni di luce. In particolare nei caleidorama il pubblico osserva schemi complessi di forme in movimento che interagiscono per creare un ambiente visivo e spaziale in continua evoluzione. Ma è anche il legame tra l’artista danese e la sede espositiva di Rivoli a essere celebrato: l’installazione Your circumspection disclosed (1999) è infatti allestita nel mezzanino della Manica Lunga, sala per la quale è stata originariamente ideata dall’artista. In concomitanza con il 38esimo anniversario del museo, The sun has no money (2008) è allestita nella sala a volta del XVIII secolo, per la quale era stata inizialmente progettata da Eliasson.

Esperimenti di luce per la mostra Orizzonti tremanti al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 2022. Ph. Tegan Emerson, courtesy Studio Olafur Eliasson

Esperimenti di luce per la mostra Orizzonti tremanti al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 2022. Photo Tegan Emerson, courtesy Studio Olafur Eliasson

MICHAL ROVNER ALLA FONDAZIONE MERZ

Alert è il progetto site specific pensato dall’artista israeliana Michal Rovner (Tel Aviv, 1957) per la Fondazione Merz. Fino alla fine di gennaio, gli spazi interni della fondazione accolgono l’allestimento di videomapping perfezionato dall’autrice: l’animale guida di Rovner è lo sciacallo, caricato di molteplici significati, dalla simbologia antica che lo riconduce alla figura divina di Anubi alla metafora della diffidenza e della paura dell’altro al giorno d’oggi. A quest’ultimo tema fa riferimento la sezione documentaristica sull’esperienza migratoria, realizzata in collaborazione con Bbc e Unhcr: per riflettere sulla crisi dei rifugiati, infatti, Michal Rovner ha trascorso notti tra i campi bui, in attesa di un incontro con gli sciacalli, ripresi con una camera a infrarossi.

Michal Rovner, Night -11, 2016, Archival Pigment Print. Courtesy the artist and Pace Gallery

Michal Rovner, Night -11, 2016, Archival Pigment Print. Courtesy the artist and Pace Gallery

SIMON STARLING (PER TIEPOLO) ALLA PINACOTECA AGNELLI

Si ripete con una seconda edizione il progetto Beyond the Collection, che con cadenza annuale mette in dialogo un’opera della Pinacoteca Agnelli con altri lavori in prestito da istituzioni nazionali e internazionali, per riattivarla attraverso l’intervento di artiste e artisti contemporanei. Tiepolo x Starling allude al legame stabilito dall’artista inglese Simon Starling con l’Alabardiere in un paesaggio di Giambattista Tiepolo. Il progetto, avviato nel 2019, porta Starling a cercare la parte mancante della tela settecentesca, attraverso fotografia, scultura e installazione, per evocare una nuova narrazione del quadro. Per l’occasione, in Pinacoteca sono allestite altre opere del Tiepolo in prestito da collezioni internazionali, che offrono all’artista inglese nuove chiavi di interpretazione.
Mentre la Pista 500, lungo l’ex pista di collaudo delle automobili Fiat sul tetto del Lingotto, si mostra arricchita di nuove installazioni site specific: l’area di sosta di Liam Gillick, la speciale segnaletica stradale di Marco Giordano, il billboard con la fotografia di Nan Goldin, l’insegna dei SUPERFLEX.

Simon Starling, Pedigree English Greyhound, Valldemossa dell’Attimo Fuggente (Vera) photographed at Four Studios, Mirafiori Car Plant, Turin, 2019. 100 x 140 cm

Simon Starling, Pedigree English Greyhound, Valldemossa dell’Attimo Fuggente (Vera) photographed at Four Studios, Mirafiori Car Plant, Torino, 2019. 100 x 140 cm

LE MOSTRE DELLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO

Fino al 26 febbraio si visitano alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo quattro progetti di ricerca sui linguaggi contemporanei. Backwards Ahead indaga il concetto di tempo, “in avanti” e “indietro”, mettendo in discussione l’idea di una progressione lineare, a partire dai lavori in collezione e attraverso i linguaggi della scultura, dell’installazione e della fotografia.
È invece un’installazione audiovisiva il progetto di Lawrence Abu Hamdan, dal titolo Air Pressure (A Diary of the sky), che si concentra sullo spazio aereo libanese, e su una condizione di onnipresente e intenso inquinamento acustico (“violenza atmosferica”, secondo l’artista) che influenza la vita del popolo libanese.
Diana Policarpo, artista vincitrice del Premio illy Present Future 2021, è invece protagonista con la personale Liquid Transfers (solo fino all’8 gennaio): fulcro della mostra è l’installazione audio video multicanale, in formato video essay, che esplicita la ricerca dell’artista sull’universo dei funghi e sulle implicazioni economiche, sociali e politiche del loro impiego nel corso della storia moderna e contemporanea.
La personale di Victor Man Eyelids, Towards Evening – raccoglie invece diciannove opere dell’artista rumeno focalizzate sui generi del ritratto e dell’autoritratto.

Victor Man, Girl with Laughing Cat, 2021, Oil on canvas, 20 7/8 x 17 3/4 inches (53 x 45 cm), 21 3/4 x 18 1/2 x 1 3/4 inches (55.3 x 47 x 4.5 cm) framed, © Victor Man Courtesy of the artist and Gladstone Gallery, Photography by Stefan Korte

Victor Man, Girl with Laughing Cat, 2021, Oil on canvas, 20 7/8 x 17 3/4 inches (53 x 45 cm), 21 3/4 x 18 1/2 x 1 3/4 inches (55.3 x 47 x 4.5 cm) framed, © Victor Man Courtesy of the artist and Gladstone Gallery, photo Stefan Korte

SALVADOR DALÍ ALLA PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI

Sono le cucine della Palazzina di Caccia di Stupinigi ad accogliere l’universo di Salvador Dalí nella sua dimensione più quotidiana, ma non meno onirica e trasfigurata. Il filtro del Surrealismo si applica infatti anche a oggetti e suppellettili di uso comune, dai mobili ai gioielli, esposti in mostre insieme a sculture monumentali, libri illustrati e oggetti in pasta di vetro. The Exhibition è un viaggio nelle ossessioni visive dell’artista spagnolo, a cura di Beniamino Levi, che gli commissionò in prima persona delle sculture in bronzo derivate dalle sue opere più celebri.

Jean Dieuzaide, Salvador Dalí, s.d. Collezione Würth © Jean Dieuzaide

Jean Dieuzaide, Salvador Dalí, s.d. Collezione Würth © Jean Dieuzaide

OLIVIERO TOSCANI ALLA GALLERIA MAZZOLENI

Dopo il tour tra Milano e Bologna, è la Galleria Mazzoleni a ospitare il terzo e ultimo atto del ciclo di esposizioni che celebra gli ottant’anni di Oliviero Toscani, raccogliendo un’ampia selezione di scatti curata dal fotografo meneghino, dalle sue immagini più iconiche al corpus inedito di scatti del Grande cretto di Burri di Gibellina, presentati per la prima volta con la tecnica innovativa della stampa su cemento. L’antologica si sviluppa in oltre cento immagini che abbracciano la carriera dell’autore dagli esordi a Zurigo alle provocatorie campagne di comunicazione, dai ritratti di personalità celebri ai progetti di denuncia contro le discriminazioni razziali e le diseguaglianze, sempre caratterizzati dal linguaggio potente e trasgressivo di Toscani.

Toscani Chez Mazzoleni, exhibition view at Galleria Mazzoleni, Torino, 2022. Photo Renato Ghiazza

Toscani Chez Mazzoleni, exhibition view at Galleria Mazzoleni, Torino, 2022. Photo Renato Ghiazza

RALLY E DESIGN INDUSTRIALE AL MAUTO

Due sono i progetti espositivi da visitare al Museo dell’Automobile. Fino al 26 febbraio, DNA. I geni dell’automobile è la mostra dedicata al design industriale del settore dell’automotive, attraverso le storie e i traguardi raggiunti tra Torino e Milano nella seconda metà del Novecento. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’ADI Design Museum ‒ Compasso d’Oro di Milano.
Si protrae invece fino al mese di maggio The Golden Age of Rally, viaggio nella storia di una disciplina sportiva legata alle gesta di grandi piloti, come Biasion, Mäkinen, Kankkunen, Mouton, Pinto, Sainz. Per l’occasione il museo espone le vetture conservate presso la Fondazione Gino Macaluso, protagoniste dei rally più celebri, dal Mille Laghi al Rally Safari di Montecarlo.

The Golden Age of Rally, exhibition view at Mauto, Torino, 2022

The Golden Age of Rally, exhibition view at Mauto, Torino, 2022

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