Tutti i Leoni alla Biennale di Venezia 2019. Lituania, Haris Epaminonda e Arthur Jafa in trionfo

Dal Padiglione Belgio menzione speciale, all’acclamatissimo Padiglione Lituania che vince. E Arthur Jafa miglior artista

In una conferenza stampa gremitissima che fungeva anche da Cerimonia di apertura della 58. Biennale di Venezia, il Presidente Baratta e un emozionatissimo Ralph Rugoff, annunciano i Leoni d’Oro alla Biennale di Venezia. Come di consueto è il momento dei ringraziamenti e anche di qualche stima: i numeri verranno dopo, ma gli organizzatori sono già in grado di conteggiare i 4000 giornalisti accreditati. Oltre al già annunciato Leone d’Oro alla Carriera a Jimmie Durham, la giuria composta da Stephanie Rosenthal, Cristiana Collu, Dafne Ayas, Sunjung Kim, Hamza Walker, comunica la menzione speciale a Teresa Margolles per l’opera dedicata al tema del narcotraffico in Messico e agli effetti che questo ha sulle donne. Menzione speciale anche a Otobong Nkanga, anch’ella in prima linea su temi analoghi.

LEONE D’ARGENTO AD HARIS EPAMINONDA

Leone d’argento a Haris Epaminonda per le sue installazioni all’Arsenale e ai Giardini, secondo la giuria la più promettente artista della Biennale di Venezia tanto da guadagnarsi il riconoscimento che viene assegnato al miglior giovane. La cipriota Epaminonda, in realtà, è un’artista tutt’altro che emergente e, anzi, è emersa da tempo ed è tutt’altro che “giovane” essendo prossima ai 40 anni. La giuria è stata giustamente colpita dalla sua estrema eleganza compositiva e di assemblaggio che caratterizza le installazione proposte “che uniscono in un’attenta costruzione immagini, oggetti, testo, forme e colori… potente e duttile al tempo stesso“.

LEONE D’ORO A ARTHUR JAFA

Consegna il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia il governatore Luca Zaia ad Arthur Jafa per il film The White Album, una disamina sul tema razziale allo stesso tempo critica e politica, ma che per la giuria è anche in grado di parlare d’amore. Jafa è presente con il film al Padiglione Centrale ai Giardini, ma ci sono anche le sue grandi sculture a forma di ruota catenata all’Arsenale, ugualmente da non perdere. Secondo la giuria il film di Jafa indaga in maniera appropriata sul tema della razza ponendosi allo stesso tempo come saggio, come poesia e come ritratto.

MENZIONE PER IL BELGIO

Il momento dei Padiglioni vede il Belgio, con il progetto Mondo Cane di Jos de Gruyter & Harald Thys, menzione speciale. In effetti il padiglione appare ben centrato, capace di lavorare sugli stereotipi e narrativo al punto giusto. E oltretutto in perfetta coerenza con una certa ironia noir tipica del paese. “Horror spietato” l’ha correttamente definito la giuria commentando i fantocci del padiglione curato da Anne-Claire Shmitz.

LEONE D’ORO PER LA LITUANIA

Vince come migliore partecipazione nazionale invece – ma noi lo avevamo un po’ previsto – il Padiglione della Lituania allestito in uno spazio interno trasformato in spiaggia con performer-bagnanti intenti ad intonare canti e nenie struggenti (con contenuti anche banali o personali o di dialoghi di tutti i giorni) adagiati su lettini, su asciugamani e sotto a ombrelloni, con il pubblico che può guardarli da un loggiato in alto, “dal punto di vista del sole”. Per il secondo anno di fila, insomma, il Leone d’Oro per la partecipazione nazionale va ad un’opera performativa. Che si svolgerà in realtà nel corso dei mesi di apertura della mostra solo un giorno a settimana, il sabato. In tutti questi giorni di opening il padiglione è stato comunque acclamatissimo da critica e stampa grazie all’intervento del composito team femminile di creative Rugilè Barzdziukaitè (regista e filmaker), Vaiva Grainylè (scrittrice), Lina Lapelyte (artista). Sun & Sea (Marina) il titolo, è a cura della italiana Lucia Pietroiusti. Il progetto è il migliore, secondo la giuria, per la sua capacità di interagire con la città e per la profondità dell’azione performativa e dei contenuti veicolati. La giuria è stata anche colpita per “l’originalità dell’uso dello spazio espositivo, che inscena un’opera brechtiana e per l’impegno attivo che il padiglione ha dimostrato nei confronti della città” collocato com’è, aggiungiamo noi, in una zona nascosta, popolare, fuori dai flussi turistici, nelle calli più profonde e difficilmente raggiungibili del Sestiere di Castello. Riguardo alla relazione con la città, poi, la giuria allude anche al fatto che il padiglione abbia permesso di aprire al pubblico per la prima volta degli spazi di proprietà della Marina Militare sempre chiusi, e anche il fatto che il vinile\catalogo del padiglione sia stato realizzato interamente grazie a maestranze locali. Non è tra l’altro la prima volta che le tre artiste propongono un progetto di grande impatto, già nel 2013 avevano dato vita a Have a God Day!, un’operetta in cui protagoniste erano 10 cassiere di un supermercato che cantavano davanti al pubblico le frasi che tutti giorni meccanicamente sono solite ripetere ai clienti, un lavoro di 55 minuti presentato soprattutto in teatri e festival e pluripremiato. Il riconoscimento certifica anche un momento particolarmente felice della Lituana, un piccolo paese che sta puntando tutto (a livello nazionale così come a livello internazionale) sulla creatività, sulle nuove tecnologie, sui giovani. E i risultati si iniziano a vedere. La Lituania, non va dimenticato, può vantare anche l’artista più giovane (e l’unico nato negli anni Novanta) presente nella mostra internazionale di Rugoff oltretutto.

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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