Alle OGR di Torino Arthur Jafa riflette su Black music e Blackness

Si ispira ai nomi di chitarristi degli Anni Settanta la mostra di Arthur Jafa a Torino. Una riflessione sul tema dell’identità, concetto chiave nella ricerca artistica di questo grande artista

Sembra di entrare nel ventre della balena o in un tunnel dell’orrore. Due suggestioni che collimano nella mostra di Arthur Jafa (Tupelo, 1960) alle OGR di Torino, realizzata in collaborazione con le Serpentine Galleries di Londra. Un percorso labirintico in una struttura in corten ‒ con le pareti ricoperte di stampe disturbanti tratte dai Picture Books (la serie di immagini sulla Black culture che l’artista ha iniziato a raccogliere a metà degli Anni Ottanta) – conduce a un approdo che del concetto di salvezza non ha proprio nulla. Piuttosto è la coazione a ripetere gli stessi errori tipica di un trauma subito la sensazione che comunica la sua ultima opera, Aghdra (2021).

BLACKNESS E IDENTITÀ NELL’ARTE DI ARTHUR JAFA

Una video-animazione angosciante di 85 minuti che presenta un eterno tramonto ‒ a tratti oscurato da un moto ondoso magmatico sempre più impetuoso ‒, coniugando il suono di un basso vibrante sul pavimento con la musica popolare nera per ottenere una dimensione di trance, di momentanea anestesia da un dolore troppo forte. “Mi hai abbandonato / L’amore non vive più qui / Solo un posto vacante, tesoro / L’amore non vive qui, non vive più qui / no no no“, recita una delle canzoni, un brano R&B del 1978 della band Rose Royce, distorto e rallentato al limite del riconoscibile.
La mostra, che non a caso s’intitola RhamesJafaCoseyJafaDrayton citando i nomi di tre famosi chitarristi funk/jazz/soul degli Anni Settanta come Arthur Rhames, Pete Cosey e Ronny Drayton, è tutta un tentativo di portare, attraverso la Black music, a una comprensione più profonda del tema dell’identità razziale. In una parola la Blackness.

Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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