Street Art e riqualificazione. Il caso di Badia Lost & Found a Siracusa

Intervista a Giorgio Franco, presidente di Badia Lost & Found, il progetto di riqualificazione urbana a impronta artistica e partecipativa pensato per il quartiere di Badia a Lentini, in provincia di Siracusa.

La società cooperativa Badia Lost & Found è un’organizzazione che da quattro anni ha avviato un processo di riattivazione del sopracitato sito comunale, Badia di Lentini, in provincia di Siracusa, prima dismesso e poi destinato a usi impropri (come, ad esempio, il deposito dei mezzi della nettezza urbana, tra gli anni Settanta e Ottanta). Il sito è una dimora storica appartenuta alla famiglia Beneventano, baroni della Corte, risalente alla ricostruzione post-sisma del 1693.
La cooperativa ha avviato un nuovo modo di ripensare gli spazi, creando così una inedita forma di co-partecipazione culturale con e per i cittadini del territorio. Ne abbiamo parlato con il presidente Giorgio Franco.

Ci puoi raccontare il vostro progetto?
Badia Lost & Found è un progetto ideato tra il 2016 e il 2017, nasce per aumentare l’offerta culturale dei territori dell’area nord della provincia di Siracusa, ma anche per restituire dignità all’impegno che fino ad allora numerosi studenti e professionisti avevano speso ai fini della valorizzazione del patrimonio culturale locale.
L’idea è quella di aumentare il valore del contemporaneo con l’arte, ma anche di sviluppare nuovi profili professionali nel campo delle attività legate alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale. Badia Lost & Found, oltre a essere un progetto di co-creazione di valore attraverso l’arte contemporanea, nasce per creare un impegno, sotto molti aspetti inedito, siglato tra cittadini e patrimonio, per stimolare e diffondere la conoscenza della storia e delle identità del territorio, anche fuori dalla “comfort zone” della valorizzazione, svecchiando un’offerta culturale a lungo cicatrizzata, ma soprattutto in grado di avere capacità di trasmettere/insegnare alle generazioni future.

In cosa consiste, concretamente, il progetto?
Le attività di Badia oggi interessano una superficie di circa duecentomila metri quadrati: un quartiere, un sistema articolato in cortili, edifici comunali, spazi a cielo aperto e molti altri luoghi caratteristici. Dopo il periodo di massima densità demografica per Lentini, circa 35mila abitanti, oggi ‒ complice la costante migrazione giovanile ‒ si presentano molti “negativi urbani”, spazi desertici, inospitali e repulsivi; luoghi incastonati nel tessuto urbano ma prevalentemente inesplorati e dimenticati, che Badia Lost & Found vuole valorizzare attraverso l’omonimo progetto di ricreazione artistico-culturale ma anche di Cura dei Luoghi.

Da cosa deriva il nome?
Nel 2017, quando si presentò a noi la necessità di coniare un nome e un’identità visiva del progetto, ci siamo ispirati alla logistica e alla posizione geografica ‒ fortemente strategica ‒ del territorio leontino; una dicotomia tra un toponimo locale e un servizio utile alla mobilità dell’uomo, tra l’area “operativa” del nostro progetto e una nuova filosofia entro cui abitare, ecco perché “Badia Lost & Found”: Badia, toponimo che indica il quartiere costruito intorno alla Chiesa della SS. Trinità e il Palazzo Beneventano (area indicata come “abbazia” per la presenza dei diversi ordini religiosi, da lì il nome del quartiere: Badia); mentre Lost & Found, dalla lingua inglese “smarrito e ritrovato”, è facilmente intuibile dalla sua denominazione: si tratta di un servizio aeroportuale dedicato alla restituzione di bagagli smarriti; l’eccezione sta nei bagagli che si intendono restituire: quelli della Cultura. Il rimando al vicino aeroporto di Catania/Fontanarossa è l’auspicio di un territorio che, essendo prossimo a una “porta europea”, possa divenire sempre più ospitale, accogliente e attraente.

Gio Pistone e Nicola Alessandrini, Ruggero e l’Orca, via S.Francesco d’Assisi – quartiere Badia, Lentini 2017, photo Stefania Urrata

Gio Pistone e Nicola Alessandrini, Ruggero e l’Orca, via S.Francesco d’Assisi – quartiere Badia, Lentini 2017, photo Stefania Urrata

BADIA LOST & FOUND E LA STREET ART

Quali obiettivi vi prefiggete?
In tre parole chiave: Persone, Arte, Patrimonio Culturale.  Intendiamo la pratica dell’arte come momento di partecipazione civica e creazione figurativa di riferimenti urbani in cui riconoscersi; l’arte non può essere considerata come una “semplice azione giocosa”, ma spazio di laboratorio, di crescita.  Inscrivere le opere urbane e museali nel contesto in cui sono esposte, relazionarsi alla missione sociale che motiva la coop. Badia, contrapporre una modernità che non ricerca il contrasto con la sfera urbana o la dimensione storica, ma ne esalta la matrice: questo è il significato dei nostri obiettivi, che mette al centro le persone.

Quale esperienza avete avuto con la Street Art in questo progetto?
Sento di poter dire che quella di questi ultimi quattro anni è stata un’esperienza edificante, sia da un punto di vista umano che formativo, vale per tutti noi del team, ma anche per gli artisti stessi. La Street Art, l’arte contemporanea pubblica, rappresenta senza dubbio un valore aggiunto al nostro lavoro, perché in grado di generare nuovo interesse nelle persone e quindi è un forte elemento di sperimentazione sociale, di frequentazione d’uso culturale e di interesse turistico, molto attrattivo. In un “quartiere-cerniera”, come quello della Badia di Lentini, tra centro storico e periferia, l’appartenenza alle strade è forte e lo si percepisce dagli anziani che vivono lo spazio pubblico come casa; sono gli stessi abitanti adulti ad apprezzare le nostre attività ludico-didattiche di strada, perché trasformano la monotonia del quotidiano in un luogo artistico ‒ complici i murales realizzati.

Perché pensi che la Street Art possa valorizzare un progetto?
Beh, innanzitutto perché la Street Art è pura manifestazione sociale, culturale e artistica, la più diffusa in tutto il pianeta; poi perché la Street Art permette un pubblico molto più vasto di una tradizionale galleria d’arte. Le creazioni di opere d’arte pubbliche creano un inedito e rinnovato desiderio di riappropriarsi del proprio territorio, considerando centrale il binomio arte e realtà urbana. Questo genere di impatto e di reazione di abitanti e pubblici rappresenta di per sé un valore per il nostro team e per tutto il territorio.

Mauro Patta, Ethnika, luglio 2020, photo Nuccio Costa e Giorgio Franco

Mauro Patta, Ethnika, luglio 2020, photo Nuccio Costa e Giorgio Franco

PRESENTE E FUTURO DI BADIA LOST & FOUND

Come state vivendo questo momento di pandemia?
Lo stiamo vivendo responsabilmente interpretandolo come momento di opportunità; oggi, che per contrastare il drammatico contagio del Covid-19 siamo tutti costretti a rimanere dentro i nostri spazi domestici, dobbiamo approfittare per riflettere sul dilemma della società aperta: la neghiamo per curarci ma la dobbiamo invocare per riprenderci e per generare i nuovi anticorpi culturali e, più in generale, di relazione sociale.
Un progetto di rigenerazione urbana, un luogo del contemporaneo e una cooperativa di produzione e lavoro sono un’unica fucina di progetti che ragiona sui temi del momento affrontando il “nemico” che oggi è globale e questo il quartiere Badia, il Palazzo Beneventano e la coop. Badia Lost & Found lo stanno dimostrando. In particolare, gli ultimi due progetti di Peppe Vaccaro e Mauro Patta sono stati realizzati nel periodo di riapertura dal primo lockdown, rispettivamente ad agosto e ottobre 2020, dimostrando che, se l’attività di fruizione del monumento era momentaneamente sospesa, non valeva altrettanto per l’impegno di riqualificazione del contesto urbano. L’attività condotta a Lentini, proprio per le peculiarità finora elencate, è stata già oggetto di una decina di tesi di laurea, che ne hanno analizzato il modello gestionale.

Progetti per il futuro?
Tantissimi. In ordine cronologico, il prossimo sarà l’inaugurazione della prima collezione d’arte contemporanea in mostra permanente a Palazzo Beneventano, avente per tema il Sole: AROUND THE SUN, ovvero “ATTORNO AL SOLE”; una scelta non casuale, alla quale hanno aderito ben 46 artisti internazionali; il Sole ‒ come allegoria alla solitudine da lockdown, ma anche come “ritorno alla luce”, alba-tramonto e nuovamente alba. La creazione di una inedita pinacoteca d’arte contemporanea a Palazzo Beneventano, quale Luogo del Contemporaneo e “quartier generale” del Parco Urbano d’Arte della Provincia di Siracusa (il primo del genere). Seguirà prossimamente una mostra che vedrà al centro di essa gli abitanti del quartiere.

Alessia Tommasini

https://badialostandfound.com/

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Alessia Tommasini

Alessia Tommasini

Sono veneta di nascita, ho abitato per anni a Roma e ora a Firenze. Mi sono laureata in Filosofia a Padova e subito ho cominciato a muovere le mie prime esperienze nel campo della creatività e dell'arte, formandomi come editor,…

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