Il 2022 dell’architettura contemporanea in 10 notizie

Edifici, progettisti, temi e traiettorie di ricerca, vicende: che anno è stato il 2022 per l’architettura italiana e internazionale? Una ricognizione degli ultimi 12 mesi, con lo sguardo già rivolto al 2023

Non (solo) una classifica con le migliori architetture inaugurate nel 2022: il best of dedicato all’architettura ripercorre l’anno in chiusura intercettando le personalità in ascesa, i temi rilevanti, i fatti attorno ai quali si è concentrato il dibattito dentro e fuori la cerchia dei professionisti.

Valentina Silvestrini

HOUSE OF MUSIC HUNGARY – SOU FUJIMOTO ARCHITECTS

House of Music, Hungary ©LIGET BUDAPEST. Photo Palkó György

House of Music, Hungary ©LIGET BUDAPEST. Photo Palkó György

Tramonti, alberi, nuvole, viste aeree di metropoli e campagne si susseguono in un equilibrato flusso nel profilo Instagram di Sou Fujimoto. Istantanee dalle quali emergono i temi ricorrenti nella pratica dell’architetto giapponese: leggerezza, trasparenza, mutevolezza, studio della luce. Attualmente impegnato con il masterplan di Osaka Kansas Expo 2025, nell’ambito del Liget Budapest Project ha progettato la House of Music Hungary, inaugurata proprio all’inizio del 2022. Selezionato tra 170 candidature, l’edificio azzera le distanze con il parco circostante, testimoniando l’incessante lavoro di Fujimoto sull’annullamento fra “interno” ed “esterno”. Eppure, sono quasi trascorsi dieci anni dal suo memorabile Serpentine Pavilion. A caratterizzare la nuova struttura nella capitale ungherese sono generose vetrate perimetrali e, soprattutto, una maxi-copertura variamente perforata. Alla dimensione confinata delle sale da concerti canoniche, questo impianto preferisce le connessioni con il verde, la luce, l’aria. Per esperienze di ascolto e avvicinamento alla musica “sospesi” fra cielo e terra.

TAIPEI PERFOMING ARTS CENTER – OMA

Taipei Performing Arts Center © OMA by Chris Stowers

Taipei Performing Arts Center © OMA by Chris Stowers

A lungo atteso, il complesso che nella capitale di Taiwan accoglie tre innovativi teatri e, alzandosi dal suolo, genera una piazza a ridosso del mercato notturno di Shilin, possiede un rilievo che va al di là delle qualità strettamente architettoniche. Progettato dallo studio OMA (su disegno di Rem Koolhaas e David Gianotten), è stato aperto al pubblico ad agosto 2022, nel corso di uno degli anni in cui il confronto sul futuro dello stato insulare asiatico si è fatto più pressante, conquistando piena risonanza globale. Con le sue dotazioni interne e spingendo al massimo sul fronte della flessibilità, il TPAC finisce per incarnare simbolicamente lo slancio di apertura di un’intera comunità. O, ricorrendo alle parole del CEO Austin Wang, “with freedom of expression as its foundation, Taipei Performing Arts Center has a mission to champion the multiplicity of voices in Taiwan”.

SYDNEY MODERN PROJECT – SANAA

Aerial view of the Art Gallery of New South Wales’ new SANAA designed building, 2022, photo © Iwan Baan

Aerial view of the Art Gallery of New South Wales’ new SANAA designed building, 2022, photo © Iwan Baan

Negli anni, fra Giappone, Stati Uniti ed Europa, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa con lo studio SANAA ci hanno abituato a un lessico architettonico coerente e riconoscibile, scandito da volumi rarefatti ed eterei, talvolta dotati di un’indole sinuosa, curvilinea. Per il primo progetto in terra australiana, l’appena inaugurata estensione dell’Art Gallery of New South Wales di Sydney, lo studio giapponese ha agito in un lotto-cerniera, fra città e baia. Facendo leva sul vocabolario cari ai due architetti e attivando una pluralità di connessioni con il paesaggio, l’ampliamento del nucleo museale esistente (oggetto di ripetute estensioni nel corso del Novecento) rappresenta già un unicum nella storia architettonica del Paese. Ha infatti ottenuto 6 stelle da parte del Green Building Council of Australia, divenendo il primo museo pubblico australiano per prestazioni in termini di sostenibilità.

MUSEO D’ARTE DELLA FONDAZIONE ROVATI – MCA – MARIO CUCINELLA ARCHITECTS

Fondazione Rovati, Milano. Piano Ipogeo, Vivere in città. Crediti fotografici Giovanni De Sandre per Fondazione Rovati

Fondazione Rovati, Milano. Piano Ipogeo, Vivere in città. Crediti fotografici Giovanni De Sandre per Fondazione Rovati

La genesi del Museo d’Arte della Fondazione Rovati, a Milano, è stata accompagnata da una certa riservatezza, interrotta da misurate dichiarazioni e interviste, rilasciate anche ad Artribune, dal 2015 al 2022. Un tempo durante il quale, all’interno dell’ottocentesco palazzo milanese Bocconi-Rizzoli-Carraro, lo studio MCA – Mario Cucinella Architects ha lavorato a un intervento articolato, che si presta a una serie di letture e valutazioni. Fra queste, a meritare attenzione è soprattutto la dimensione –ipogea, scultorea, teatralmente illuminata – degli ambienti riservati alla collezione etrusca. Uno spazio aulico, in cui il riferimento alla grotta sollecita nel visitatore l’idea di un’imminente scoperta. Per realizzare il rivestimento che contraddistingue le sale espositive sono stati impiegati 30mila conci di pietra serena, provenienti dalle cave di Fiorenzuola: singolarmente disegnati e montati, avvolgono insieme i reperti antichi, il pubblico e i “contrappunti” di arte moderna inseriti nel percorso.

PROCURATIE VECCHIE – DAVID CHIPPERFIELD ARCHITECTS MILANO

Foto credits Alessandra Chemollo

Foto credits Alessandra Chemollo

Mettere a segno la ristrutturazione di un’architettura simbolo del Novecento (la Neue Nationalgalerie di Berlino) e il restauro che ha consentito l’apertura al pubblico, per la prima volta e dopo cinquecento anni dall’edificazione, delle Procuratie Vecchie di Venezia non è esattamente un “lavoro per tutti”. David Chipperfield Architects (rispettivamente con gli uffici tedeschi e di Milano) ci riesce nel giro di un biennio, adottando nel caso della città lagunare tecniche locali per anteporre la salvaguardia del patrimonio esistente al desiderio di segnalare a tutti i costi il proprio contributo. A questo restauro è dedicata la mostra fotografica, con opere di Alessandro Chemollo, aperta fino a domenica 18 dicembre presso Casabella Laboratorio in via Vigevano 8, a Milano.

FRANCIS KÉRÉ VINCE IL PRITZKER PRIZE 2022

Kéré Architecture, Xylem. Photo ©Iwan Baan

Kéré Architecture, Xylem. Photo ©Iwan Baan

È un auspicio a “cambiare il paradigma”, in un contesto internazionale dove gli schemi di produzione e consumo delle risorse risultano definitivamente insostenibili, quello rivolto da Diébédo Francis Kéré in occasione dell’assegnazione del Pritzker Architecture Prize 2022. Il più significativo riconoscimento mondiale del settore architettura è stato quest’anno conferito da una giuria presieduta dall’architetto cileno Alejandro Aravena, a sua volta Pritzker Prize nel 2016 – al progettista originario di Gando, in Burkina Faso. Un uomo che attraverso la disciplina architettonica ha capovolto la propria sorte, a tal punto da divenire il primo progettista africano a ottenere l’ambito titolo. Con i suoi progetti, Kéré dimostra come sia possibile rispondere a bisogni essenziali con risorse ridotte, senza rinunciare alla dignità architettonica. “Penso, semplicemente, che se l’architettura non viene fatta per le persone, per cos’altro la facciamo? È una messa a servizio per l’umanità”, aveva del resto raccontato ad Artribune presentando il suo Serpentine Pavilion.

LA CONTROVERSA EREDITÀ DEL NOVECENTO

La Umbrella House nel Vitra campus. Alle spalle il VitraHaus_giugno 2022 credits Vitra photo Dejan Jovanovic

La Umbrella House nel Vitra campus. Alle spalle il VitraHaus_giugno 2022 credits Vitra photo Dejan Jovanovic

Tra nostalgiche pubblicazioni, demolizioni eccellenti, mobilitazioni, ricostruzioni inattese e polemiche attorno alle modalità di intervento sul patrimonio architettonico del XX secolo (la più recenti, in ordine di tempo, riguarda un complesso per uffici di Luigi Moretti a Roma), il Novecento è stato oggetto di discussione, analisi, ricerca per tutto il 2022. Tante le storie meritevoli di essere ricordate e raccontate. Nell’anno dell’addio alla metabolista Nakagin Capsule Tower di Tokyo, grazie al salvataggio promosso dall’architetta giapponese Kazuyo Sejima, l’Umbrella House di Kazuo Shinhoara è stata “messa in salvo” in terra tedesca: oggi arricchisce il campus delle meraviglie targato Vitra, a Weil am Rhein. Dopo la recente rinascita della Neue Nationalgalerie, a Berlino, in maniera probabilmente inaspettata ai più negli Stati Uniti è stato realizzato e inaugurato un “nuovo” edificio di Mies van der Rohe. Appena settant’anni dopo la sua progettazione.

ARCHITETTURA E CAMBIAMENTO CLIMATICO

Sea Level Rise Catalogue. Image ©MVRDV

Sea Level Rise Catalogue. Image ©MVRDV

Sostenibile, biofilico, green, circolare, net carbon zero, etico, eco: sono alcune delle espressioni adottate incessantemente anche quest’anno (fino al limite della tollerabilità!) per presentare progetti completati o candidati in occasione di concorsi. Ma a che punto siamo davvero nel percorso di (inevitabile) evoluzione dell’architettura, in termini di tecniche, materiali, tecnologie, processi, alla luce del cambiamento climatico? Anziché un singolo edificio o un professionista, su questo cruciale fronte segnaliamo l’iniziativa Sea2City Design Challenge promossa dalla municipalità di Vancouver. La città costiera canadese, al pari di Manila o Miami, dovrà affrontare i contraccolpi dell’innalzamento del livello del mare. “Lavorare con l’acqua, non contro di essa” è lo slogan che ha guidato il lavoro del North Creek Collective, team di progettazione del quale ha fatto anche lo studio MVRDV. Il risultato? Un catalogo, con un elenco di strategie e soluzioni per la salvaguardia degli edifici e delle infrastrutture esistenti, oltre alle buone pratiche da seguire nelle nuove strutture.

IL RISVEGLIO DEI CONCORSI IN ITALIA

Nuova BEIC - Biblioteca europea di informazione e cultura di Milano, progetto vincitore. Courtesy Comune di Milano

Nuova BEIC – Biblioteca europea di informazione e cultura di Milano, progetto vincitore. Courtesy Comune di Milano

Che cosa non è mancato nel 2022 all’architettura italiana? Probabilmente i concorsi, trainati dall’“effetto PNRR”. E, di conseguenza, i confronti fra i professionisti su tempi, modalità, giurie ed esiti. Polemiche a parte, proviamo ad ancorarci ad alcune “verità” al momento non confutate. A Firenze, sullo stadio di Nervi e nel quartiere Campo Marte, opereranno Arup Italia, in cordata con Mario Cucinella Architects, Studio Laura Gatti, Luciano Cupelloni e Systematica. A Roma, finita l’era Melandri, il MAXXI diventerà “grande” nel segno di studio LAN, che ha sbaragliato la concorrenza imponendosi al primo concorso al quale ha partecipato nella Capitale. Dalla parte opposta di via G.Reni, è in corso la gara per la Città della Scienza. Boom di concorsi a Milano: la nuova sede di Regione Lombardia sarà disegnata da Park Associati; il gruppo italo-spagnolo capitanato dall’architetto Massimo Giuliani ha vinto il concorso per la nuova sede dei laboratori del Teatro alla Scala; la BEIC – Biblioteca europea di informazione e cultura porterà la firma di onsitestudio; a Settanta7 l’incarico per il Bosco della Musica, a Rogoredo.

FOSBURY ARCHITECTURE CURA IL PADIGLIONE ITALIA ALLA BIENNALE ARCHITETTURA 2023

Fosbury Architecture. Foto © Gianluca di Ioia, La Triennale

Fosbury Architecture. Foto © Gianluca di Ioia, La Triennale

La scelta del collettivo Fosbury Architecture come curatore del Padiglione Italia alla 18. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, diretta da Lesley Lokko, è stata una notizia accolta da un ampio consenso: le aspettative sono già alte e ad alimentarle contribuiscono i primi dettagli diffusi su SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri. Proprio nell’anno del primo decennale di attività, il gruppo formato da Giacomo Ardesio (1987), Alessandro Bonizzoni (1988), Nicola Campri (1989), Claudia Mainardi (1987) e Veronica Caprino (1988) si metterà dunque alla prova con gli oltre 1000mq della Tese delle Vergini, all’Arsenale. Il segnale dato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC, che ha selezionato il progetto di F.A. fra 10 candidature, incluse quella di Associate Architecture, Ludovica Di Falco-SCAPE Architecture, Laboratorio Permanente e Francesca Torzo, è incoraggiante, anche per la presenza di professioniste e per il dato anagrafico. Proprio un’inversione di tendenza rispetto all’assegnazione della curatela a un unico professionista, uomo e affermato, era stata alla base della mobilitazione di nove architette ospitata sulle nostre colonne.

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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