Quattro architetture per capire cos’è la progettazione biofilica

Il rapporto uomo-natura assume un ruolo centrale nell’architettura biofilica: la nuova frontiera della progettazione green che ripensa lo spazio e il verde in funzione del benessere fisico e psicologico di chi li abita. Da Singapore a Milano, ecco quattro esempi virtuosi

Il termine “biofilia”, letteralmente “amore per la vita”, venne coniato dallo psicologo e filosofo tedesco Erich Fromm per descrivere la tendenza innata a essere attratti da tutto ciò che è vivo e vitale. Sulla base di questa teoria, che associa la natura a una serie di benefici fisici e mentali, il biologo statunitense Edward Osborne Wilson formulò nel 1984 una vera e propria ipotesi scientifica supportata da prove empiriche in diversi campi. Fra questi ultimi spicca l’habitat, la cui preferenza da parte dell’uomo rappresenta, secondo lo scienziato, un’importante manifestazione di biofilia. Sono infatti tre le caratteristiche che gli esseri umani sono propensi a ricercare nell’ambiente in cui decidono di vivere e/o lavorare: la posizione sopraelevata con ampia visuale; la vicinanza con ampi spazi verdi, punteggiati da alberi; la presenza di distese o corsi d’acqua nei pressi. Si tratta di uno schema ricorrente le cui caratteristiche estetiche hanno di fatto la meglio su quelle pratiche, ma che è probabilmente esito della lunga storia evolutiva umana nelle savane africane. Investigare il rapporto uomo-natura è dunque il compito della progettazione biofilica, nuova frontiera dell’edilizia green che intende migliorare il benessere collettivo nell’ambiente antropico (ad esempio, ridurre lo stress e aumentare la concentrazione) e restituire, attraverso l’incorporamento del verde, una generale sensazione di appagamento a chi abita l’architettura. A proporre soluzioni in questo ambito, che esaminiamo con quattro recenti esempi, si sono distinti progettisti di grande rilievo internazionale, fra cui Kengo Kuma, Bjarke Ingels e gli italiani Antonio Citterio e Patricia Viel.

Maria Chiara Virgili

CAPITASPRING, IL GRATTACIELO BIOFILICO DI BIG E CARLO RATTI A SINGAPORE

Situato a Downtown Core, distretto finanziario di Singapore, CapitaSpring è un grattacielo alto 280 metri per 51 piani progettato da BIG-Bjarke Ingels Group e CRA-Carlo Ratti Associati.
I suoi 93mila metri quadrati, destinati a uffici, ristoranti, residenze, negozi, food market e spazi collettivi, ospitano una vera e propria oasi naturale costituita da oltre 80mila piante, distribuite secondo la gerarchia vegetale delle foreste pluviali tropicali: la dimensione delle piante diminuisce man mano che si sale verso l’alto poiché la crescita delle foglie è direttamente proporzionale al sole. Le aree verdi occupano la grande piazza coperta al piano terra e sono distribuite anche sul sistema di rampe e percorsi aerei che si librano nella Green Oasis a metà altezza, e nello Sky Garden in sommità. Entrambi sono spazi all’aperto dove è possibile lavorare, partecipare a eventi, passeggiare e rilassarsi, godendo del magnifico panorama. I diaframmi della facciata, realizzata in vetro e acciaio, concedono appositi scorci su questi giardini pensili adibiti anche alla coltivazione della frutta e della verdura destinata ai ristoranti interni.
Il grattacielo biofilico, costruito in soli quattro anni, viene descritto da Bjarke Ingelscome una visione di un futuro in cui città e campagna, cultura e natura possono coesistere e i paesaggi urbani espandersi senza restrizioni nella dimensione verticale”. Grazie alla combinazione tra architettura ed elementi naturali, l’edificio si integra alla perfezione nel denso tessuto urbano della “città giardino” che lo ospita: l’affollatissima Singapore, che sin dagli Anni Settanta presta grande attenzione al verde urbano e ai temi della sostenibilità e della qualità della vita.

http://big.dk/
https://carloratti.com

Capitaspring, Singapore, Image by Finbarr Fallon

Capitaspring, Singapore, Image by Finbarr Fallon

WELCOME, L’EDIFICIO BIOFILICO DI KENGO KUMA A MILANO

Welcome, feeling at work, l’ufficio biofilico del futuro progettato di Kengo Kuma and Associates, in collaborazione con il botanico e accademico Stefano Mancuso, sorgerà al Parco Lambro di Milano e sarà uno dei complessi più sostenibili mai realizzati per questa tipologia. Accessibile e permeabile, Welcome rappresenta per l’ex area Rizzoli di Milano un’importante occasione di riqualificazione urbana, attraverso la sua concezione polifunzionale: oltre alle working area, ospiterà ristoranti, lounge, negozi, spazi espositivi, un supermercato, un auditorium e un’area wellness. Intende inoltre riunire persone e natura, al fine di ottenere un migliore equilibrio tra lavoro e tempo libero, tra benessere delle persone e benessere del pianeta. Ai materiali naturali e innovativi si affiancherà, naturalmente, il progetto del verde, suddiviso in quattro zone: la Piazza, ricca di vegetazione e fiancheggiata da colline; le Corti Open Air, destinate al lavoro informale e agli incontri; le Terrazze, adibite a orti e giardini fioriti; e le Serre, pensate come luoghi flessibili adatti sia al lavoro che ad attività laboratoriali, di intrattenimento e svago. “Sino a oggi, la direzione intrapresa dall’architettura è stata quella di rescindere il rapporto tra uomo e natura. In futuro, il ruolo delle costruzioni sarà quello di connettere i due mondi, esattamente come avviene in Welcome Milano, dove l’architettura propone modi di lavorare e stili di vita nuovi”. Sono parole di Kengo Kuma, dalle quali emerge l’idea alla base del progetto: applicare la biofilia all’ambiente di lavoro al fine di migliorare le relazioni, creare preziose occasioni di crescita, incontro e scambio per la comunità, e promuovere in parallelo un’innovazione aziendale a favore della sostenibilità.
Iniziata nel 2021, la costruzione di Welcome, feeling at work dovrebbe concludersi entro il 2024.

https://kkaa.co.jp

Renders © Kengo Kuma and Associates

Renders © Kengo Kuma and Associates

ENEL HEADQUARTERS A ROMA, UNA RISTRUTTURAZIONE GREEN FIRMATA CITTERIO-VIEL

La ristrutturazione della sede ENEL a Roma, a cura di Antonio Citterio Patricia Viel (ACPV), studio impegnato nella Capitale anche con la riqualificazione della sede RAI di Via Mazzini, è un altro interessante progetto architettonico pensato per migliorare il comfort sul luogo di lavoro e soddisfare le esigenze dei dipendenti. L’intervento, che mira a conseguire le certificazioni di sostenibilità LEED e WELL di livello Gold, interesserà una superficie complessiva di circa 80mila metri quadrati e trasformerà completamente lo storico stabile di Viale Regina Margerita (giusto all’altezza di Villa Albani) valorizzandone l’impianto volumetrico originario. Un intelligente sistema distributivo alternerà aree di lavoro ad aree verdi, interne ed esterne, e introdurrà svariate zone dedicate al benessere psico-fisico; anche una palestra si aggiungerà agli spazi per i servizi alla persona preesistenti, ossia l’asilo, la mensa e l’auditorium.
L’intervento permette di ripensare un edificio degli Anni Sessanta, riscrivendolo con dei principi funzionali completamente diversi e in linea con le nuove esigenze lavorative” ‒ dichiara l’architetto Patricia Viel, co-fondatrice dello studio ACPV. “ENEL compie così una doppia operazione: rigenera l’edificio e rinnova il proprio rapporto con la città”.
Il nuovo headquarter, i cui lavori si concluderanno nel 2024, sarà un “edificio-città” biofilico e sostenibile, realizzato applicando i più innovativi principi di progettazione bioclimatica e dotato di facciate in vetro ad alta efficienza energetica ideate per poter apprezzare la vegetazione anche dall’esterno.

https://www.citterio-viel.com/

4 Render © ACPV Antonio Citterio Patricia Viel

4 Render © ACPV Antonio Citterio Patricia Viel

KHOO TECK PUAT HOSPITAL, L’OSPEDALE GIARDINO DI RMJM A SINGAPORE

Fondato nel 1938, l’Alexandra Hospital di Singapore era noto sino dagli Anni Settanta come uno degli ospedali più moderni del sud-est asiatico. Il progetto per il nuovo complesso, redatto dallo studio RMJM in collaborazione con CPG Consultants e inaugurato nel 2010, recupera il fascino e l’atmosfera della struttura prebellica affidandosi alla biofilia, strumento che ridefinisce il concetto di ospedale. Intitolato a Khoo Teck Puat, banchiere e albergatore locale, e vincitore nel 2017 della prima edizione del Biophilic Design Award, l’edificio sorge a ridosso dello Yishun Pond, grande parco lacustre sul quale strategicamente si affaccia permettendo ai pazienti di goderne la vista. Dispone di terrazze piantumate, orti sul tetto coltivati per rifornire le mense, e di una corte verde che, come una foresta, si apre al suo interno sviluppandosi verso l’alto. L’efficienza energetica, unita alla densissima vegetazione e allo sfruttamento delle caratteristiche ambientali del sito, non solo rende il “luogo della malattia” un “luogo di guarigione”, ma trasforma l’ospedale stesso in un giardino dal potere benefico.

https://rmjm.com/

KTPH, Link bridge between Tower B and C at KTPH, Singapore, 2013. Via Wikipedia (CC BY SA 4.0)

KTPH, Link bridge between Tower B and C at KTPH, Singapore, 2013. Via Wikipedia (CC BY SA 4.0)

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Maria Chiara Virgili

Maria Chiara Virgili

Architetta e storyteller, ha collaborato con Studio Fuksas e David Chipperfield Architects, realtà internazionali presso le quali inizia il suo percorso professionale in qualità di visualisation artist. Spinta del desiderio di rendere altrettanto tridimensionale un racconto fatto di parole, il…

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