Ecco come sarà il nuovo conservatorio di Milano. Bosco della Musica progettato da Settanta7

Lo studio Settanta7 ha vinto il concorso per il nuovo Conservatorio a Rogoredo, con un intervento che prevede il recupero della palazzina «ex-chimici» delle acciaierie Redaelli e la realizzazione di un sistema di padiglioni dalle forme organiche inseriti in un parco aperto a tutti

Non è mancato neppure il commento del neo Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, in occasione della proclamazione del progetto che si è aggiudicato il concorso per il Bosco della Musica, a Rogoredo, nella periferia sud-est di Milano. Bandita nel luglio scorso dal Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Lombardia-Emilia-Romagna e dal Conservatorio di Milano e finalizzata alla realizzazione di una struttura polifunzionale, di un auditorium e di un campus per il Conservatorio della città, la competizione è stata vinto dal gruppo guidato dall’architetta Elena Rionda dello studio Settanta7. Il complesso, sostenuto da un investimento pubblico (già impegnato e disponibile) di 47 milioni, secondo Bernini, “è più del semplice ampliamento del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. È una bella idea di housing e di recupero sociale che ci auguriamo possa essere un format da esportare in altre città”. Alla base dell’intervento, infatti, non c’è solo la volontà di rispondere all’urgenza di dotare di spazi aggiuntivi la prestigiosa istituzione, per effetto dell’incremento delle domande per l’ammissione. L’obiettivo che parallelamente si intende perseguire è contribuire a ridefinire reputazione e futuro di un’area periferica complessa del capoluogo lombardo, promuovendo un’operazione di rigenerazione urbana e ambientale dalla quale sono attese ricadute dirette sul tessuto sociale locale.

Bosco della Musica, Milano, Render courtesy Settanta7 e Provveditorato alle Opere Pubbliche di Lomnardia-Emilia Romagna

Bosco della Musica, Milano, Render courtesy Settanta7 e Provveditorato alle Opere Pubbliche di Lombardia-Emilia Romagna

IL PROGETTO DEL BOSCO DELLA MUSICA DI STUDIO SETTANTA7

Spiegando le peculiarità del progetto vincitore, l’architetto Lorenzo Albai di studio Settanta7 è ricorso a una metafora inequivocabile: quella delle “foglie d’autunno che volteggiano nel vento”. È questa l’immagine chiave del concept del Bosco della Musica che, una volta ultimato, sarà il risultato del recupero di forma, volumetrie e prospetti esterni in mattoni della Palazzina ‘‘ex Chimici” (attualmente in stato di abbandono e ultima memoria del passato industriale di Rogoredo), e dell’addizione di un sistema di padiglioni di nuova costruzione, rispondenti ai principi dell’architettura bioclimatica e, appunto, ispirati alle foglie. Come si precisa nella relazione tecnico-illustrativa, gli edifici del complesso “presentano linee curve, come foglie che alla caduta dall’albero vengono soffiate dal vento, creando dei movimenti dinamici in sequenza. La regolarità e la rigidità urbana dell’area d’intervento lasciano però il posto a spazi, forme creative, fluide, allo stesso tempo contemporanee, inclusive e attrattive per le nuove generazioni. Un disegno che riprende la forza del movimento del vento, con concavità che accentuano la fluidità degli spazi e la loro apertura al cambiamento, all’innovazione, alla creatività, alla musica e alla cultura contemporanea”.

A ROGOREDO UN INVESTIMENTO PUBBLICO DA 47 MILIONI DI EURO

Con l’adozione di forme organiche negli innesti realizzati ex novo non si esaurisce il riferimento alla dimensione naturale. Quest’ultima assume anzi un’accezione ancora più marcata analizzando la relazione fra il Bosco della Musica e l’area di intervento e le strategie messe in campo in un’ottica di benessere collettivo. Solo per citarne alcune: dai tetti verdi con prati fioriti alla forte integrazione fra padiglioni e vegetazione, anche negli spazi interni; dall’impiego di sistemi costruttivi misti prefabbricati e sistemi di facciata modulari, anche in nome del basso impatto ambientale del cantiere, fino all’adozione di materiali durevoli, naturali e/o riciclabili e riciclati. Aspetti che studio Settanta7, risultato vincitore su trenta candidature, dettaglierà presto in un’intervista che sarà pubblicata su Artribune. Concluso l’iter concorsuale, prendono ora avvio fasi altrettanto cruciali. “A breve, andremo a presentare questo progetto alla comunità di Rogoredo e Santa Giulia della quale vogliamo essere parte viva per l’immaginazione del futuro. Ci sono però alcune criticità da risolvere affinché il progetto possa proseguire”, ha osservato Raffaello Vignali, Presidente del Conservatorio di Milano. “Per poter fare i passi successivi – la progettazione e l’affidamento dei lavori – abbiamo ora bisogno della piena e attiva collaborazione del Comune – con il quale abbiamo iniziato a interloquire fin dall’aprile del 2019 – e della Città Metropolitana per la consegna in tempi rapidissimi dell’area e della Palazzina libere da gravami ambientali, al fine di mantenere gli impegni e i tempi assunti con i Ministeri e con la Regione, per non perdere il finanziamento già impegnato e disponibile (47 milioni), che significherebbe la fine del progetto”, ha concluso Vignali. Un processo che continueremo a seguire, al pari di quelli che sempre a Milano porteranno all’apertura dei nuovi laboratori e i depositi del Teatro alla Scala e della BEIC – Biblioteca europea di informazione e cultura, esito anch’essi di recenti concorsi di progettazione e tutti più o meno nello quadrante sud orientale della città.

Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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