I dimenticati dell’arte. Raffaello Brignetti, lo scrittore ossessionato dal mare

Cresciuto nel faro di Forte Focardo sull’Isola d’Elba, Raffaello Brignetti ha trovato nel mare una costante fonte di ispirazione. Lo dimostrano alcuni dei suoi romanzi capolavoro

Il mare ha accompagnato l’intera esistenza dello scrittore Raffaello Brignetti (Isola del Giglio, 1921 ‒ Roma, 1978) come una presenza forte e quasi necessaria fin dall’infanzia, trascorsa nel faro di Forte Focardo sull’Isola d’Elba, del quale il padre era guardiano. Ogni giorno, da bambino, veniva portato in barca a Porto Azzurro alla scuola elementare; trascorsa l’adolescenza sull’isola, si diploma al liceo classico di Porto Ferraio. Lascia l’Elba per trasferirsi a Roma, dove frequenta la facoltà di Lettere moderne: allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale combatte in Grecia e viene fatto prigioniero dai tedeschi, che lo confinano in un campo di lavoro in Germania per due anni, dal 1943 al 1945, dove conosce Giovanni Guareschi. Rientrato a Roma, termina gli studi universitari nel 1947, laureandosi in Letteratura italiana con una tesi sugli scrittori italiani e stranieri legati alla narrativa di mare. Il suo relatore è Giuseppe Ungaretti, che lo accoglie in un cenacolo di giovani letterati tra i quali figurano Leone Piccioni e Mario Petrucciani.

Raffaello Brignetti, Il gabbiano azzurro (Einaudi, Torino 1967)

Raffaello Brignetti, Il gabbiano azzurro (Einaudi, Torino 1967)

BRIGNETTI E LA SCRITTURA

Brignetti non è interessato alla carriera accademica, ma piuttosto al giornalismo, e così comincia a collaborare con quotidiani come Il Tempo, Il Giornale d’Italia e il Corriere della Sera, scrivendo di viaggi e avventure. Nel frattempo pubblica alcuni racconti ambientati in mare, come Morte per acqua (1952), La deriva (1955) e La riva di Charleston (1960). Nel 1961 un grave incidente d’auto lo costringe sulla sedia a rotelle: abbandona i giornali ma non la scrittura, che continua a praticare con passione e tenacia nonostante la forzata immobilità, con testi sempre legati a temi marini. “Il mare era la sua casa, il suo sogno di libertà e la sua ossessione. Forse niente come il mare evoca la precarietà della vita, niente come lo stesso fa capire quanto l’uomo sia in balia degli elementi naturali”, ha scritto Dario Lodi a proposito della raccolta di racconti Morte per acqua, dove traspaiono echi delle pagine di Melville ed Hemingway. Non a caso lo scrittore abitava nella torre di Marciana Marina, per rimanere in continuo contatto con la dimensione isolana, che lo aveva ispirato fin da quando era venuto al mondo, sull’Isola del Giglio.

Raffaello Brignetti, La spiaggia d’oro (Rizzoli, Milano 1971)

Raffaello Brignetti, La spiaggia d’oro (Rizzoli, Milano 1971)

IL MARE SECONDO BRIGNETTI

La sua attività prosegue con una certa fortuna negli Anni Sessanta, quando vince il premio Viareggio con Il gabbiano azzurro (1967) pubblicato da Einaudi, seguito da La spiaggia d’oro (Rizzoli), con il quale si aggiudica il premio Strega nel 1971, battendo con largo distacco Paura e tristezza di Carlo Cassola. Nell’intenso romanzo l’isola viene intesa non solo come evasione ma anche come evento della grazia per l’uomo moderno, reduce dalla divorante atmosfera tecnologica che lo circonda nella quotidianità, e gli permette di tornare alla propria dimensione umana. Per il centenario della nascita Brignetti è stato ricordato con il convegno Elba ligure, Liguria Elbana a Marciana Marina il 4 ottobre 2021.

Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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