Gli artisti e la ceramica. Intervista ad Arcangelo

Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata al legame fra gli artisti e la ceramica. Stavolta a prendere la parola è Arcangelo.

Arcangelo (Avellino, 1956) da sempre interessato alla terra, all’universale e al viaggio tra culture più o meno remote, ci racconta la sua idea di ceramica.

La terra ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella sua ricerca, come si è inserito il rapporto con la ceramica all’interno di questo percorso?
I tanti reperti archeologici ritrovati nei territori del Sud, le piccole testine in terracotta, i cocci dei vasi degli irpini, sanniti, etruschi, e anche del lontano oriente, hanno da sempre significato per me l’inizio del mio percorso artistico, oggetti che testimoniano il forte legame con il territorio e l’appartenenza alla sua storia e “umore” culturale per le loro forme e utilizzi. È stato, poi, casuale, ma importantissimo, anche vivere fino ai miei anni di liceo a dieci passi dal Museo del Sannio, un piccolo gioiello che racconta la storia dei Sanniti.

Il Sannio è per lei un punto di riferimento costante, oltre a essere anche uno dei luoghi di antica tradizione ceramica. Nella sua carriera ha lavorato con artigiani di centri molto diversi tra loro. Come modifica (se si modifica) il suo lavoro ogni volta? 
La figura dell’artigiano è stata ed è per me importantissima; sono tante le cose che mi appassionano e mi sollecitano quando entro in un loro laboratorio, sono luoghi che raccontano gli usi e la cultura del territorio di cui fanno parte, attraverso non solo i racconti degli artigiani, ma anche attraverso i loro manufatti in ceramica, i loro colori e le preferenze stilistiche e decorative e da qui l’atmosfera sempre diversa.
La mia fascinazione per questo mondo non è riducibile solo all’aspetto tecnico, ma risiede anche nel rapporto che si crea tra me e gli artigiani, tra i nostri reciproci racconti, e nel discorrere sul progetto da realizzare. Si creano quella complicità e quel rispetto che rende il tutto un percorso molto affascinante di scambi e punti di vista tecnici.
Il lavoro certo che si modifica, ma questo, in fondo, fa parte del mistero dell’Arte. Il Sannio ha una grande tradizione di ceramica, basti ricordare Cerreto Sannita, piccolo borgo dove la ceramica ha avuto nella storia grande importanza, ma che oggi è solo un’esercitazione tecnica e non di vera ricerca e di rivisitazione con supporti da parte di artisti.

Arcangelo, Casa Dogon, 2019

Arcangelo, Casa Dogon, 2019

Il contatto con la cultura Dogon ha influenzato profondamente la sua ricerca: come ha tentato di riportare quell’esperienza nelle sue ceramiche?
I Dogon, I Lobi, Mopti, Ségou, i Tuareg, quante etnie nel Mali, ma tanto diverse tra loro. Miquel Barceló aveva deciso di vivere con i Dogon per mesi per realizzare carte e piccole tele; negli stessi periodi io preferii viaggiare nelle terre africane e annotare ciò che vedevo e assorbivo acusticamente e con l’olfatto. Non c’era la possibilità di lavorare l’argilla per realizzare terrecotte perché presupponeva un’organizzazione che non avevo, spostandomi continuamente con un camion e dormendo in tenda. Erano davvero viaggi non “lavorativi” nel senso stretto della parola: il desiderio di vivere quei luoghi e tutta quella atmosfera hanno creato dentro di me un racconto di ricordi colorati e profumati che mai più ho dimenticato e che ho poi mescolato con ricordi del mio Sud d’Italia, avendo trovato molti aspetti in comune.

Leggendo le sue interviste è ricorrente il termine “universale”: in che misura la ceramica riflette il suo desiderio di universalità?
I Dogon, ancor prima degli europei, avevano scoperto una parte delle mappe stellari e, da qui, il loro forte legame con il concetto dell’universalità che io stesso ho ritrovato osservando i cieli africani e sanniti nel tentativo di riprendere il filo per una vita semplice che oggi abbiamo smarrito. Cerco di trasferire questo sentimento non solo nelle mie ceramiche, ma in tutto quello che faccio. Universalità per me significa legame con ciò che penso, che ho letto, che vivo e che traduco in progetti nel mio lavoro per il futuro.

Per molti pittori la ceramica è la naturale estensione della loro ricerca e quindi non la intendono mai come plastica. È così anche per lei?
Io sono come uno dei “curatores” dell’Antica Via Appia, lungo questa strada troverai il pittore, il resto sono chiacchiere (!) Dopo 40 anni di mostre viste e realizzate, credo che la coerenza del mio segno sia evidente.

Irene Biolchini

LE PUNTATE PRECEDENTI

Gli artisti e la ceramica #1 ‒ Salvatore Arancio
Gli artisti e la ceramica #2 ‒ Alessandro Pessoli
Gli artisti e la ceramica #3 ‒ Francesco Simeti
Gli artisti e la ceramica #4 ‒ Ornaghi e Prestinari
Gli artisti e la ceramica #5 ‒ Marcella Vanzo
Gli artisti e la ceramica #6 – Lorenza Boisi
Gli artisti e la ceramica #7 – Gianluca Brando
Gli artisti e la ceramica #8 – Alessandro Roma
Gli artisti e la ceramica #9 – Vincenzo Cabiati
Gli artisti e la ceramica #10 – Claudia Losi
Gli artisti e la ceramica #11 – Loredana Longo
Gli artisti e la ceramica #12 – Emiliano Maggi
Gli artisti e la ceramica #13 – Benedetto Pietromarchi
Gli artisti e la ceramica #14 – Francesca Ferreri
Gli artisti e la ceramica #15 – Concetta Modica
Gli artisti e la ceramica #16 – Paolo Gonzato
Gli artisti e la ceramica #17 – Nero/Alessandro Neretti
Gli artisti e la ceramica #18 – Bertozzi & Casoni
Gli artisti e la ceramica #19 – Alberto Gianfreda
Gli artisti e la ceramica # 20 – Sissi
Gli artisti e la ceramica #21 – Chiara Camoni
Gli artisti e la ceramica #22 – Andrea Anastasio
Gli artisti e la ceramica #23 – Michele Ciacciofera
Gli artisti e la ceramica #24 – Matteo Nasini
Gli artisti e la ceramica #25 – Luisa Gardini
Gli artisti e la ceramica #26 – Silvia Celeste Calcagno
Gli artisti e la ceramica #27 – Michelangelo Consani
Gli artisti e la ceramica #28 – Andrea Salvatori
Gli artisti e la ceramica #29 – Serena Fineschi
Gli artisti e la ceramica #30 – Antonio Violetta
Gli artisti e la ceramica #31 – Ugo La Pietra
Gli artisti e la ceramica #32 – Tommaso Corvi-Mora
Gli artisti e la ceramica #33 – Paolo Polloniato
Gli artisti e la ceramica #34 – Amedeo Martegani
Gli artisti e la ceramica #35 – Emanuele Becheri
Gli artisti e la ceramica #36 – Gianni Asdrubali

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Irene Biolchini

Irene Biolchini

Irene Biolchini (1984) insegna Arte Contemporanea al Department of Digital Arts, University of Malta, ed è Guest Curator per il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, per il quale dal 2012 cura mostre site specific. È curatrice della collezione d’arte…

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