White Hills è una band rock psichedelica statunitense formata a New York nel 2003 da Dave W. (chitarra/voce), che è anche il portavoce di questa intervista, ed Ego Sensation (basso/voce). Il loro sound include influenze post punk, krautrock e stoner rock, ed è stato assimilato a band statunitensi come The Stooges e MC5, o agli inglesi Spiritualized.
Pubblicati da etichette importanti come l’americana Thrill Jokey, hanno suonato su palchi internazionali, condivisi con band celebri come gli americani The Flaming Lips, i britannici The Cult, i giapponesi Mono. Nel 2010 hanno ricevuto l’invito dal regista e musicista statunitense Jim Jarmusch a esibirsi nell’ambito di All Tomorrow’s Parties New York e sono stati ricontattati da lui nel 2012 per apparire mentre suonano nel suo film Only Lovers Left Alive, e suonare insieme agli altri artisti della colonna sonora nei concerti che hanno accompagnato alcune proiezioni del film (insieme a Jarmusch, Jozef Van Wissem, Zola Jesus). È appena uscito il loro nuovo album che include la collaborazione con Jarmusch e Simone Marie Butler (bassista del gruppo scozzese Primal Scream).
La tua definizione di arte.
L’arte è un dono, la ciliegina sulla torta. È creazione ed espressione, riflessione e intuizione per affrontare ciò che significa essere vivi, e quindi stimola il pensiero. L’arte è il tessuto connettivo che ci lega tutti insieme rappresentando le gioie e le pene dell’esistere. Puoi trovare arte ovunque, è in ognuno di noi. Tutto quello che devi fare è essere abbastanza aperto per vederlo.
La tua definizione di musica.
La musica è una scienza e un’arte. È un linguaggio universale che trasmette emozioni ed è un intricato elemento dell’esistenza. La musica è un potere sublime che può trasportarti e connetterti a uno stato oltre il nostro piano di realtà e, a sua volta, ci collega all’interno più grande dell’universo.
Ti definisci un “artista”?
Sì, certamente. Non ho mai pensato a me stesso come a qualcos’altro. Mi considero un artista scultoreo concettuale i cui media sono i suoni. La mia musica prende forma e si trasforma. Non creo un prodotto di consumo facilmente digeribile. L’intero pacchetto di un album, artwork, testi, tavolozza sonora creano un intero pezzo di lavoro. Nessuna canzone è pensata per stare da sola, ma funziona come elemento all’interno di un pezzo più grande.
L’opera di arte visiva che più ami.
Fear of Monkeys / Evolution di David Wojnarowicz. Era un artista multidisciplinare e attivista per l’AIDS. È un pezzo stratificato con immagini simboliche di mortalità, desiderio, contagio e il mondo artificiale che ci circonda.
https://www.facebook.com/WHITEHILLSBand/

PAROLA A SCHONWALD
Schonwald è un duo italiano con base a Ravenna, fondato nel 2007 da Alessandra Gismondi, che è anche la portavoce di questo ritratto, e Luca Bandini. Entrambi già membri della band indie rock/shoegaze Pitch, originariamente fondata dalla Gismondi nel 1994, pubblicata dalle etichette Vox Pop e poi BMG, cui Bandini si aggiunge nella nuova formazione del 2004.
Schonwald spostano l’attenzione da gruppi come gli americani Sonic Youth e gli irlandesi My Bloody Valentine, a formazioni più dark come Suicide, Jesus and Mary Chain, Joy Division, The Cure e Bauhaus, optando per atmosfere tra dark wave e post punk e melodie synth Anni Ottanta. Pubblicati per etichette straniere come l’americana Hozac Records e la francese Manic Depression, hanno suonato in diversi tour europei e festival importanti dividendo il palco con band come gli olandesi Clan of Xymox e i turchi She Past Away. Con sonorità fredde e ipnotiche, il duo ha appena lanciato l’album del progetto parallelo Shad Shadows, legato a sonorità elettroniche oscure, mentre il nuovo album firmato Schonwald è in uscita questo novembre.
La tua definizione di arte.
L’arte è l’essenza e il nutrimento dell’anima. Tutto ciò che dà forma, colore e sapore alla materia, l’atto che crea la bellezza immortale.
La tua definizione di musica.
La musica è la compagna inseparabile ideale di cui non potrei fare a meno. È l’armonia, il caos e il silenzio dei suoni. Battito ritmato della vita che vibra nelle più intime corde interiori.
Ti definisci una “artista”?
Sì, decisamente, perché il mio essere creativo viaggia in sintonia nel campo delle arti. Ballerina di danza classica come espressione interpretativa del corpo, cantante musicista come espressione del corpo in sinergia con la vocalità.
L’opera di arte visiva che più ami.
I dipinti di Anselm Kiefer mi hanno colpito con ferocia e molto impressionato dal punto di vista della maestosa forza scenica, spirituale e mistica. La mia opera preferita è Alchemie (2012).
https://www.facebook.com/schonwald.music/
‒ Samantha Stella