In Nigeria l’arte guarda alla sostenibilità

A Lagos ha da poco inaugurato la Guest Artists Space Foundation, un luogo in cui arte, agricoltura e ambiente entrano in un dialogo serrato

A conferma della vitalità della scena artistica nigeriana, ha da poco aperto i battenti a Lagos la Guest Artists Space (GAS) Foundation. Belinda Holden, amministratore delegato della Fondazione Yinka Shonibare, e Temitayo Ogunbiyi, direttrice di GAS, raccontano questa nuova avventura.

Belinda Holden. Courtesy of G.A.S. Foundation

Belinda Holden. Courtesy of G.A.S. Foundation

Come e perché è stata creata GAS Foundation? Qual è il legame con la Fondazione Yinka Shonibare?
Belinda Holden: La Fondazione Guest Artists Space è stata fondata nel 2019 dall’artista britannico-nigeriano di fama internazionale Yinka Shonibare CBE ed è supportata dalla sua organizzazione partner, la Yinka Shonibare Foundation. GAS non ha scopo di lucro e facilita lo scambio culturale internazionale, sviluppa pratiche creative e di ricerca attraverso residenze e collaborazioni, costruendo al contempo infrastrutture culturali nel Paese. La visione di Yinka Shonibare per GAS in Nigeria è incoraggiare pratiche critiche e coinvolgenti nei campi dell’arte contemporanea, del design, dell’architettura, dell’agricoltura e dell’ecologia. L’aspirazione è quella di dare a professionisti e accademici lo spazio per incontrarsi, ricercare, sperimentare, condividere, imparare, educare e sviluppare nuovi lavori.

Cosa sta facendo il governo per sostenere la cultura nel Paese?
Temitayo Ogunbiyi: Il governo ha creato una Commissione nazionale per i musei e i monumenti e un Consiglio nazionale delle arti, che ospitano mostre e festival e hanno relazioni continue con singoli artisti e organizzazioni di artisti nel Paese, tuttavia non mi pare esistano piattaforme o bandi cui un artista possa scrivere e candidarsi. Avvertiamo ancora il bisogno di strutture del genere, che coinvolgano e promuovano in modo critico i nostri artisti contemporanei.

La Fondazione si occupa di temi della nostra epoca, come i diritti umani, la democrazia, l’immigrazione, la protezione dell’ambiente?
Belinda Holden: La nascita nel 2018 di Ecology Green, fattoria-laboratorio dove parlare di sostenibilità alimentare e di pratiche ambientali, ha plasmato la nostra azione anche verso il colonialismo e il post-colonialismo nel contesto della globalizzazione. Le visioni e i valori condivisi della Fondazione saranno implementati attraverso residenze, programmi di scambio, mostre, conferenze, workshop e collaborazioni con istituzioni culturali in Nigeria, Africa e nel resto del mondo. La Fondazione è impegnata nel sostenere la diplomazia culturale, lo sviluppo educativo della comunità così come quello economico, attraverso scelte ambientali e culturali sostenibili che passano per una riduzione dell’impatto ambientale e la consapevolezza delle risorse naturali. Con il prossimo anno affronteremo anche il cambiamento climatico, i diritti umani, la democrazia, l’immigrazione e l’identità.

Cosa puoi dire di GAS ‒ Progetto agriturismo? Quali sono i suoi scopi?
Belinda Holden: Il nostro secondo spazio di residenza vicino a Ijebu Ode si trova in una fattoria di 54 acri a due ore da Lagos. Qui ci concentreremo su artigianato transdisciplinare, design, intersezione tra arte e ambiente, sostenibilità alimentare e agricoltura.
La fattoria Ecology Green, fondata da Shonibare nel 2018, offrirà uno spazio di residenza con tre letti per artisti, designer, maker, scienziati, agricoltori, ecologisti e ricercatori in un ambiente tranquillo e pacifico. L’edificio centrale della fattoria, attualmente in costruzione, è fatto di mattoni in terra battuta prodotti localmente e ospiterà sia le residenze sia gli studi permanenti. Oltre a facilitare lo scambio culturale e dare agli artisti uno spazio in cui lavorare, a Ijebu vogliamo sostenere l’economia locale: sono già stati impiegati dodici contadini, sono state installate dieci serre per ortaggi, alleviamo bestiame e pesci e coltiviamo mais, piantaggine e manioca. Lo scopo è sviluppare la sicurezza alimentare tramite coltivazioni sostenibili in un’area dove la disoccupazione è alta e l’approvvigionamento alimentare è precario.

Temitayo Ogunbiyi. Courtesy of G.A.S. Foundation

Temitayo Ogunbiyi. Courtesy of G.A.S. Foundation

L’ARTE CONTEMPORANEA IN NIGERIA

Quanto è importante la diaspora africana nel sostenere la scena artistica contemporanea?
Belinda Holden: C’è un divario di competenze riconosciuto e una profondità limitata al pool di talenti esistente all’interno del settore culturale in Nigeria insieme a un drenaggio nell’emisfero settentrionale. Abbiamo un ruolo di trasformazione da svolgere nella crescita dell’ecosistema creativo della Nigeria. GAS supporta la pratica artistica e curatoriale, l’educazione artistica, lo spazio per l’assunzione di rischi e la produzione di idee, l’accesso a diversi peer learning, tutoraggio, networking, scambio di conoscenze e sviluppo di competenze insieme a teoria e critica artistica contemporanea.
A lungo termine, contribuiremo direttamente alla pipeline di talenti dei futuri leader creativi e culturali e promuoveremo la crescita della creatività artistica e intellettuale in Africa e nella diaspora. Si spera che per coloro che hanno l’opportunità di ricevere una Residency o Associate Fellowship l’esperienza cambi la vita e che sviluppi la loro fiducia e la loro visione, siano essi artisti, curatori, designer, scrittori, agricoltori o ambientalisti. Al termine della loro residenza, si uniranno a un gruppo d’élite e a una rete di Alumni che, speriamo, diventeranno leader locali o nazionali nei rispettivi settori e comunità, consentendo un cambiamento sociale positivo di vasta portata.

Quanto è forte il passato nell’ispirare gli artisti nigeriani contemporanei?
Temitayo Ogunbiyi: Sono molti gli artisti che si ispirano al passato. Ad esempio, Ndidi Dike continua a cimentarsi con il modo in cui le dipendenze coloniali sono integrate nelle modalità della tradizione, esaminando la società contemporanea in Nigeria e nel sud del mondo. Taiye Idahor realizza collage con perline di corallo, che suggeriscono la regalità in Benin, sua patria ancestrale. Così facendo, sembra evidenziare il ruolo fondamentale che le donne svolgono e hanno svolto in questa parte della Nigeria. Olatunji è un altro esempio: ha creato opere che indagano i segni tribali: incisioni sul viso come segni di protezione e identità; e aroko, codici di comunicazione della cultura Yoruba, della Nigeria sud-occidentale. E ancora, William Chechet usa il focus della tradizione per commentare la politica e le strutture sociali di oggi.

Niccolò Lucarelli

https://www.guestartistsspace.com/

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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