Grandi progetti per la Nigeria del futuro, dal cinema all’arte contemporanea

Il nostro approfondimento sulla scena artistica africana prosegue dando voce a Dolly Kola, la direttrice del neonato Institute of Contemporary African Art and Film a Ilorin, nello Stato di Kwara, in Nigeria

Nato da una combinazione di iniziativa pubblica e privata, dovuta alla lungimiranza del Governatore dello Stato di Kwala, l’Institute of Contemporary African Art and Film è un’istituzione culturale di ampio respiro, la prima in Nigeria a unire arte e cinema, destinata a cambiare gli orizzonti della scena culturale del Paese. Inizierà l’attività nell’anno appena iniziato, ma la direttrice Dolly Kola ci racconta in anteprima scenari e ambizioni.

Come è nato l’Institute of Contemporary African Art and Film?
Si è trattato di un’iniziativa artistica e politica, su impulso dell’attuale Governatore dello Stato di Kwara, Abdulrahman Abdulrazaq, che per coincidenza, prima di essere eletto, era un mio precedente cliente e un appassionato collezionista d’arte. Al momento del suo insediamento, si è recato nella mia galleria con l’idea di investire nel settore culturale e diversificare l’economia dello Stato di Kwara, creando un ambiente favorevole per la crescita delle arti visive e del cinema. Abbiamo riflettuto sul modo migliore per raggiungere questo obiettivo, con la mia esperienza nel settore culturale e la sua lungimirante disponibilità come dirigente statale a mettere a frutto spazi e risorse; si tratta di opportunità rare, per questo abbiamo pensato a una più ampia serie di progetti, con l’ICAAF che è solo il primo di molti e il catalizzatore per un’ulteriore crescita culturale nella città di Ilorin.

Quali sono i passi successivi e come viene finanziato l’ICAAF?
Il mio ruolo di consulente artistica, curatrice e imprenditrice dell’arte mi ha spinto a suggerire una fusione tra due delle industrie culturali più importanti della Nigeria, cioè i settori delle arti visive e del cinema, ed è quindi nato l’Institute of Contemporary African Art and Film (ICAAF), che ha aperto la strada a sviluppi futuri, come una biennale di cinema e arti visive che si svolgerà all’interno della città, oltre all’imminente apertura di uno studio cinematografico destinato a completare le nascenti strutture di post-produzione all’interno dell’ICAAF. Fra le opere principali da realizzare ci sono: uno studio professionale su standard mondiali per la post-produzione del colore, il primo in Nigeria fuori Lagos; il secondo studio di produzione cinematografica certificato Dolby Atmos in Africa occidentale; un istituto d’arte e cinema contemporaneo, il primo del genere in Nigeria.
La costruzione e l’allestimento interno dell’edificio sono interamente finanziati dal governo dello Stato di Kwara. Tuttavia, i costi operativi, gestionali, curatoriali e il fondo di dotazione da raccogliere al suo completamento saranno di provenienza privata attraverso una combinazione di sovvenzioni, donatori, membri e mecenati delle arti.

Una veduta degli spazi espositivi dell'ICAAF. Courtesy ICAAF

Una veduta degli spazi espositivi dell’ICAAF. Courtesy ICAAF

OBIETTIVI E PROGETTI DELL’ICAAF IN NIGERIA

Quali sono gli scopi dell’ICAAF?
L’ICAAF sarà un centro per le arti visive, un’oasi di pace composta da gallerie dove organizzare mostre d’arte africana moderna e contemporanea. Ha l’intenzione di esporre un mix di artisti locali e internazionali guardando all’arte africana, anche della sua diaspora, in modo che possa essere approfondita dal grande pubblico in un ambiente piacevole e tranquillo. Intendiamo essere un punto di riferimento nel settore presentando e inquadrando gli artisti e gli argomenti più interessanti. Perciò questo progetto sarà essenzialmente una novità sia per lo Stato di Kwara, sia per la Nigeria tutta. Le realtà più importanti nel settore creativo si trovano tutte a Lagos, quindi Ilorin è quasi un’anomalia. E infatti a molti è sembrato un luogo inusuale per costruirvi il primo grande istituto di arte contemporanea nigeriano, tuttavia troviamo che la sua posizione rappresenta un’opportunità unica per sfruttare il suo vantaggio regionale strategico, in quanto punto di collegamento fra il nord e il sud del Paese.

Ovvero?
Mentre il sud ha lavorato a fondo sugli investimenti nelle arti creative, il nord è rimasto geograficamente svantaggiato e assente da questo sviluppo, a causa del ruolo accentratore di Lagos. E quindi sono rimasti tagliati fuori anche tanti potenziali collezionisti, mecenati e appassionati d’arte della regione. Ilorin racchiude dunque una soluzione a questo dilemma. Amministrativamente inserita nel nord della Nigeria, ma per molti versi culturalmente ed etnicamente meridionale a causa della sua eredità yoruba (o come minimo una miscela delle due regioni), la città è un naturale luogo d’incontro fra le due zone del Paese.
Oltre al centro per le arti visive, avremo anche un centro per il cinema e la post-produzione, che fornirà strutture e studi attrezzati per il montaggio di film e per l’animazione; avvieremo inoltre programmi specifici per promuovere una più ampia cultura cinematografica, con corsi per la produzione di film di alta qualità, di regia, di scrittura di sceneggiature, eccetera.
Infine, desideriamo che l’ICAAF sia un centro per l’educazione. Le opportunità educative all’ICAAF includeranno workshop di artisti, residenze, programmi di produzione cinematografica e di post-produzione, masterclass e serie di conferenze. In collaborazione con i partner istituzionali, speriamo di promuovere i collegamenti con l’istruzione, le istituzioni di tutto il mondo e i musei omologhi; l’obiettivo è quello di sviluppare competenze e rafforzare la conoscenza in fatto di cinema e belle arti.

Una veduta degli spazi espositivi dell'ICAAF. Courtesy ICAAF

Una veduta degli spazi espositivi dell’ICAAF. Courtesy ICAAF

L’ATTIVITÀ DEGLI ARTISTI NIGERIANI

Quanto è importante l’identità nazionale per gli artisti contemporanei nigeriani?
Direi che l’identità nigeriana è estremamente importante, come lo sarebbe per qualsiasi individuo che crei consapevolezza culturale, discuta di argomenti politici, si informi su filosofia, socioeconomia o addirittura presenti una sua opinione estetica del proprio ambiente attraverso la lente della sua cultura. Essendo la Nigeria una società eterogenea, con una popolazione composta da centinaia di tribù e lingue distinte l’una dall’altra, ha anche una vastissima pluralità religiosa. In quanto tale, oltre alla sua identità ed esperienza nazionale combinate, ogni artista nigeriano presenta una prospettiva unica del modo in cui racconta e interpreta fatti e situazioni. La scena artistica africana contemporanea sta iniziando solo ora a ottenere un riconoscimento globale, e quindi il mondo dell’arte sta muovendo i primi passi nello sperimentare una nuova sequenza di trame, prospettive e storie. Che si tratti di una prospettiva afrofuturistica o di un’analisi basata sull’identità, è comunque una “nuova” dimensione, tutta da scoprire. Dico “nuova” perché solo ora inizia a essere globalmente apprezzata, riconosciuta e studiata, nonostante i nigeriani siano stati in prima linea nell’innovazione artistica sin dall’alba della storia; le tradizioni Ife, Nok e Benin si ritrovano nel patrimonio creativo e iconografico di molte culture africane. Ma ora che viviamo in un mondo globalizzato, in cui i vari popoli hanno la capacità di incontrarsi e apprezzarsi reciprocamente, stiamo assistendo a una nuova alba della diversità artistica. Questo è un momento molto emozionante per me, perché l’idea di portare le voci africane a un pubblico di respiro globale è stata una delle mie principali motivazioni nell’approfondire le arti visive.

Come affrontano gli artisti temi quali la parità di genere, la tutela dell’ambiente, i diritti umani?
Anche le arti visive hanno fornito un mezzo e una voce, attraverso i quali i creativi sono ora in grado di discutere, promuovere e difendere argomenti e situazioni che potrebbero essere stati precedentemente trascurati nella società nigeriana. L’arte ha creato un ecosistema e uno spazio di nicchia, che ironicamente è composto da una combinazione dei meno privilegiati (artisti autodidatti provenienti da ambienti umili, svantaggiati o con opportunità educative limitate) insieme a persone potenti ed economicamente avvantaggiate (cioè quei collezionisti che vanno dai politici agli imprenditori tecnologici, i finanzieri, i diplomatici e persino qualche aristocratico), e a diversi esponenti della classe media: tutti insieme gomito a gomito, grazie all’amore per le arti. Ciò ha permesso di porre all’attenzione di persone influenti quegli argomenti che di solito erano caduti nel vuoto. Fra gli esempi più interessanti: la regista e videomaker Zina Saro-Wiwa, la cui prima mostra personale nel Regno Unito ha raccontato le terre degli Ogoni, è figlia di un famoso attivista ambientale assassinato nel 1995 per essersi opposto allo sfruttamento di quelle terre da parte dell’industria petrolifera; Tyna Adebowale, il cui lavoro si concentra principalmente sul racconto della scena e della comunità LGBT della Nigeria, esplorando argomenti sull’espressione di genere, l’orientamento sessuale e la cultura queer all’interno del suo ambiente; infine, Ken Nwadiogbu è un altro esempio di artista emergente che ha utilizzato il potere delle arti visive per descrivere la protesta di #EndSars in Nigeria, una campagna nazionale che ha avuto luogo per opporsi alla brutalità sistematica della polizia.
La crescente importanza del settore delle arti visive in Nigeria ci ha mostrato il valore estetico, economico e sociale dell’industria creativa nel promuovere il cambiamento.

GOVERNO E CULTURA IN NIGERIA

Cosa sta facendo il governo centrale per sostenere la cultura nel Paese?
Sfortunatamente, c’è pochissimo coinvolgimento diretto da parte del governo centrale a sostegno della cultura. Per la maggior parte, la crescita del settore è affidata all’iniziativa privata, che si tratti di cinema, musica, moda o arti visive. Tuttavia, lo Stato di Lagos, negli ultimissimi anni, ha prestato maggiore attenzione alla promozione di un ambiente favorevole allo sviluppo delle arti, in conseguenza al riconoscimento che l’arte nigeriana sta ottenendo a livello globale. Quindi, se esiste un sostegno del governo, lo si trova a livello regionale, piuttosto che a livello del governo federale. Per qualche strana ragione, il Ministero della Cultura è essenzialmente una sotto-divisione del Ministero dell’Informazione e non ha un proprio budget. C’è stato sin qui poco interesse a considerare i benefici strategici del sostegno alla cultura, nel processo generale di diversificazione economica. Sebbene di recente sia stato annunciato un fondo della Banca Centrale per facilitare i prestiti all’interno dell’industria, si applica solo al cinema, all’informazione, alla musica e alla moda. Le arti visive sono assenti. Ecco perché questo progetto per l’ICAAF è tanto più notevole ed emozionante. Avere uno Stato e un governatore che sostengono, finanziano e incoraggiano gli investimenti diretti nelle arti visive e nel cinema, con un museo e una struttura di post-produzione unici nel loro genere, non ha precedenti. Segna una nuova era di sviluppo e sostegno per il nostro settore, e sono onorata di avervi un ruolo.

Poiché l’ICAAF sostiene anche il cinema, cosa pensi del lavoro dei registi tuoi connazionali? E l’ICAAF cosa può fare per sostenerli?
Sebbene la mia area di competenza non risieda nel settore cinematografico, è sempre stata una mia passione, anche se “da bordo campo”. Credo che la cultura sia il soft power di una nazione e il settore cinematografico della Nigeria, essendo il terzo più grande al mondo, svolge un ruolo significativo nella condivisione dei nostri valori e nel promuovere l’armonia e le relazioni regionali in Africa (ma anche per mantenere le radici fra i nigeriani della diaspora).
Ritengo che l’unione di arte e cinema nell’ICAAF non sia solo strategicamente importante, ma anche qualcosa che non è mai stato fatto prima. Negli ultimi anni la Nigeria ha registrato un’esplosione della sua portata e del suo potenziale, con l’ascesa di piattaforme di streaming come Netflix e IrokoTv che hanno assunto ruoli significativi nella catena di distribuzione. La crescita e la diffusione delle sale cinematografiche in tutta la regione ha anche evidenziato la visione di film come un’esperienza sociale significativa nel Paese. Mi auguro che l’ICAAF abbia un po’ d’influenza sull’aumento degli investimenti in arte e cinema. Ma deve anche essere esso stesso un catalizzatore per un ulteriore sviluppo. Credo che lo Stato di Kwala abbia una serie di altri progetti cinematografici su cui sta attualmente lavorando, fra questi uno studio di produzione cinematografica all’avanguardia e anche alcuni teatri di posa.
Da parte mia, spero di lavorare a stretto contatto con l’industria cinematografica, poiché intendiamo fondare anche una nuova Biennale e un festival in città, dopo la creazione dell’ICAAF, per consolidare l’attività di questa nuova “cittadella” creativa. Immagino una Biennale di arti visive e cinema che coinvolgerà la comunità locale e autenticherà il progetto consentendo all’ICAAF e a Ilorin di svilupparsi in modo più organico nel tempo. Una volta che una città diventa la sede di un festival, ci si può solo aspettare che la sua storia, la cultura, la popolazione si uniscano in una strategia di sviluppo comune, con le persone direttamente coinvolte nel progetto.

Dolly Kola, direttrice dell'ICAAF. Courtesy ICAAF

Dolly Kola, direttrice dell’ICAAF. Courtesy ICAAF

LE ARTISTE IN NIGERIA

Qual è il ruolo delle donne nigeriane nell’arte?
Le donne nigeriane sono sempre state in prima linea nell’industria creativa in Nigeria. Abbiamo aperto la strada come innovatrici e pioniere nelle arti visive, nel cinema e nella moda. Il primo Centro per l’Arte Contemporanea a Lagos è stato fondato dalla compianta Bisi Silva, una delle curatrici di maggior successo e importanza della nostra epoca; il Centro ospita anche la più grande biblioteca d’arte contemporanea dell’Africa occidentale. Anche il suo attuale direttore, mia cugina Oyinda Fakeye, è una donna. La giovane Tokini Peterside ha fondato ArtxLagos, la principale fiera d’arte contemporanea dell’Africa occidentale e probabilmente una delle fiere più importanti dell’Africa sub-sahariana. Anche alcuni dei principali fondatori e direttori delle principali gallerie d’arte del Paese sono donne. Io ho fondato Retro Africa, Adenrele Sonariwo si occupa di Rele Gallery, Caline Chagoury segue Art Twenty One, e molti altri potrebbero essere gli esempi.
Direi che le donne sono persino sovrarappresentate nei ruoli dirigenziali nel settore dell’arte. Altrettanto però non succede nel campo della creatività artistica; anche se non sono molte, le donne costituiscono una buona percentuale fra gli artisti emergenti della scena nigeriana. Alcune di queste, veramente talentuose, sono Peju Alatise, Modupe Fadugba, Tyna Adebowale, Taiye Idahor, Ndid iEmefiele. Da parte mia sono orgogliosa di vedere le donne che non solo assumono un ruolo importante nella costruzione della scena creativa, ma anche aprono la strada come leader del settore.

In quanto donna, pensi che l’ICAAF sia uno strumento per ampliare il ruolo delle artiste nigeriane e aumentarne la visibilità? La cultura può essere uno strumento per raggiungere un simile obiettivo?
Spero vivamente che l’ICAAF svolga un ruolo importante nell’aumentare la visibilità delle donne nell’arte. Intendiamo far collaborare la struttura direttamente con le università locali, le scuole secondarie e le strutture educative della regione. Si spera che questo apra la porta a centinaia di studentesse e dia loro opportunità di trovare un posto dove non solo esprimere la loro passione, ma imparare a farne una carriera. Nel corso degli anni, man mano che questi legami istituzionali si rafforzano, l’intenzione è quella di garantire che dall’istituto possa emergere un solido programma di residenze. Con le nostre partnership internazionali, speriamo di offrire opportunità agli aspiranti artisti e curatori locali, molti dei quali saranno senza dubbio donne, per affinare le loro competenze e costruire una rete sostenibile.
La cultura è di certo uno strumento importante per rafforzare la coscienza civile. Non vedo l’ora di vedere cosa diventerà l’ICAAF lungo il suo percorso.

Niccolò Lucarelli

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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