Dylan Carlson (Seattle, 1968) è un chitarrista e cantante statunitense, unico membro costante della band drone metal Earth, fondata come chitarrista principale nel 1990 a Olympia. Influenzata da musicisti come la band hard rock australiana AC/DC, la band heavy metal britannica Black Sabbath, la band stoner/metal statunitense The Melvins e da compositori minimalisti come gli statunitensi La Monte Young e Terry Riley, la produzione degli Earth, considerata una pietra miliare nel suo genere, è passata negli anni da ripetute distorsioni, minimalismo e droni, a richiami al country, al jazz rock e al folk. In alcune recensioni si parla pure di una visionarietà epica vicina al compositore italiano Ennio Morricone. Carlson ha avviato anche il progetto solista Drcarlsonalbion, con cui nel 2014 ha pubblicato la malinconica colonna sonora commissionatagli per un film western, dove dipinge l’America delle ghost town di frontiera. Carlson è anche noto nella storia della musica per aver vissuto con Kurt Cobain, frontman del gruppo grunge statunitense Nirvana, con cui ha diviso un passato da eroinomane e a cui fornì il fucile con il quale Cobain si suicidò.
La tua definizione di arte.
Credo che l’arte sia qualsiasi sforzo o percorso creativo, che si tratti di musica, danza, pittura, disegno, scultura, moda (progettazione e realizzazione di abiti), teatro, film, scrittura di ogni tipo, fotografia, costruzione di mobili, tutto ciò che implica una visione personale, un senso dell’estetica, che crea qualcosa di unico, bello e di valore e fascino duraturi.
La tua definizione di musica.
La musica è la canalizzazione della vibrazione totale dell’universo, è magia, è possibilità illimitata, è una delle tecnologie di trasformazione originali e più potenti dell’uomo.
Ti definisci un “artista”?
In una buona giornata, sì.
L’opera di arte visiva che più ami.
La danza di Holly Amber.
https://www.facebook.com/drcarlsonalbion

PAROLA AI PRINCESS THAILAND
I Princess Thailand sono una band francese post punk/noise rock nata tra Parigi e Tolosa. Le sonorità mischiano generi apparentemente distanti, animati da atmosfere oniriche e suggestive dovute anche al carattere forte della cantante, con echi che richiamano la band rock britannica Savages, capitanata da Jehnny Beth. Tra le influenze, le band post punk/dark inglesi di culto Joy Division e The Cure, e i più recenti Idles. Con spettacoli impetuosi pieni di energia presentati su palchi europei, dopo il loro album di debutto nel 2018, i Princess Thailand hanno pubblicato quest’anno il loro secondo album. La formazione include Aniela Bastide (voce), Jean Pellaprat (batteria), Patrick Jeanson (chitarra), Maxime de Guibert (basso, tastiere) e JB Mancave (chitarra, tastiere), che è anche il portavoce di questo ritratto, nonché chitarrista all’interno dell’ultima formazione della band sperimentale inglese The Telescopes.
La tua definizione di arte.
L’arte è un processo per andare dove nessuno si aspetta che tu vada. Essere in grado di dare uno sguardo profondo dentro di te e tornare con qualcosa di molto personale. È come se stessi organizzando una festa con i tuoi demoni in cui tu sei l’unico nudo.
La tua definizione di musica.
La musica è sicuramente una luce che i tuoi occhi non possono interpretare.
Ti definisci un “artista”?
Non posso davvero dirtelo, l’unica cosa che so è che non sono proprio un musicista.
L’opera di arte visiva che più ami.
La natura è la mia creatrice di arti visive preferita. Offre uno spettacolo molto speciale e una fonte illimitata di ispirazione. E, come creazione umana, ho un vero interesse per tutto ciò che ha a che fare con il deserto. In particolare apprezzo Paris, Texas, il grande film di Wim Wenders (1984).
https://www.facebook.com/princessthailandmusic
‒ Samantha Stella