Peter Lindbergh. Un dialogo tra ritratti a Torino

Storie nascoste, mai dette. Sono inediti i ritratti e gli scatti protagonisti della mostra “Peter Lindbergh. Untold Stories”, curata dallo stesso fotografo poco prima della sua scomparsa avvenuta nel 2019. Ora si possono vedere all’ARTiglieria Con/temporary Art Center di Torino

Peter Lindbergh (Leszno, 1944 – Parigi, 2019), che nella sua carriera ha deciso di rompere con gli stereotipi ricorrenti nella fotografia di moda e di “liberare finalmente tutti dal terrore della giovinezza e della perfezione”, ha fatto della mostra e dei ritratti un suo autoritratto, tanto da affermare: “È stato travolgente confrontarmi con ciò che sono”.

IL PERCORSO DELLA MOSTRA DI LINDBERGH

La visita è immersiva sin dalla prima sala, dove un unico pannello che segue la circolarità dello spazio espone un collage di fotografie, dai famosi ritratti a scatti da street view e piccoli dettagli. Proseguendo il percorso espositivo, si è accolti in un’altra stanza allestita con supporti bianchi che fungono da pareti, lasciando a vista un soffitto d’epoca e suggestivo. Il risultato è uno spazio animato da composizioni di volti che sembrano dialogare tra loro, trasmettendo emozioni e umanità a chi si specchia in essi.

Peter Lindbergh, Sabisha Friedberg & Jessica Stam, Paris 2007 © Peter Lindbergh. Courtesy Peter Lindbergh Foudantion, Paris

Peter Lindbergh, Sabisha Friedberg & Jessica Stam, Paris 2007 © Peter Lindbergh. Courtesy Peter Lindbergh Foudantion, Paris

La disposizione scelta dal fotografo permette di intuire una scelta di accostamento puramente visivo, contrapponendo opere e soggetti ben noti a tutte quelle untold stories che la mostra quasi sussurra all’orecchio del pubblico. Dettagli di mani anziane si confrontano con scorci stradali, corpi nudi messi in posa entrano in contrasto con scatti sfocati di tacchi abbandonati. E ancora, diversi mosaici imponenti composti da un numero svariato di fotografie avvolgono lo sguardo, che tende a cercare ciò che più lo colpisce o il dettaglio più inaspettato. Quel che viene messo in mostra non sono solo i soggetti inquadrati, ma anche l’attenzione che Lindbergh ha apportato nel creare gli accostamenti di ciascuna foto, tanto da poter interpretare ogni singola composizione come un’opera d’arte in sé che celebra empatia e libertà.

Peter Lindbergh. Untold Stories. Exhibition view at ARTiglieria Con temporary Art Center, Torino 2021. Photo Daniele Ratti

Peter Lindbergh. Untold Stories. Exhibition view at ARTiglieria Con temporary Art Center, Torino 2021. Photo Daniele Ratti

L’OPERA TESTAMENT SUI CONDANNATI A MORTE

L’ultima stanza della mostra è dedicata a Testament, un altro progetto, un’altra storia inedita dell’artista, più intima e delicata, che riflette sui fattori esterni che spingono i condannati a morte a trasformare la loro identità da positiva a violenta. Il fotografo, dopo aver analizzato circa trecento processi, afferma di aver “sentito il bisogno di sapere” e di sensibilizzare più persone possibili sul tema.
Varcato l’ingresso, ci si sente circondati e scrutati da una decina di fotogrammi che vedono protagonista Elmer Carrol, americano condannato a morte nel 2013 per omicidio in Florida. La parte dello spazio che conclude la mostra è dedicata alla video-installazione, dove i visitatori si ritrovano al buio, seduti di fronte allo stesso Carrol che per trenta minuti resta in silenzio, e con il suo volto inespressivo conversa con la sua immagine riflessa e allo stesso tempo con i suoi osservatori. Ciò che si crea è un momento di riflessione profonda, di introspezione, da cui non può che scaturire il pensiero, condiviso dal fotografo, secondo cui “iniziare a provare a capire potrebbe essere l’unico modo…”.

– Sofia Caprioglio

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Sofia Caprioglio

Sofia Caprioglio

Laureata in Design e Comunicazione visiva al Politecnico di Torino, sta per conseguire la Laurea Specialistica in Arti visive e Studi curatoriali presso la NABA di Milano. Il suo percorso di studi le ha permesso di attuare un approccio concettuale…

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