Al via a Faenza il progetto Meme, curato da Menoventi, gruppo nanou e In_Ocula. Workshop di formazione tra teatro, danza e performance. Rileggendo Queneau

MEME – unità contagiosa di evoluzione culturale giunge alla seconda edizione e amplifica l’offerta formativa, articolando il proprio percorso in tre differenti proposte laboratoriali: Esercizi di stile di Menoventi (teatro), Dancing hall project di gruppo nanou (danza contemporanea) e Re-existence di In_Ocula (performance). Gianni Farina, regista del pluripremiato ensemble faentino Menoventi, presenta il progetto come […]

MEME – unità contagiosa di evoluzione culturale giunge alla seconda edizione e amplifica l’offerta formativa, articolando il proprio percorso in tre differenti proposte laboratoriali: Esercizi di stile di Menoventi (teatro), Dancing hall project di gruppo nanou (danza contemporanea) e Re-existence di In_Ocula (performance).
Gianni Farina, regista del pluripremiato ensemble faentino Menoventi, presenta il progetto come “un percorso di formazione aperto a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco”, precisandone titolo e intenti: “Un Meme è l’equivalente culturale del gene; si tratta di una piccola informazione che si diffonde nella collettività e si tramanda nel tempo, influenzando lo sviluppo culturale e cognitivo della specie. Può essere una storia, un ritornello, un video su You Tube oppure… una breve messa in scena, un corto teatrale realizzato durante il percorso che si svilupperà a Faenza”. Al centro il lavoro sull’attore, la danza, le pratiche performative, per un iter che sfocerà in un evento fissato per il 14 aprile, al Teatro Masini.
Ogni tappa è articolata in due week-end di lavoro: si comincia in febbraio con Menoventi, per poi procedere con gruppo nanou in marzo e concludere con In_Ocula nel mese successivo. Tutti i laboratori si svolgono presso gli spazi della Casa del Teatro di Faenza. La proposta di Menoventi, in linea con la ricerca poetica e linguistica della compagnia, gioca con le convenzioni del teatro e con gli strumenti propri dell’attore, punti di appoggio di una ricerca che intende ribaltare e mescolare diverse modalità di rappresentazione, indagando nuove prospettive dello sguardo attraverso l’esempio illustre di Raymond Queneau, autore in cui il divertissement formale si trasforma e si estende fino a mettere in discussione – grazie alla pura forza del linguaggio – l’artificio della realtà. Su questo aspetto, Farina aggiunge: “Alcuni Esercizi di Queneau sono davvero entusiasmanti: a volte la variazione di stile genera un cambiamento della prospettiva davvero radicale; quella storiella così semplice mostra risvolti inaspettati, da thriller, e il senso si capovolge, le figure si deformano fino alla fusione, alla sostituzione. Allora l’Esercizio non riguarda più solo una forma, ma anche il sistema percettivo del lettore, la nostra posizione di osservatori del mondo”.

– Michele Pascarella

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Michele Pascarella

Michele Pascarella

Dal 1992 si occupa di teatro contemporaneo e tecniche di narrazione sotto la guida di noti maestri ravennati. Dal 2010 è studioso di arti performative, interessandosi in particolare delle rivoluzioni del Novecento e delle contaminazioni fra le diverse pratiche artistiche.

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