Torna Demanio Marittimo, la maratona notturna dell’arte. Intervista alla curatrice

Appuntamento il 21 luglio sulla spiaggia di Marzocca di Senigallia per la lunga notte dedicata alle discipline artistiche. Dal tramonto all’alba, si susseguiranno una serie di eventi legati alla cultura contemporanea. Ne abbiamo parlato con la curatrice.

È diventato ormai un appuntamento fisso dell’estate marchigiana, Demanio Marittimo.KM-278, la manifestazione dedicata alle discipline artistiche che si svolge sulla spiaggia di Marzocca di Senigallia, in provincia di Ancona, ogni estate ormai da 7 anni. Dal calare del sole all’alba del giorno successivo, la spiaggia si anima di eventi legati all’architettura, all’arte, al design, all’impresa, all’innovazione. Decine di ospiti italiani e internazionali partecipano al dibattito alternandosi negli interventi per tutta la notte. Cuore di questa edizione è il Community after Earthquake, un laboratorio per la ricostruzione a cui partecipano i progettisti del laboratorio di Stefano Boeri, incaricato del coordinamento della pianificazione urbanistica delle quattro regioni colpite dal terremoto, l’architetto Mario Cucinella con la scuola SOS, curatore del prossimo Padiglione Italia alla Biennale Architettura e gli studenti di alcune università italiane. Il critico Achille Bonito Oliva sarà protagonista, invece, di uno one man show coordinato da Massimiliano Tonelli, direttore di Artribune con la partecipazione di Mario Cristiani, founder di Galleria Continua e dell’architetto Nicola di Battista, direttore di Domus. Un’edizione, dunque, che si preannuncia ricchissima di eventi. Abbiamo incontrato Cristiana Colli, che insieme a Pippo Ciorra è ideatrice e curatrice della manifestazione, per farci raccontare in anteprima le novità di Demanio Marittimo 2017.

La prima domanda è quasi d’obbligo: sono trascorsi 7 anni dalla prima edizione di Demanio Marittimo.KM-278. Come è nato il progetto e dove è nata l’idea di costruire un evento culturale di tale portata sulla spiaggia, luogo per eccellenza deputato al relax e al divertimento?
Prima di tutto la spiaggia ha una sacralità laica che connette in maniera diretta alla spiritualità individuale e collettiva. E Marzocca – con il suo arenile, che potrà sembrare ingenuo, a me sembra poetico – mantiene traccia e memoria di un rapporto irriducibile con la natura, il corpo, il mare. Ha una wildness vagamente addomesticata molto intrigante.
Qui saltano molte mediazioni, e per certi versi si recupera la verità di un rapporto diretto con la coscienza e la memoria di luogo che ci commuove, di fronte agli immaginari del Lido del Finanziere e del Carabiniere, alle nasse e ai pitosfori, alle sedioline pieghevoli e ai barbecue, che mescolano la fiamma della raffineria, l’odore di salsedine e il profumo di brace. La spiaggia, come tutti i luoghi, è ambivalente e si presenta a noi secondo le nostre lenti: è la spiaggia dei desideri, degli immaginari della costa, dei parchi a tema, dei voli di Olivo Barbieri che coglie le tracce di ipermodernità spinta, ma è anche la spiaggia del consumo di suolo, di un inevitabile recycle, delle migrazioni epocali incarnate in luoghi come la Vlora. E allora un arenile demaniale interroga sul tema della rovina – non solo quella delle pietre e del sisma – ma quella degli esodi contemporanei, della perdita e della ricostruzione.

Demanio Marittimo.KM 278, Marzocca di Senigallia, 2014

Demanio Marittimo.KM 278, Marzocca di Senigallia, 2014

Che valore ha, quindi, la spiaggia?
La spiaggia è approdo e partenza, non è mai rassicurante, interroga sempre sulle grandi questioni cognitive e spirituali. A questa natura problematica più che rassicurante, come quando si visitano certi templi, vorrei che Demanio, pur con spirito leggero, non si sottraesse. Detto questo il piacere dello stare è essenziale, a partire dalla magnifica lounge a pochi metri dall’acqua, fino ai cibi, ai vini e alle bibite della miglior produzione marchigiana e alle proposte di fruizione cool – arte, cinema, performance. In questo senso il rimando all’estate romana di Nicolini è una sorta di legacy che si fa prospettiva, giacché in quell’esperienza c’era il senso di comunità di un progetto politico e la visione di un modello di sviluppo a traino culturale. Un’eredità straordinaria che per troppo tempo si è semplificata nell’idea spicciola dell’effimero. Davvero tutto tranne che effimero!

Demanio Marittimo non ha una localizzazione geografica testuale ma è geolocalizzato in un punto preciso, il km 278 del litorale adriatico. Perché questa scelta di non contestualizzare la manifestazione e di scegliere una formula che ricorda quasi un atto burocratico?
Il cortocircuito di Demanio è l’ardire di parlare di un arenile demaniale, uguale a se stesso lungo tutto il periplo della penisola, dandogli un nome che peraltro non esiste, trattandosi di un codice ferroviario: è la parola che si fa progetto, identità, comunità, appartenenza. Ecco perché nel passaggio tra demanio e Demanio Marittimo.KM-278 c’è tutto il portato simbolico di un processo culturale e creativo che nomina i luoghi per dare loro nuova vita, lo fa con l’arte, l’architettura, l’impresa, il gesto. Così si passa da un bene pubblico a un bene comune a un bene collettivo competitivo, che è di fatto il passaggio da un inerte, spesso solo un costo, a un valore riconosciuto. Diversamente detta, si chiama valorizzazione del patrimonio, in maniera irrituale e non convenzionale.

Riflette, progetto di allestimento per Demanio Marittimo.Km-278, 2017

Riflette, progetto di allestimento per Demanio Marittimo.KM-278, 2017

Architettura, arte, design, impresa, innovazione: Demanio Marittimo è davvero un progetto che ha nella multidisciplinarità il suo punto di forza. Eppure tutto si svolge in una sola notte, dal tramonto all’alba. Quali sono le complessità legate alla realizzazione di un progetto del genere?
Le complessità sono di tanti tipi, ma il tema sfidante è concettuale. Con Pippo Ciorra da sempre ci interroghiamo – lui dal fronte della ricerca accademica, noi dal fronte della rivista Mappe – sulla Città Adriatica, una città lineare che sviluppa la sua morfologia e le sue funzioni metropolitane in maniera orizzontale e diffusa, intorno a infrastrutture che sono fattori di interpretazione, non semplici attraversamenti. Gli assi che accompagnano lo sviluppo lineare sono un pensiero che presuppone una governance dei processi culturali oltre che amministrativi. E allora la costa, l’arenile, la spiaggia inattuale diventano fattori di rappresentazione iconica e di prospettiva, sono hub culturali, moltiplicatori di uno sviluppo nuovo e possibile, non un semplice dato. La scelta della durata fissa, una sola notte che però si conclude all’alba, quindi con lo slancio verso l’avvenire, e del luogo chiuso, lungo i 300 metri dell’arenile, sono una scelta di claustrofobia dinamica. È un chiuso che si vuole aprire, non a caso ci siamo inventati una mappa in realtà aumentata che dilata la bulimia di una notte e la moltiplica infinitamente.

Sette anni di Demanio Marittimo sono un traguardo importante per un evento unico in Italia. In cosa è cambiata la manifestazione in questi anni? 
Demanio è cambiato anticipando quello che stava accadendo intorno a noi. Si è dilatato, assestato, ha allargato la sua infrastruttura di relazioni e ha cercato dialoghi, li ha cercati lungo due traccianti essenziali: la dimensione generazionale e la dimensione adriatica delle due sponde.

Demanio Marittimo.KM-278 è ben radicato nel territorio, eppure fin dalla prima edizione ha sempre avuto una vocazione profonda all’internazionalità. Eterna diatriba tra locale e globale, tra network e comunità. Qual è il punto di incontro per Demanio tra questi elementi?
Dal mio punto di vista la diatriba non esiste, senza una delle due polarità non c’è passaggio di energia. Gli enzimi per essere tali devono innescare una relazione, talvolta una reazione. Demanio è un luogo di cittadinanza culturale, per gli ospiti che attraversano corridoi aerei e fusi orari e arrivano a Marzocca, per le signore che portano ogni giorno i fiori alla Madonnina del Pescatore come un voto, un atto di devozione. Ognuno di noi dentro questo processo esprime un gesto di devozione, di cura, di grazia verso l’intelligenza, la qualità delle relazioni, il paesaggio fisico e antropologico, per intercettare lo spirito del tempo. Lo stesso concetto di abitare è relativo e dinamico: i cittadini temporanei di Demanio, che si irradiano e rilasciano pensieri e intenzioni su Marzocca, sono forse meno cittadini dei suoi abitanti anagraficamente censiti?

Demanio Marittimo.KM 278, Marzocca di Senigallia, 2016

Demanio Marittimo.KM 278, Marzocca di Senigallia, 2016

Che valore aggiunto apporta Demanio Marittimo al territorio e a che tipologia di pubblico è rivolto?
Demanio è un processo di rappresentazione e di produzione culturale contemporanea, pubblica e privata, che insiste tecnicamente in un luogo ma simbolicamente in un’area di influenza: marchigiana, adriatica e transnazionale.
Parla a persone e paesaggi trasversali. Come si misura il peso di una catena del valore che aggrega decine di realtà pubbliche e private, reti professionali, network creativi, imprese manifatturiere e terziarie, istituzioni, poli di ricerca e innovazione, università, musei, territori? Ci aiutano alcuni numeri che tuttavia non restituiscono le sfaccettature del processo, e per certi versi lo stringono.

Cosa ci aspetta, quindi?
Alla settima edizione il progetto si è consolidato e posizionato con 3 aree tematiche, 12 ore di incontri ininterrotti, oltre 80 ospiti che animano oltre 30 appuntamenti programmati su 3 palchi, mostre, rassegne video, performance live, un’area degustazione e street food, web area, bookshop, contest competitivi a partire dall’allestimento. L’organizzazione tra partecipazioni dirette, indirette e in forma volontaria coinvolge oltre 30 persone; il panel dei contributi di curatela e collaborazione comprende per le varie discipline oltre 10 persone; il pubblico partecipante sulla spiaggia è stimato intorno alle 5000 unità, e la parte social con la diretta è stimata almeno nel quadruplo. Una macchina che lavora 12 mesi per produrre le 12 ore di Demanio. Ma più di tutti forse ci aiuta la mappa in AR, un groviglio impressionante di fili, di layer, di topic che prefigura una comunità di comunità, un demanio di demani, un luogo di luoghi e di metafore. Questo è Demanio!

Mariacristina Ferraioli 

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Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli è giornalista, curatrice e critico d’arte. Dopo la laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’Arte, si è trasferita a Parigi per seguire corsi di letteratura, filosofia e storia dell’arte presso la Sorbonne (Paris I e Paris 3).…

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