Sguardi sul Giappone: la mostra di Massimo Grimaldi a Torino

Un viaggio intimo in un Giappone silenzioso è offerto dall’artista al pubblico del Museo d’Arte Orientale. A completare il tutto è la poesia dell’ikebana

Cosa significa partire per un viaggio con l’intento di scandagliare visivamente realtà e culture diverse dalle nostre? Con quali sensibilità si è portati a guardare quello che ci circonda? E cosa rimane, una volta tornati a casa, di tutto ciò che si è visto e provato? A queste domande risponde Massimo Grimaldi (Taranto, 1974) con Monogatari, la mostra allestita all’interno dello spazio t-space X MAO del Museo di Arte Orientale di Torino, in collaborazione con la galleria Zero… di Milano. L’esposizione tesse un filo silente e diretto con lo spettatore restituendogli la vivida sensazione di guardare attraverso gli occhi dell’autore stesso.

Massimo Grimaldi, Monogatari, installation view at t space x MAO, Torino. Crediti Wu Rui e Giulia Spreafico

Massimo Grimaldi, Monogatari, installation view at t space x MAO, Torino. Crediti Wu Rui e Giulia Spreafico

LA MOSTRA DI MASSIMO GRIMALDI AL MAO

Frutto di un reportage fotografico realizzato in Giappone tra il 2017 e il 2018, grazie al premio On Demand by Snaporazverein, il progetto prende vita dalla volontà di tramutare una narrazione personalissima – fatta di emozioni e suggestioni intime – in un’esperienza collettiva: da qui il titolo Monogatari, ovvero “racconto” in lingua giapponese.
Lo sguardo di Grimaldi si fonde così con quello dell’osservatore, invitato a contemplare ogni singola sfaccettatura di un Paese ancora capace di far coesistere al suo interno dicotomie profonde come la persistenza di usi e costumi antichi e l’avanzamento tecnologico o la delicatezza di estetiche di altri tempi con l’irruenza dell’immaginario pop contemporaneo. Attraverso l’accostamento di due schermi sui quali scorrono immagini dal forte impatto emotivo, ci si ritrova così a fare i conti con un’armonia sorprendente che tiene uniti tutti i variegati soggetti mostrati: dagli emblematici mecha – i cosiddetti robottoni giapponesi – a un gruppo di giovanissime scolarette, dai grovigli stradali del paesaggio urbano alla bellezza della natura che circonda sovrastanti idoli buddhisti.

Massimo Grimaldi, Monogatari, installation view at t space x MAO, Torino. Crediti Wu Rui e Giulia Spreafico

Massimo Grimaldi, Monogatari, installation view at t space x MAO, Torino. Crediti Wu Rui e Giulia Spreafico

NAMI KODAMA E L’ARTE DELL’IKEBANA

Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio fra le città di Tokyo, Osaka e Kyoto è la poesia dell’ikebana, una pratica insita nella tradizione del Sol Levante magistralmente messa in scena dall’artista Nami Kodama. Impegnata a intervenire con estrema eleganza su una composizione floreale fatta di calle e papiri, la performer si staglia davanti al flusso perpetuo delle immagini creando giochi di ombre e luci che caricano il tutto di ulteriori significati.

Valerio Veneruso

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Valerio Veneruso

Valerio Veneruso

Esploratore visivo nato a Napoli nel 1984. Si occupa, sia come artista che come curatore indipendente, dell’impatto delle immagini nella società contemporanea e di tutto ciò che è legato alla sperimentazione audiovideo. Tra le mostre recenti: la personale RUBEDODOOM –…

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