Le mostre e gli eventi dell’estate 2022 fra Dolomiti e valli trentine

Non solo i grandi musei di riferimento dell’area, dal Mart al Castello del Buonconsiglio al Museion, ma anche castelli, sentieri, antichi palazzi nascosti in piccoli centri di montagna. Arte e iniziative culturali caratterizzano l’estate in montagna tra Dolomiti e valli trentine

Chi sceglie di trascorrere l’estate in alta quota, destinazione Dolomiti e aree limitrofe, può contare non solo su attività all’aria aperta e relax lontano dal caos cittadino, ma anche sull’offerta culturale di valli votate a un turismo intelligente. Un approccio che sa valorizzare le testimonianze del passato (in zona sono numerosi i castelli e le residenze antiche) all’insegna dell’arte contemporanea, che evidenzia la sinergia tra arte e natura e promuove iniziative volte a coinvolgere una platea quanto più eterogenea possibile. Ecco le mostre e gli eventi dell’estate 2022 selezionati fra Trentino, Alto Adige e Veneto: si parte da Rovereto, Trento e Bolzano per muovere verso le valli interne, su fino ai sentieri di montagna, che diventano insolito contesto per rassegne artistiche en plein air.

Livia Montagnoli

L’ESTATE DEL MART DI ROVERETO

Sono molteplici le alternative offerte dal Mart di Rovereto per l’estate 2022. Fino al 18 settembre si visita la personale dedicata alla lunga carriera di Alex Katz (New York, 1927): La vita dolce è un viaggio nell’America del secondo Novecento filtrato dallo sguardo dell’artista statunitense, che rielabora i riferimenti della cultura di massa, della società americana, della televisione, della pubblicità e, nei primi piani e nelle inquadrature, del cinema. In mostra i ritratti delle persone care a Katz e i paesaggi familiari del Maine e di New York, in opere di “felice disimpegno”, centrate sugli affetti e sui luoghi del cuore.
Diverso è l’approccio di Julius Evola (Roma, 1898-1974), artista e filosofo che aderì al Futurismo prima di avvicinarsi alla poetica Dada. Lo spirituale nell’arte è il titolo della mostra a lui dedicata (fino al 18 settembre), che non sta mancando di suscitare polemiche, data la collocazione a estrema destra del pensiero “maturo” dell’autore.
La forza del vero indaga invece la corrente dei Pittori moderni della realtà, che alla metà del Novecento difendono la grande tradizione pittorica italiana per favorire una rinascita della pittura in funzione anti-modernista, ma anche il recupero di valori morali e spirituali. Il gruppo è costituito da Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni, Antonio e Xavier Bueno, cui si aggiungono successivamente Giovanni Acci, Carlo Guarienti e Alfredo Serri. L’esperienza sarà molto breve, bocciata dalla critica coeva.

Alex Katz, Dark brown hat, 2002. Collezione Ferrari Galassi

Alex Katz, Dark brown hat, 2002. Collezione Ferrari Galassi

BANKSY AL PALAZZO DELLE ALBERE A ROVERETO

La prima volta di Banksy a Trento è a Palazzo delle Albere (circuito Mart), con la mostra L’artista del presente visitabile fino all’11 settembre. Da un’idea di Vittorio Sgarbi, a cura di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, il progetto scientifico assegna all’autore inglese lo status quo di artista classico, maestro del presente di cui si espongono le opere più famose e i messaggi più potenti, oltre alle serigrafie diventate oggetto di culto presso i collezionisti internazionali. Può l’arte urbana essere affrontata in prospettiva accademica? Questo è l’intento.

Banksy, L'artista del presente, exhibition view at Palazzo delle Albere. Ph. Jacopo Salvi per Mart

Banksy, L’artista del presente, exhibition view at Palazzo delle Albere. Ph. Jacopo Salvi per Mart

DAI RINOCERONTI ALLA GROTTA DI LASCAUX AL MUSE

Non distante, è ricca di appuntamenti anche l’estate del MUSE di Trento, dove è già in corso (fino al 9 ottobre) la mostra L’ombra dell’unicorno. Il rinoceronte tra passato, presente e futuro. Ci si concentra sul grande ungulato originario dei continenti asiatico e africano (a seconda della specie) per tracciarne un identikit che spazia dall’epica alla biologia, passando per la nascita dei safari ottocenteschi e la denuncia del fenomeno del bracconaggio, che ancora colpisce con particolare crudeltà il rinoceronte per accaparrarsi il suo corno. Ma il progetto ha preso le mosse da una mascotte molto speciale, Toby, il rinoceronte bianco meridionale (Ceratotherium simum simum) che ha vissuto più a lungo all’interno di una struttura zoologica in Europa: morto all’età di 54 anni, 47 li ha trascorsi al Parco Natura Viva di Bussolengo. Oggi le cinque specie di rinoceronte conosciute nel mondo sono a rischio estinzione: la mostra del Museo delle Scienze è un invito a riflettere.

Ma nella struttura progettata da Renzo Piano è prossimo a esordire anche un progetto dedicato alla “grotta dei racconti perduti”: Lascaux Experience, dal 24 luglio all’8 gennaio prossimo, è un viaggio indietro nel tempo supportato dalla realtà virtuale. L’esposizione arriva a Trento dopo il passaggio al MANN di Napoli nel 2020, ma al MUSE saranno forniti visori Oculus per permettere l’esplorazione virtuale e interattiva della grotta, che a Lascaux conserva pitture rupestri risalenti a 20mila anni fa, e per questo è tutelata dall’Unesco.

Pitture rupestri a Lascaux © SPL Lascaux

Pitture rupestri a Lascaux © SPL Lascaux

L’ESTATE DEL MUSEION DI BOLZANO

La prima retrospettiva dell’artista filippino David Medalla (Manila, 1942-2020), scomparso di recente, si visita al terzo piano del Museion di Bolzano fino al 14 settembre, grazie alla collaborazione con il Bonner Kunstverein e il David Medalla Archive di Berlino. In settant’anni di carriera, l’autore, refrattario alle etichette, ha sperimentato un gran numero di tecniche, stili, soggetti, materiali, tra impegno e leggerezza.
Il Passage del piano terra e il Cubo Garutti del centro bolzanino per l’arte contemporanea celebrano invece i dieci anni dalla scomparsa di Walter Pichler (Deutschnofen, 1936-2012), artista e architetto austriaco di origini altoatesine. La mostra illumina le architetture scultoree dell’artista, ispirato dalla stagione viennese dell’architettura utopica, con particolare riferimento al progetto realizzato in Val d’Ega nel 2002, Haus neben der Schmiede, di cui si espongono i disegni preparatori. C’è tempo fino al 4 settembre.

David Medalla. Paralbles of Friendship, Museion, 2022, crediti Luca Guadagnini

David Medalla. Paralbles of Friendship, Museion, 2022, crediti Luca Guadagnini

I COLORI DELLA SERENISSIMA AL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO

Si tratta di un ritorno a casa per i dipinti – molti di grande formato – che un tempo decoravano palazzi e chiese delle vallate trentine e oggi figurano tra i pezzi più prestigiosi di musei e collezioni europee e statunitensi. A favorirne il temporaneo rientro è l’allestimento della mostra ospitata nei saloni del Castello del Buonconsiglio di Trento fino al 23 ottobre. Obiettivo: testimoniare l’apprezzamento per l’arte veneziana in area trentina nel XVIII secolo, come conferma la presenza di molti maestri veneziani (quali Antonio e Francesco Guardi, peraltro originari della Val di Sole) nei territori del Principe Vescovo e nel Tirolo Meridionale a partire dalla fine del Seicento. Del resto i rapporti tra le vallate trentine e la Serenissima tra XVII e XVIII secolo furono intensi per motivi commerciali e politici, ancor prima che culturali. Numerose sono le opere inviate da Venezia in quel periodo, come pure, in direzione contraria, frequenti i soggiorni di formazione di pittori trentini a Verona e Venezia. La mostra curata da Andrea Tomezzoli e Denis Ton espone una settantina di opere utili a ricostruire intrecci e scambi caratteristici di quel peculiare clima artistico. Ci si concentra così sul cantiere della Santissima Annunziata, sulla committenza del principe vescovo Francesco Felice Alberti d’Enno, sulle presenze veronesi (come Giambettino Cignaroli) e su episodi di collezionismo privato significativi. Spicca, tra tutti, la figura di Francesco Fontebasso, autore anche del ciclo di affreschi per il Buonconsiglio datato 1759.

Francesco Fontebasso, L_adorazione del vitello d_oro, olio su tela. Trento, Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali.

Francesco Fontebasso, L_adorazione del vitello d_oro, olio su tela. Trento, Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali.

LE FOTO SUL RAPPORTO TRA UOMO E MONTAGNA AL CASTELLO DI CALDES

In Val di Sole, ai piedi dei gruppi dell’Adamello Presanella, dell’Ortles Cevedale e delle Dolomiti di Brenta, il Castello di Caldes (oggetto di un recente restauro che ha riaperto al pubblico la stanza di Olinda) ospita fino al 9 ottobre una mostra dedicata ai grandi maestri della fotografia, in collaborazione con l’Agenzia Magnum Photos (per cui tutti gli autori coinvolti hanno lavorato). Vivere in alto è una rassegna incentrata sugli scatti d’artista che hanno saputo immortalare il rapporto tra uomo e montagna, registrando una convivenza non sempre facile. Si spazia così tra fotografie datate agli Anni Cinquanta fino ai giorni nostri, da Robert Capa a Steve McCurry a Ferdinando Scianna. Si affrontano i temi dei luoghi del vivere in alta quota, ieri come oggi (con scatti di Bruno Barbey e René Burri), del turismo alpino indagato nelle sue luci e ombre (da Martin Parr e Jean Gaumy), degli interventi infrastrutturali e di tutela, oggetto delle fotografie di Peter Marlow e Carl De Keyzer. Alla mostra, curata da Marco Minuz, fa seguito la collocazione in pannelli ecosostenibili di dodici scatti realizzati dal fotoreporter Jérôme Sessini e riprodotti in grande formato in altrettanti luoghi significativi della valle per tracciare il Sentiero della Fotografia, tra prati, rifugi e pascoli della Val di Sole.

The Dalai Lama. Ladakh. INDIA. 1976© Raghu Rai - Magnum Photos

The Dalai Lama. Ladakh. INDIA. 1976© Raghu Rai – Magnum Photos

LA GRAFICA DI REMBRANDT A CASTEL STENICO

In posizione arroccata, con vista sulle Giudicarie, Castel Stenico è un maniero risalente al XII secolo, quando già apparteneva ai Principi Vescovi di Trento. Oggi sede distaccata del Museo Castello del Buonconsiglio di Trento, conserva affreschi duecenteschi e una collezione di mobili intarsiati e antiche armi. Fino al 6 novembre, ospita la mostra dedicata alla produzione grafica di Rembrandt, dando spazio alle incisioni della collezione Lazzari Turco Menz, donata nel 1924 al Municipio di Trento, e normalmente conservate al Castello del Buonconsiglio. L’autore olandese non trascurò mai l’arte incisoria durante tutta la sua carriera, con esiti mirabili e un tratto peculiare, rapido, esuberante, insistito per evidenziare le ombreggiature e donare grande espressività. La collezione porta traccia di numerose composizioni firmate dall’artista, di cui sedici acqueforti tirate dalle lastre originali del pittore, con carte filigranate che ne confermano l’autenticità e la datazione (tra queste, L’ Autoritratto datato 1633). Anche dopo la sua morte, le stampe di Rembrandt avranno grande circolazione e molto successo presso artisti e collezionisti. In mostra si apprezzano molti ritratti e fogli dedicati alle storie dell’Antico e Nuovo Testamento, compresa la Morte della Vergine (1639), ispirata all’analogo soggetto inciso da Albrecht Dürer nel 1510.

Rembrandt, Autoritratto, 1933

Rembrandt, Autoritratto, 1933

CREATURE FANTASTICHE A CLES

Per le strade e le piazze del borgo di Cles, le chiocciole colorate in plastica riciclata del collettivo Cracking Art che tutti abbiamo imparato a conoscere (protagoniste anche nei Giardini Reali di Torino, per Animali a corte) annunciano il progetto che fino al 19 ottobre trasforma il Palazzo Assessorile nel luogo deputato a indagare la rappresentazione degli animali fantastici nella storia dell’arte. L’idea prende le mosse degli affreschi cinquecenteschi opera della bottega di Marcello Fogolino, ancora visibili in alcuni ambienti della residenza gotico-rinascimentale di Cles. Bestie feroci, creature mitologiche e figure zoomorfe fantastiche rappresentate nel ciclo hanno fornito lo spunto per riunire nello stesso spazio opere che evidenziano il valore simbolico ed evocativo degli animali nel corso dei secoli e fino all’arte contemporanea, da Guercino ad Andrea Mantegna a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Alighiero Boetti, Antonio Ligabue, Fausto Melotti e molti altri, con prestiti da gallerie antiquarie e d’arte trentine e milanesi e dal Mart di Rovereto. Nello spirito della Wunderkammer, alle opere sono accostati oggetti stravaganti e animali tassidermizzati dell’inizio del Novecento.

Antonio Ligabue, Volpe in fuga con paesaggio, 1956. Courtesy Galleria de' Bonis, Reggio Emilia

Antonio Ligabue, Volpe in fuga con paesaggio, 1956. Courtesy Galleria de’ Bonis, Reggio Emilia

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO SECONDO STEFANO CAGOL A CASTEL BELASI

Porta d’accesso alla Val di Non, in località Campodenno, Castel Belasi ospita fino al 30 ottobre la personale di Stefano Cagol (Trento, 1969), tristemente attuale nel tema: Il Fato dell’Energia. Ghiacci glaciali, surriscaldamento e divinazioni è un viaggio visionario tra metafore universali, riti contemporanei, ghiacci e diluvi attraverso molteplici linguaggi, dal video alle installazioni ai lavori di inizio carriera. Venti opere in tutto, realizzate tra la metà degli Anni Novanta e oggi, compreso il progetto presentato all’ultima Biennale di Venezia. The Fate of Energy (2002) è il video che dà il titolo alla mostra, e riflette ‒ attraverso la sensibilità di un artista da sempre attento al tema del cambiamento climatico ‒ sui molteplici significati del termine energia, al tempo stesso generatrice e distruttrice.
La mostra, a cura di Emanuele Quinz, inaugura la programmazione di Castel Belasi Cultura, che dopo il recente restauro del maniero si presenta al pubblico con un percorso espositivo permanente dedicato alla fotografia e un ricco calendario di mostre d’arte contemporanea.

Stefano Cagol THE TIME OF THE FLOOD (Il tempo del diluvio) 2020 Courtesy l’artista_ IFCAA Fondazione Italia Israele per le Art e la Cultura_ Momentum Berlin_ CCA Center for Contemporary Art Tel Aviv

Stefano Cagol THE TIME OF THE FLOOD (Il tempo del diluvio) 2020 Courtesy l’artista_ IFCAA Fondazione Italia Israele per le Art e la Cultura_ Momentum Berlin_ CCA Center for Contemporary Art Tel Aviv

BRUNICO CELEBRA GLI ILLUSTRATORI ITALIANI

Aperta in concomitanza con i tre giorni inaugurali del Ripido Illustration Festival, che dall’8 al 10 luglio scorsi ha debuttato a Brunico focalizzandosi sui talenti del disegno e dell’illustrazione italiana, la mostra Five Lines si protrarrà fino all’8 settembre al Museo Civico della celebre località turistica ai piedi delle Dolomiti. Curata dalla galleria torinese Caracol, la rassegna espone i lavori di cinque illustratori (Emiliano Ponzi, Marco Cazzato, Andrea Serio, Elisa Talentino, Giulia Neri, quest’ultima ideatrice del festival) che percorrono strade diverse ma complementari. La Vecchia Palestra accoglie invece la collettiva Visions, con opere di Davide Bonazzi, Federica Bordoni, Ferdinando Cobelo, Elia Colombo, Federica Fabbian, Ilaria Faccioli, Goran, Maria Martini, Giordano Poloni e Ilaria Urbinati. Ma solo fino al 30 luglio.

Andrea Serio per Ripido Festival a Brunico, 2022

Andrea Serio per Ripido Festival a Brunico, 2022

L’IMMAGINARIO DEL SURREALISMO A CORTINA

È Farsettiarte a introdurre i pittori protagonisti della stagione surrealista a Cortina, con la mostra che dal primo agosto (fino al 4 settembre) si preoccupa di tracciare il movimento che prese piede nella prima metà del Novecento fino a indagarne gli esiti più vicini ai giorni nostri. La lunga linea dell’immaginazione lascia infatti spazio sia ai fondatori del movimento – con opere di Andrè Breton, Salvador Dalí, Joan Miró, René Magritte, Pablo Picasso, Man Ray, André Masson, Sebastian Matta – che ad autori contemporanei che al Surrealismo hanno guardato per sviluppare il proprio immaginario espressivo, come Lucio del Pezzo (Napoli 1933 – Milano 2020) e Piero Gemelli (Roma, 1952). L’allestimento presso le sede ampezzana della galleria contempla anche lavori di Giorgio De Chirico e Alberto Savinio, nonché il monumentale Paradiso Terrestre (1937) di Gino Severini.

René Magritte, L'île au trésor, 1942-43, olio su tela, cm 60x81

René Magritte, L’île au trésor, 1942-43, olio su tela, cm 60×81

SUI SENTIERI D’ARTE TRA LE MONTAGNE DI CORTINA

Da sabato 23 luglio, per tutta l’estate, chi percorre il primo tratto del sentiero di Pian de ra Spines, nei pressi di Fiames, lungo il corso del fiume Boite, potrà fruire liberamente delle mostra I giardini di Artemide, concretizzazione dell’edizione 2022 dell’iniziativa Sentieri d’Arte. Il titolo della mostra rimanda a una guida letteraria per escursionisti scritta dal poeta e scalatore Giovanni Cenacchi, le opere le firmano Margherita Morgantin e Italo Zuffi, cui si aggiungono quelle realizzate da T-yong Chung la scorsa primavera. Ma anche la seconda parte del sentiero celebra il dialogo tra natura e arte, con i lavori di Benni Bosetto, Cuoghi Corsello, Dado e Maurizio Mercuri realizzati per l’edizione 2021 e rimasti in modo permanente nei luoghi per cui sono stati pensati.

Benni Bosetto, Senza Titolo, Reincarnazione-1 2 3, 2021, acrilico-matita-inchiostro-su-legno-intervento-site-specific

Benni Bosetto, Senza Titolo, Reincarnazione-1 2 3, 2021, acrilico, matita, inchiostro su legno, intervento site specific

UNA MONTAGNA DI LIBRI A CORTINA D’AMPEZZO

Giunge alla 26esima edizione la rassegna Una montagna di libri, festival internazionale della letteratura ospitato a Cortina d’Ampezzo, con grande successo di pubblico. Quest’anno l’appuntamento si protrarrà fino al 18 settembre, con un calendario di cinquanta incontri con l’autore, tra letteratura, attualità, scienza e arte, ospitati presso edifici pubblici, hotel, ma anche all’aperto, tra i boschi, sulle sponde dei laghi della Valle d’Ampezzo, nei pascoli alpini. Programma e protagonisti sono consultabili sul sito dell’iniziativa.

www.unamontagnadilibri.it/ 

Una Montagna di libri, Cortina

Una Montagna di libri, Cortina

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