Weekend a Vicenza. Cosa fare e vedere in città e nei dintorni

Se siete a Vicenza per visitare la mostra sulla Fabbrica del Rinascimento, ecco qualche consiglio per scoprire la città, le sue attrazioni e le tappe da non perdere

In concomitanza con la mostra sul Rinascimento allestita presso la Basilica Palladiana, ecco una manciata di consigli per scoprire la cittadina veneta e il territorio che la circonda, tra arte, storia, natura, cibo.

La fabbrica del Rinascimento. Exhibition view at Basilica Palladiana, Vicenza 2022. Photo Marta Santacatterina

La fabbrica del Rinascimento. Exhibition view at Basilica Palladiana, Vicenza 2022. Photo Marta Santacatterina

VICENZA E LA MOSTRA SUL RINASCIMENTO

Nella decina in lizza per la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2024 c’è anche Vicenza: all’inizio di marzo sarà svelato il verdetto. Nel frattempo la cittadina veneta accende i riflettori su un periodo decisamente prolifico della sua storia artistica e culturale, grazie alla mostra La Fabbrica del Rinascimento, in scena alla Basilica Palladiana. Alla genialità di Andrea Palladio – promotore di un classicismo elegante e funzionale destinato a fare scuola – Vicenza deve la sua presenza nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco: alla metà del Cinquecento, l’architetto seppe rinnovare il linguaggio progettuale tanto nella realizzazione di edifici pubblici quanto nell’edilizia residenziale, come testimonia il complesso delle Ville Venete facilmente raggiungibili con una gita fuori porta (ma ne riparleremo più avanti). Visitare la mostra sul Rinascimento (fino al 18 aprile 2022) è dunque un ottimo punto di partenza per comprendere come la società dell’epoca influenzò la crescita della città e la sua storia nei secoli successivi. Fermarsi qualche giorno in più, per il tempo di un weekend, è invece un’occasione per godere del presente, all’insegna di un turismo lento che si nutre di visite culturali, passeggiate nella natura, piccole scoperte, esperienze gastronomiche.

Il Teatro Olimpico, Vicenza, ph Pino Ninfa

Il Teatro Olimpico, Vicenza, ph Pino Ninfa

L’ITINERARIO PALLADIANO NEL CENTRO DI VICENZA

Le architetture del Palladio si ammirano un po’ ovunque in città. Lungo il Corso, a lui intitolato, da cui prende origine il centro abitato, traccia del decumano della romana Vicetia; e nella nevralgica Piazza dei Signori, dove la Loggia del Capitaniato fronteggia l’iconica Basilica Palladiana, progettata nel 1546, con il loggiato a serliane articolato su due livelli, a rivestire il più antico Palazzo della Ragione. Si sale fino in terrazza, dove ventitré statue accompagnano la passeggiata sul balcone da cui la vista spazia fino al Monte Berico. L’altro gioiello di questo percorso è il Teatro Olimpico, ultima opera del Palladio, che qui lavorò nel 1580 lasciando il progetto incompiuto, su commissione dell’Accademia Olimpica. Ispirandosi a modelli classici, l’architetto realizzò un teatro coperto (il più antico del mondo nel suo genere) volto a simulare un’ambientazione all’aperto; a catturare la sguardo è la monumentale scenafronte, da cui si diparte la cavea semiellittica, in un tripudio di bassorilievi, tabernacoli e statue. Ma l’ingegno del Palladio si ammira anche alle Gallerie di Palazzo Thiene (su progetto di Giulio Romano), riaperte al pubblico dopo cinque anni di stop nell’autunno 2021: all’interno, la Pinacoteca custodisce le opere dei principali maestri della pittura veneta, dal XVI al XVIII secolo (nel sottotetto l’allestimento è dedicato alle sculture di Arturo Martini). Inconfondibile è la cifra palladiana di Palazzo Chiericati, oggi sede del Museo Civico: dall’11 marzo, le sale ipogee del palazzo ospitano la mostra di Miraldo Beghini, come parte del progetto Arte e Territorio, volto a valorizzare l’arte contemporanea vicentina. Tra le architetture religiose, la cappella Valmarana – ispirata ai monumenti funerari romani – è solo uno dei validi motivi per entrare nella Chiesa di Santa Corona, che custodisce anche un Battesimo di Cristo firmato da Giovanni Bellini e diverse opere di Paolo Veronese. A supporto del tour è consigliata una visita al Palladio Museum di Palazzo Barbarano, frutto dell’impegno degli studiosi del Centro Palladiano, che qui mettono in mostra le proprie ricerche sul tema, dando vita a un museo-laboratorio in divenire.

https://www.teatrolimpicovicenza.it/
https://www.museicivicivicenza.it/it/mcp/
https://www.palladiomuseum.org/

Museo del Gioiello, Basilica Palladiana, Vicenza

Museo del Gioiello, Basilica Palladiana, Vicenza

VICENZA CITTÀ DELL’ORO: IL MUSEO DEL GIOIELLO

Vicenza è anche città dell’oro, distretto orafo di alto profilo riconosciuto in tutto il mondo. Il Museo del Gioiello, al pian terreno della Basilica Palladiana, racconta questa storia, presentando l’eccellenza creativa, artistica, produttiva e tecnologica del gioiello italiano. Il percorso si snoda attraverso nove sale, tra creazioni di grandi maison, tesori d’artigianato locale e gioielli ideati da designer indipendenti.

https://www.museodelgioiello.it/

Palazzo Leoni Montanari, Vicenza, Loggia di Ercole vista dall’androne

Palazzo Leoni Montanari, Vicenza, Loggia di Ercole vista dall’androne

LA NOSTRA STORIA FOTOGRAFICA ALLE GALLERIE D’ITALIA

Palazzo Leoni Montanari è la sede vicentina delle Gallerie d’Italia, che vantano un denso calendario di esposizioni in ogni periodo dell’anno. Fino al 18 aprile, vale la visita la mostra Come saremo. L’Italia che ricostruisce, a cura di Arianna Rinaldo con Barbara Costa: una serie di scatti in arrivo dall’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo descrive la rinascita italiana del Dopoguerra, verso la riconquista della normalità (che sia di buon auspicio per il presente).

https://www.gallerieditalia.com/it/vicenza/

IL VERDE PUBBLICO A VICENZA

Delimitato dal fiume Bacchiglione, e da un tratto delle mura veneziane, il Parco Querini è il principale polmone verde della città, un tempo giardino privato di Palazzo Capra Querini. Oggi alterna prati curati a boschetti: si passeggia lungo il viale alberato animato da statue settecentesche, in vista del tempietto ionico realizzato nell’Ottocento da Antonio Piovene. Torna invece la firma di Andrea Palladio al Giardino Salvi, attraversato dalla roggia Seriola, su cui si affaccia la loggia Valmarana, progettata dall’architetto (ma probabilmente realizzata da un suo allievo).

Veduta del Torrione di Vicenza, sede della Fondazione Coppola (esterno). Foto Francesco Castagna.

Veduta del Torrione di Vicenza, sede della Fondazione Coppola (esterno).

DAL MEDIOEVO ALL’ARTE CONTEMPORANEA: L’ESEMPIO DELLA FONDAZIONE COPPOLA

Dal 2018, l’antico Torrione di Porta Castello, fortificazione medievale rimasta per secoli inaccessibile, è sede della Fondazione Coppola, che per iniziativa di un illuminato collezionista – Antonio Coppola – sostiene tutti i linguaggi dell’arte contemporanea, promuovendo artisti già conosciuti, ma anche emergenti. Il percorso museale, messo a punto dagli architetti Paolo De Biasi e Francesco Durante, si snoda lungo tutto il corpo architettonico della torre duecentesca, valorizzando le opere di Kevin Cosgrove e Andrea Bianconi (con l’installazione The Millennium Chair).

https://www.fondazionecoppola.org/

Palladio, Villa La Rotonda, Vicenza

Palladio, Villa La Rotonda, Vicenza

ALLA SCOPERTA DELLE VILLE PALLADIANE IN BICI

Il modo migliore per esplorare i dintorni della città, alla volta delle Ville palladiane, è la bici. Dall’Arco delle Scalette, seguendo il tracciato della ferrovia dismessa Vicenza-Noventa Vicentina, si snoda la pista ciclabile della Riviera Berica, che attraversa contrade di campagna e offre la possibilità di apprezzare il paesaggio rurale dei Colli Berici (i più allenati possono pedalare fino al lago di Fimon e salire alla volta di Arcugnano, per godere di un bel panorama che spazia fino alle Prealpi vicentine). Le destinazioni più gettonate, però, sono senza dubbio La Rotonda e Villa Valmarana ai Nani, due dei più celebri progetti nel sistema delle ventiquattro ville extraurbane concepite dal Palladio. La prima, commissionata da Paolo Almerico, si erge sulla vetta di un colle a breve distanza del centro abitato, riconoscibile dal profilo della cupola che sovrasta l’ambiente a pianta centrale ispirato al Pantheon (qui inscritto in un quadrato). Fulcro di un articolato sistema di gestione dei possedimenti rurali, doveva essere anche emblema del prestigio e della raffinatezza del suo proprietario, e Palladio diede sfoggio di tutta la sua abilità progettuale e visione creativa (il percorso convenzionale riaprirà il 12 marzo 2022, al momento è possibile prenotare la visita privata I segreti della Rotonda). Sulle falde del colle San Bastian, Villa Valmarana ai Nani (il nome si deve alle statue di diciassette nani in pietra, un tempo disseminati nel giardino, ora disposti sul muro di cinta che circonda la proprietà) è invece un complesso di tre edifici circondati da un parco d’epoca, con giardino all’italiana e carpinata. All’interno si ammirano gli affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo (agli appassionati del pittore settecentesco è consigliato anche un passaggio a Villa Zileri).

https://www.villalarotonda.it/
https://www.villavalmarana.com/it/villa
https://www.villazileri.com/

Matteo Grandi in Basilica, la sala. Vicenza

Matteo Grandi in Basilica, la sala. Vicenza

DOVE MANGIARE A VICENZA E DINTORNI

In Piazza dei Signori, nel salotto per eccellenza della città, Matteo Grandi, giovane chef di talento ormai conclamato, ha ereditato gli spazi del Gran Caffè Garibaldi, che oggi è un bar-bistrot di livello, aperto non stop dalle prime ore del mattino fino alla mezzanotte.
Al piano superiore si gioca un’altra partita, con la proposta di una tavola fine dining che è il cuore del progetto Matteo Grandi in Basilica: cucina creativa di grande tecnica, che sa spaziare tra il mare e la terra, guardando anche oltreconfine. Consigliato per un’esperienza gastronomica da assaporare con calma.
Non distante, Angolo Palladio è un’insegna di lungo corso, con il piacevole dehors che fronteggia la Basilica Palladiana. Qui è di casa la buona cucina del territorio, a partire da prodotti selezionati con cura nelle campagne locali: dopo un inizio con prosciutto Berico Euganeo si può proseguire con i tradizionali bigoli al ragù d’anitra, in abbinamento a un calice del territorio.
Uscendo da Vicenza, in direzione Lapio, si scopre un’attività a gestione familiare con oltre cinquant’anni di carriera alle spalle: la Trattoria Zamboni è un rifugio accogliente con vista sui Colli Berici, che propone la cucina delle radici, tra salumi locali, pasta fresca (da assaggiare i maltagliati al ragù bianco), petto d’anatra valorizzato dagli ingredienti di stagione.
Puntando la rotta su Arzignano, invece, la soddisfazione è doppia: colazione e merenda – ma anche un veloce spuntino a metà giornata – si consumano nella bottega-laboratorio all’avanguardia (bel recupero industriale della storica fabbrica Pellizzari) di Olivieri 1882.
I carnivori, invece, possono optare per la macelleria dei fratelli Damini, ristorante d’autore e bottega per gustare (o acquistare) carne di razze bovine selezionate, in arrivo da allevamenti attenti al benessere e all’alimentazione degli animali. Il menu? Roastbeef dal banco, tartare, cotoletta di vitello, costate a lunga frollatura.

https://www.ristorantematteograndi.it/
https://www.angolopalladio.it/
https://www.trattoriazamboni.it/
https://www.olivieri1882.com/
https://www.daminieaffini.com/

Livia Montagnoli

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