Un libro per bambini dedicato a Marina Abramović

Dopo Piero Manzoni, Yves Klein e Marcel Duchamp, la collana di libri dell’artista illustratore Fausto Gilberti dedicata ai grandi artisti del passato cresce con un nuovo volume. Protagonista dell'albo è la “madrina” delle arti performative: Marina Abramović

C’è un artista che nel corso degli ultimi anni ha creato più di un ponte tra il mondo dell’infanzia e quello dell’arte, raccontando attraverso il disegno le storie di alcuni dei più noti e influenti maestri della scena contemporanea. Stiamo parlando di Fausto Gilberti, sagace narratore che ha fatto del disegno in bianco e nero la sua cifra stilistica principale. Le sue creazioni sono figure ridotte al minimo, personaggi stilizzati con occhi grandi e stralunati che si stagliano su fogli bianchi in cui l’ambientazione è quasi sempre indefinita. Oggetto preferito dei suoi libri e delle sue opere su carta sono, appunto, i pittori e gli scultori più amati del Novecento, offerti ai lettori (soprattutto a quelli più giovani) con un linguaggio sintetico e scherzoso. Dopo gli albi illustrati dedicati a Piero Manzoni, Yves Klein, Jackson Pollock, Louise Bourgeois e Yayoi Kusama, l’artista punta le sue matite sulla “guru” della body art: Marina Abramović, scelta come protagonista di un nuovo volume recentemente portato sugli scaffali da Corraini.

Fausto Gilberti, Marina Abramovic(Corraini, 2024)
Fausto Gilberti, Marina Abramovic (Corraini, 2024)

Marina Abramović secondo Fausto Gilberti

Mi chiamo Marina Abramović e prima di iniziare a raccontarti la mia storia, vorrei che tu chiudessi gli occhi per alcuni secondi insieme a me”. Esordisce con queste parole la performer di Belgrado, chiamata a raccontare in prima persona il suo percorso umano e professionale, a partire dall’infanzia trascorsa in Jugoslavia: “quando ero piccola, nel mio paese, non era permesso fare molte cose. Era pericoloso perfino festeggiare il Natale. Ricordo che il giorno della festa nonna Milica copriva le finestre con delle tende nere cosicché da fuori nessuno potesse vederci (…). Mamma Danica invece era molto severa. Mi proibiva di giocare con l’altalena, di indossare gonne corte e di farmi crescere i capelli lunghi, ma era contenta quando mi vedeva dipingere”. E proprio i primissimi esperimenti pittorici della giovane artista occupano le pagine iniziali del libricino, prima di approdare alla performance e alle prime, sconvolgenti, azioni pubbliche: “in una galleria d’arte rimasi ferma e muta per sei ore, mentre le persone potevano scegliere se accarezzarmi o pungermi, mettermi in mano una rosa o in testa un cappello, farmi il solletico o pizzicarmi, darmi un bacio sulla guancia o incollarmi un cerotto sul naso”, racconta la protagonista del volume riferendosi a Rhythm 0, la performance ospitata nello Studio Morra a Napoli nel 1974.

Fausto Gilberti, Marina Abramovic(Corraini, 2024)
Fausto Gilberti, Marina Abramovic (Corraini, 2024)

L’incontro con Ulay e la performance al MoMA

Assume invece toni più caldi e sentimentali la parte centrale del libro, che si sofferma sull’incontro con Ulay, compagno di vita e di carriera di Abramović. “Ulay era un artista come me e avevamo molte idee in comune. Ci innamorammo e cominciammo a vivere e lavorare insieme. Non avevamo un soldo e dormivamo a bordo di un furgone, viaggiando per tutta l’Europa”. Risalgono a questo periodo le performance Relation in time e Relation in space (entrambe del 1976), Breathing in/Breathing out e Imponderabilia – azione leggendaria realizzata dalla coppia il 2 giugno 1977 alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, quando circa 350 persone transitarono attraverso lo stretto passaggio creato dai corpi nudi dei due artisti per entrare nel museo (prima che la polizia facesse irruzione per interrompere l’evento). Ognuno di questi happening è illustrato nel libro con intelligenza e sguardo divertito, sottolineando gli aspetti più curiosi di modalità espressive sempre al limite. Il racconto di Gilberti arriva ai nostri giorni, con il successo di The artist is present, la performance avvenuta a New York in cui Marina Abramović, per novanta giorni e settecento ore, stando sempre seduta, ha incontrato con gli occhi più di 1675 persone, attirando al MoMA più di 800 mila appassionati di arte: “alcuni mi hanno sorriso. Altri si sono commossi. Qualcuno mi ha fatto delle smorfie. Qualcun altro è rimasto impassibile come una sfinge. Ero lo specchio delle loro emozioni”.

Alex Urso

Fausto Gilberti, Marina Abramović
Corraini, 2024
pag. 48, € 13,50
ISBN 9791254930922
https://corraini.com/

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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