A Milano la più grande mostra sul fenomeno Zerocalcare

L'universo a fumetti di Zerocalcare si trasferisce, fino al 23 aprile, negli spazi della Fabbrica del Vapore di Milano. Succede grazie a “Dopo il botto”, la rassegna più ampia e corposa mai dedicata all'autore romano

Il meteorite non sta cadendo. È caduto. Il Covid ci ha dato la possibilità̀ di ripensare la società̀, di tirare fuori uno spirito diverso, più attento agli altri e alla collettività ma non è accaduto. La mostra parla di tutto questo”. Così Zerocalcare presenta al pubblico il suo nuovo progetto espositivo: il più grande e ambizioso della sua carriera, visto il poderoso numero di opere raccolte all’interno del tragitto di visita. Si intitola Dopo il botto, ed è visitabile da qualche giorno negli spazi della Fabbrica del Vapore di Milano.
È questa la sede scelta da Silvia Barbagallo, ideatrice del progetto, e Giulia Ferracci, la curatrice incaricata di dare ordine e forma alle “esplosioni” di sarcasmo e ironia di questo protagonista assoluto della nona arte nazionale. Esplosioni, sì, perché il titolo stesso della rassegna è un indizio di ciò che si può ammirare all’interno del percorso espositivo.

Zerocalcare, Clap, 2018. Courtesy Zerocalcare

Zerocalcare, Clap, 2018. Courtesy Zerocalcare

ZEROCALCARE E LA PANDEMIA

Prodotta da Arthemisia, e visitabile fino al prossimo 23 aprile, la mostra è una riflessione sulla “nuova” condizione politica e sociale susseguente alla pandemia. Quali insegnamenti ci restano, e cosa abbiamo imparato dopo i due anni passati nella morsa del virus? Saremmo stati migliori, si diceva; ma è stato proprio così?
Ora che il mostro della malattia fa meno paura, il fumettista romano (recentemente in libreria con il nuovo libro No sleep till Shengal) sembra tirare le somme di ciò che siamo stati e di ciò che siamo oggi, prendendo appunto gli stravolgimenti causati dal Covid come momento di demarcazione tra un prima e un dopo. Un “prima” e un “dopo”, evidentemente, meno diversi da come ci si aspettava.

Zerocalcare, Regeni senza, 2017. Disegno di copertina per il numero di Internazionale del 25 31 agosto 2017 sul caso Giulio Regeni. Courtesy Zerocalcare

Zerocalcare, Regeni senza, 2017. Disegno di copertina per il numero di Internazionale del 25 31 agosto 2017 sul caso Giulio Regeni. Courtesy Zerocalcare

IL DISEGNO COME FORMA DI RESISTENZA

Varcato l’ingresso della sede milanese, l’allestimento proietta il visitatore all’interno di una città immaginifica e post-apocalittica, dove, al centro della scena, spicca una strada circondata da palazzi disegnati dall’autore. Le facciate degli edifici colpiti da un cataclisma planetario portano inevitabilmente a una riflessione su quanto le nostre vite private e il nostro contribuito alla dimensione collettiva siano cambiati a seguito della pandemia.
A partire da questo scenario si snodano le varie sezioni che scandiscono la mostra, ognuna composta da centinaia di tavole realizzate prevalentemente durante il lockdown: una sequenza di fumetti e illustrazioni che portano alla luce alcuni dei temi più cari a Zerocalcare: dalle forme di ribellione incarnate dal popolo curdo ai lavoratori che protestano per condizioni di vita più dignitose; dal ruolo delle donne alle molte altre battaglie condotte da gente comune come espressione di quotidiana resistenza.

Zerocalcare, Paperino, 2014. Courtesy Zerocalcare

Zerocalcare, Paperino, 2014. Courtesy Zerocalcare

IL PERCORSO ESPOSITIVO

‘Zerocalcare. Dopo il botto’ è introdotta da un’ampia timeline curata da Oscar Glioti, che ripercorre in maniera divertita i momenti cruciali della sua vita, si snoda poi nelle animazioni accolte nella sala cinema, e prosegue nelle oltre 800 tavole e 200 illustrazioni disegnate dai primi anni Duemila a oggi”, racconta la curatrice.L’excursus espositivo si sviluppa in diversi nuclei tematici da sempre parte del suo repertorio: le forme di opposizione sociale, il sostegno a spazi comunitari come forma alternativa di organizzazione, la denuncia degli abusi di potere, le storie di esclusione ed emarginazione, fino ad arrivare al racconto scanzonato di vicende biografiche, di cui Rech è maestro per la capacità di cogliere nei frammenti di vita personale l’unità di un sentire diffuso”.
Chiudono il tragitto di visita i “santi protettori”: ritratti su tela e foglie d’oro provenienti dall’immaginario mitico dell’autore, che rappresentano i tipici personaggi del suo catalogo: dal T-Rex alla mamma Lady Cocca, dal cantante dei Nirvana, Kurt Cobain, all’anarchico italiano Gaetano Bresci, fino alla coraggiosa difensora dei diritti umani Nasrin.

Zerocalcare, Decoro, Decoro, Decoro, 2015. Finta rivista free press distribuita nelle metro. A e B della capitale per lanciare la campagna “Roma Comune”. Courtesy Zerocalcare

Zerocalcare, Decoro, Decoro, Decoro, 2015. Finta rivista free press distribuita nelle metro. A e B della capitale per lanciare la campagna “Roma Comune”. Courtesy Zerocalcare

LE PAROLE DI GIULIA FERRACCI

Il titolo dell’esposizione, ‘Zerocalcare. Dopo il botto’, nasce da una suggestione biografica e da una riflessione di stringente attualità sul momento storico che stiamo vivendo. Se da una parte il‘botto’ è una condizione esistenziale permanente all’autore, dall’altra è da considerarsi come la spaventosa metafora dell’avanzare del vuoto sociale originato all’indomani di un evento totale come quello della pandemia”, continua Giulia Ferracci. “La perdita di contatti fisici, la disgregazione delle comunità, l’avanzata dei populismi come reazione tradizionalista alle minacce d’insicurezza, sono i fenomeni tradotti dalla matita dell’autore in un’unica grande scena: una città a dimensione reale colpita dall’arrivo di un asteroide. Le scarne facciate dei palazzi sono creazioni inedite, che riportano l’evoluzione tecnica della matita azzurra nelle tavole, adottata dell’autore a partire dal 2020. Questo squarcio di città evoca il sentimento post-apocalittico di un’umanità che ha perso i suoi punti di riferimento, ma che al tempo stesso conserva piccoli fuochi di resistenza, come traccia e segno di una vitale opposizione personale e collettiva ai fenomeni di ingiustizia sociale del nostro presente”.
Con le sue oltre 800 tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni e un’opera site specific, la rassegna è senza dubbio il più ambizioso progetto espositivo dell’inarrestabile fumettista romano. L’ennesima prova di forza di un autore capace come pochi di usare l’ironia come strumento di riflessione sui grandi temi del nostro tempo.

Alex Urso

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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