Rio 2016. Olimpiadi e architettura

Dal leggendario Maracanã Stadium alla temporanea Future Arena passando per il Museum Image and Sound firmato Diller Scofidio+Renfro. Ecco una panoramica sulla nuova architettura della prima “città olimpica” sudamericana.

Non più tardi di un mese fa, dalle colonne del New York Times, la corrispondente Vanessa Barbara si scagliava, dati alla mano, contro i ritardi e le condizioni di lavoro nei cantieri di alcune delle sedi dell’imminente XXXI edizione dei Giochi Olimpici. Attingendo dalla dichiarazione dello “state of public calamity” decretato per Rio de Janeiro e la propria area metropolitana, la giornalista coniava per il grande evento sportivo la poco lusinghiera etichetta di “unnatural disaster”.
Dall’allarme per l’epidemia da virus Zika al dissesto economico, con le accuse rivolte a Dilma Rousseff di aver manipolato il bilancio pubblico, dal maltempo alle urgenze legate alla sicurezza, interna e di matrice jihadista, fino al collasso di quella che era stata ribattezza come “la pista ciclabile più bella del mondo” – l’incidente, avvenuto dopo alcune settimane dall’inaugurazione, è costato la vita a due persone – il debutto delle Olimpiadi in terra sudamericana è avvolto da una coltre di polemiche, ansie e pessimismo. Spetterà alla cronaca raccontare di una disfatta (annunciata) o mostrare visioni alternative: salvo manifestazioni e imprevisti, il pubblico internazionale si aspetta di vedere soprattutto immagini di sano agonismo dalle 32 sedi olimpiche, dislocate a Rio, Belo Horizonte, Brasília, Manaus, Salvador e São Paulo.
Tra le “vecchie glorie” rimesse a nuovo in occasione del FIFA World Cup 2014 – come il Maracanã Stadium, culla dello spettacolo sportivo dell’America Latina che ospiterà gli eventi calcistici e le cerimonie di apertura e chiusura, e il Sambodromo di Oscar Niemeyer –, i centri ultimati nel 2014, come l’Amazonia Arena di Manaus e la Corinthians Arena di São Paulo, e i cantieri lasciati a metà – emblematico su tutti è il caso delle torri del villaggio degli atleti, 12 delle 31 previste sono incompiute – seppur a fatica anche cinque recenti realizzazioni provano a guadagnare visibilità.

Lopes Santos & Ferreira Gomes Arquitetos + AndArchitects, Arena do Futuro, Rio de Janeiro - photo © Leonardo Finotti www.leonardofinotti.com

Lopes Santos & Ferreira Gomes Arquitetos + AndArchitects, Arena do Futuro, Rio de Janeiro – photo © Leonardo Finotti www.leonardofinotti.com

FUTURE ARENA: DALLA PALLAMANO ALLA SCUOLA
Nasce con un destino già scritto, la struttura firmata dal consorzio costituito da LSFG Arquitetos Associados + OA | Oficina de Arquitetos, in collaborazione con lo studio anglosassone AndArchitect. Dopo aver ospitato le gare di pallamano, durante le Olimpiadi e le Paralimpiadi, Future Arena – nuova “architettura nomade” della megalopoli carioca – sarà smontata e abbandonerà il grande parco olimpico di Barra, nella zona ovest di Rio, dove è sorta. Tutti gli elementi costitutivi saranno infatti suddivisi e assegnati alla costruzione di quattro complessi scolastici.
Ragionando preventivamente su materiali e tecnologie, i progettisti hanno fatto ricorso a sistemi di costruzione capaci di ridurre al minimo gli sprechi. In particolare, nelle nuove scuole – tre sorgeranno proprio a Barra da Tijuca, una nel barrio di Maracanã – saranno riutilizzati l’attuale copertura, i pannelli lignei di rivestimento delle facciate, gli elementi strutturali in acciaio e le rampe per disabili. Esplicito l’obiettivo: lasciare un’eredità tangibile dell’appuntamento sportivo, agendo sul fronte cruciale dell’edilizia scolastica.

Vigliecca & Associados, Arena da Juventude, Rio de Janeiro - photo © Leonardo Finotti www.leonardofinotti.com

Vigliecca & Associados, Arena da Juventude, Rio de Janeiro – photo © Leonardo Finotti www.leonardofinotti.com

YOUTH ARENA: DAL BASKET ALLA FORMAZIONE
Insieme all’X-Park – l’impianto messo a punto per le competizioni di mountain bike, BMX e canoa slalom, situato nel Deodoro Olympic Park – la Youth Arena dello studio di architettura brasiliano Vigliecca & Associados viene considerata uno dei lasciti più significativi di queste Olimpiadi. Ai progettisti l’incarico di mettere a punto una struttura versatile, in grado di ospitare, anche in contemporanea, discipline che necessitano di dotazioni diverse quali il basket femminile, il pentathlon moderno, la scherma e la scherma su sedia a rotelle.
Facendo proprio il concetto di hangar, Vigliecca & Associados hanno concepito un edificio polivalente con una capienza massima di 5.000 persone, raccolto sotto a una copertura tecnologica, a 20 metri dal livello di calpestio, con una porzione in aggetto: lungo il perimetro ombreggiato è così sorta una promenade. Futuro centro di istruzione e formazione per gli atleti e per i giovani dell’area circostante, l’Arena concentra tecnologie all’avanguardia sul fronte dell’illuminazione e della ventilazione naturale, finalizzate a contenerne i futuri costi di gestione. Non tutte, però, verranno testate in tempo per le Olimpiadi.

Rua Arquitetos, Olympic Golf Course, Rio de Janeiro - photo © Leonardo Finotti www.leonardofinotti.com

Rua Arquitetos, Olympic Golf Course, Rio de Janeiro – photo © Leonardo Finotti www.leonardofinotti.com

OLYMPIC GOLF COURSE: MEMORIE DEL MODERNISMO
Frutto del concorso vinto nel 2012 dal team brasiliano formato da Pedro Évora e Pedro Rivera di Rua Arquitetos, l’edificio ubicato nell’area destinata al golf si articola in una serie di padiglioni dall’altezza contenuta. Partendo dalla necessità di combinare precisione ed equilibrio, come imposto dalla pratica del golf, l’intervento ragiona sul concetto di limite, generando una varietà di situazioni spaziali e ambientali.
L’Olympic Golf Course, sede anche della confederazione nazionale, rivela un interesse verso i motivi architettonici tradizionali brasiliani di matrice modernista: non solo mediante il brise-soleil, ma anche attraverso i cobogós, i tipici elementi forati, in cemento, che favoriscono la ventilazione e l’illuminazione all’interno. Ad accompagnare il complesso, la serialità data dagli ombrelloni – baldacchini in tessuto impermeabile, in cui è integrato un sistema di riciclaggio dell’acqua piovana.

Santiago Calatrava, Museu do Amanha - Museum of Tomorrow, Rio de Janeiro - photo © Cesar Barreto

Santiago Calatrava, Museu do Amanha – Museum of Tomorrow, Rio de Janeiro – photo © Cesar Barreto

OLTRE LE OLIMPIADI: DUE NUOVI SPAZI CULTURALI
Presentato a dicembre 2015, il nuovo Museu do Amanhã – Museum of Tomorrow di Santiago Calatrava sorge sul molo di Mauá, a Rio de Janeiro. La sua progettazione è parte integrante degli interventi, presentati dalla municipalità carioca a sostegno della propria candidatura ai Giochi Olimpici, finalizzati alla rivitalizzazione del Porto Maravilha, in un’ottica di integrazione con il tessuto urbano. Sviluppato in un’area di oltre 12mila mq, il museo ha un’elevazione fuori terra di 18 metri e intende evocare le bromeliacee del giardino botanico di Rio, pur palesando con immediatezza l’identità del suo progettista.
A contraddistinguerlo è lo sviluppo longitudinale della struttura che, dopo aver accompagnato una significativa porzione del molo, si protende verso l’alto, evolvendo attraverso il doppio sbalzo della copertura. Primo museo esperienziale di Rio, il Museu do Amanhã presenta cinque aree espositive permanenti – Cosmo, Terra, Antropocene, Domani e Noi – e propone mostre temporanee, ambienti immersivi, servizi audiovisivi e giochi interattivi a carattere scientifico.

Diller Scofidio + Renfro, The Museum of Image and Sound, Rio de Janeiro - rendering

Diller Scofidio + Renfro, The Museum of Image and Sound, Rio de Janeiro – rendering

Il registro cambia nel nascente MIS / Museu da Imagem e do Som dei newyorchesi Diller Scofidio + Renfro. Per la nuova casa, con affaccio sul celeberrimo lungomare di Copacabana, dell’istituzione nata nel 1965 come centro di ricerca e di documentazione – prossimamente attiva anche come hub culturale –, gli autori della High Line nella Grande Mela e dell’appena inaugurato Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive  hanno concepito il cosiddetto “Vertical Boulevard”. La facciata del nascente museo si lascia – letteralmente – percorrere da una passerella in quota, un espediente che va ben oltre la possibilità di godere di una vista panoramica sulla spiaggia più popolare del Brasile. In questo edificio infatti, il consueto filtro rappresentato dal prospetto diviene una superficie fluida, da sperimentare, offrendo una reale alternativa alle canoniche categorie di interno ed esterno. Avviato verso la fase conclusiva della realizzazione, nonostante la crisi economica, nei suoi 9.800 mq proverà ad assicurare un’immersione nell’identità della patria del Carnevale, della Samba e della Bossa Nova. Nelle sue sale saranno dunque esposti documenti eterogenei – fotografie, cartelloni pubblicitari, filmati, testimonianze cartacee –; presenti anche un auditorium, un cinema all’aperto e un’area ristoro.

Valentina Silvestrini

Rio de Janeiro
MARACANÃ STADIUM
Av. Pres. Castelo Branco

SAMBODROMO
Marquês de Sapucaí

FUTURE ARENA
Parque Olímpico da Barra
Av. Embaixador Abelardo Bueno

YOUTH ARENA
Parque Olímpico de Deodoro
Estr. São Pedro de Alcântara 2020

OLYMPIC GOLF COURSE
Av. das Américas 10.001

MUSEU DO AMANHÃ
Praça Mauá 1
www.museudoamanha.org.br

MIS / MUSEU DA IMAGEM E DO SOM
Rua Visconde de Maranguape 15
www.mis.rj.gov.br

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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