La bigiotteria della Terra. Luigi Presicce in mostra a Roma

Nasi appuntiti, zigomi sporgenti e menti pronunciati: così si presentano gli ospiti del Contemporary Cluster di Roma, nati dalla mente di Luigi Presicce. Un universo surreale che si dipana tra pennellate fluo e acconciature ardite

Le figure ibride di Luigi Presicce (Lecce, 1976) animano gli spazi ottocenteschi del Contemporary Cluster di Roma in occasione della mostra La bigiotteria della Terra. Un progetto espositivo che riassume gli ultimi tre anni di produzione dell’artista pugliese, rimarcando la sua predilezione per il linguaggio pittorico. Più che una propensione sarebbe giusto parlare di forma mentis, che lo ha accompagnato – e continua a farlo – nella sua ricerca e nelle sue performance, come per il ciclo Le Storie della Vera Croce ospitato al Mattatoio di Roma nel 2021.

Luigi Presicce, Serpente, 2021, photo Giorgio Benni

Luigi Presicce, Serpente, 2021, photo Giorgio Benni

LA MOSTRA DI LUIGI PRESICCE A ROMA

Il titolo è stato letteralmente “raccolto” dalla strada, più precisamente estrapolato dal farfugliare ad alta voce di un clochard. Ma cosa sono le “bigiotterie” se non tutti quei ninnoli che si fingono preziosi illudendo in primis chi li desidera? Un’illusione artificiale che si scontra con le fragilità e le porta all’esasperazione, sfociando in una vetrinizzazione del corpo. Un concetto che si pone alla base del nucleo di opere Homo Sapiens Sapiens Sapiens realizzato nel 2020, un periodo pieno di incertezze e di timori per il destino della razza umana che affiorano ancora oggi fra le trame delle tele. Cambiamenti radicali e riflessioni profonde hanno portato a non escludere una prominente componente religiosa, su cui l’artista pone un focus rispetto a tutto ciò che ancora significa intraprendere la strada della spiritualità. Ecco allora che le figure ibride dell’universo di Presicce, accumunate da una sessualità non definita, si stagliano in ambienti deserti e privi di tracce umane. Una serie di quadri che ricordano una visitazione dei santi che, invece di essere illuminati da luci divine, sono abbagliati dalle luci artificiali degli smartphone. Raggi esageratamente luminosi che esaltano gli incarnati facendo brillare le sfumature rosa, verdi e blu, mentre le eccentriche acconciature incorniciano i volti spigolosi. Ad accumunare tutti i soggetti sono anche gli sguardi. Occhi fieri, audaci e sornioni sondano (seppur con un minimo di timore) il giudizio altrui.

Luigi Presicce, La Bigiotteria della Terra, installation view at Contemporary Cluster, Roma, 2023, photo Giorgio Benni

Luigi Presicce, La Bigiotteria della Terra, installation view at Contemporary Cluster, Roma, 2023, photo Giorgio Benni

LA PITTURA DI LUIGI PRESICCE

Rispetto agli anni precedenti al 2020, i soggetti ritratti da Presicce si sono evoluti raggiungendo codici pittorici ben definiti. Una rivoluzione estetica che si evince dai tratti somatici contraddistinti da nasi lunghi e appuntiti, menti ricurvi e zigomi sporgenti, assieme a labbra pronunciate e acconciature impossibili. Dettagli ripetuti assiduamente nelle pitture di grande e piccolo formato che tappezzano le pareti di entrambi i piani di Contemporary Cluster, fino ad arrivare alle ultime ceramiche che, poste a mezz’aria, “aleggiano” nella stanza in tutta la loro delicatezza e fragilità.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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