La pittura di Giovanni Fattori in mostra a Torino

Con le sue soluzioni pittoriche, Giovanni Fattori ha traghettato l’arte italiana ottocentesca verso il secolo successivo. La mostra allestita alla GAM di Torino chiarisce come avvenne tutto ciò

La GAM di Torino presenta uno scorcio storico-artistico del Novecento, tra le righe della grande retrospettiva dedicata all’opera di Giovanni Fattori (Livorno, 1825 ‒ Firenze, 1908), uno dei maestri assoluti dell’Ottocento italiano capace di decodificare, in maniera inedita, sia i temi delle battaglie risorgimentali sia i soggetti legati alla vita dei campi e al paesaggio rurale, conferendo a questi una nuova fierezza.

Giovanni Fattori, Autoritratto, 1894, olio su tela. Istituto Matteucci, Viareggio © Istituto Matteucci, Viareggio

Giovanni Fattori, Autoritratto, 1894, olio su tela. Istituto Matteucci, Viareggio © Istituto Matteucci, Viareggio

LA MOSTRA SU FATTORI E L’OTTOCENTO ITALIANO A TORINO

L’iter espositivo, suddiviso in nove sezioni, approfondisce in maniera dettagliata il periodo che va dal 1854 al 1894, dalla sperimentazione macchiaiola alle opere degli Anni Sessanta e Settanta fino alle tele dell’età matura. La mostra Fattori. Capolavori e aperture sul ‘900 si ricollega idealmente a quella allestita nel 2018, negli stessi spazi della GAM, e intitolata ai macchiaioli. Occasione in cui si specificarono la trama delle relazioni che unirono gli artisti toscani e il ruolo che Torino ebbe in quelle vicende: illustre cornice per le rassegne della Società Promotrice delle Belle Arti, proprio a partire da quella del 1861, dove i macchiaioli, tra scandali e polemiche, lasciarono la loro personale impronta.
Le curatrici del progetto, Virginia Bertone e Silvestra Bietoletti, affiancate dal Comitato scientifico composto da Cristina Acidini, Giuliano Matteucci e Fernando Mazzocca, sulla scia di un passato attuale, hanno strutturato un articolato progetto espositivo: le opere del maestro sono disposte secondo una determinata scansione temporale, che definisce l’esperienza artistica di Fattori, il quale ben seppe incrociare, già nell’arco dell’Ottocento, il gusto dei torinesi, come testimonia la presenza dell’artista alle mostre allestite in città.
La sua pittura segue una semplificazione rapida fino a giungere a un nuovo modo di esprimere la luce nella metrica dell’effetto di macchia: rapidi e piccoli abbozzi attraverso poche, essenziali, macchie di colore. Fattori andò sempre più allontanandosi dalle forme accademiche per cercare di rendere una rappresentazione reale dei soggetti, orientandosi verso gli umili aspetti della vita quotidiana: personaggi, scene di vita rustica e militare. Occhiate sul mondo, senza trascurare la pratica dell’acquaforte, vera “palestra di invenzioni figurative”.

LA PITTURA DI GIOVANNI FATTORI

La mostra si apre con l’Autoritratto del 1854 conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, dove l’artista appare di tre quarti e con sguardo fiero: è considerato uno dei primi dipinti della maturità artistica di Fattori, che lega la lezione di Giuseppe Bezzuoli alle rinnovate visioni dei frequentatori del Caffè Michelangiolo a Firenze.
All’inizio della seconda sezione, dedicata alle riflessioni sulla macchia, troviamo il Ritratto della prima moglie Settimia Vannucci (1865), tra i più intensi lavori a olio che Fattori dedicò a familiari e amici negli anni livornesi, durante i quali l’artista si concentra sul paesaggio e sui ritratti, realizzando opere che rimandano alla pittura toscana del passato con chiari riferimenti all’armonia della tradizione quattrocentesca.
La mostra prosegue con i paesaggi campestri di Castiglioncello, dove l’artista si reca nel 1867, ospite di Diego Martelli: la semplicità dei temi campestri diventa protagonista e ne sono esempi Buoi e bifolco in riva all’Arno (1870-75) e Pastura maremmana (Cavalli al pascolo) (1872) dall’Istituto Matteucci di Viareggio.
Dopo una sezione interamente ispirata alla tecnica dell’acquaforte, la mostra si chiude con una selezione di capolavori compiuti nella tarda maturità, in particolare ritratti e paesaggi: Sulla spiaggia (Giornata grigia) (1893), opera di forte impatto emotivo resa con la grande pittura dal vero; l’Autoritratto del 1894, il Ritratto della seconda moglie (1889) e Butteri e mandrie in Maremma (1894).
A concludere la rassegna è un prezioso nucleo di dipinti di artisti che furono suoi allievi: Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Lorenzo Viani, Amedeo Modigliani, ai quali si aggiungono Carlo Carrà e Giorgio Morandi, una scelta che intende testimoniare come Fattori, nella lineare continuità della sua ricerca, non fu solo un protagonista dell’arte del suo tempo, ma contribuì in modo determinante al rinnovamento dell’arte italiana del Novecento.

Grazia Nuzzi

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Grazia Nuzzi

Grazia Nuzzi

Nasce a Formia (LT) il 17 novembre 1977, si laurea alla facoltà di Lettere e Filosofia in Conservazione dei Beni Culturali, con indirizzo storico artistico presso la II Università degli Studi di Napoli, nel 2005. Nel 2006 è socio fondatore…

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