Come sarà il 2020 dei Musei italiani? Intervista a Giovanna Melandri, Presidente Fondazione Maxxi

Torniamo a Roma per raccontare, con Giovanna Melandri, il 2020 del Museo Maxxi. Un anno importante, in cui l’istituzione spegne 10 candeline…

Prosegue l’inchiesta sui Musei e le istituzioni culturali italiani su Artribune. Dopo le chiacchierate con Lorenzo Giusti, direttore della GAMeC, Cristiana Perrella, alla guida del Centro Pecci di Prato, Sergio Risaliti, direttore Museo Novecento, Cesare Pietroiusti, Presidente Palaexpo, l’uscente Martin Bethenod per Palazzo Grassi e Punta della Dogana, ritorniamo nella Capitale per incontrare Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione Maxxi. Nominata dalla nostra testata “miglior museo del 2019”, l’istituzione nel contenitore progettato da Zaha Hadid festeggia nel 2020 10 anni. Ecco come.

Come sarà la programmazione dell’anno 2020?
Nel 2020 il MAXXI festeggia i suoi primi 10 anni. È un compleanno importante, un’occasione per riflettere sull’identità del museo, per ripercorrere il cammino fatto in questi 10 anni e impostare il futuro. Quale deve essere il ruolo del museo nazionale delle arti contemporanee in questo nostro tempo così complesso e pieno di inquietudini? Come sostiene l’ICOM, il museo è un’istituzione al servizio della società, e noi al MAXXI abbiamo fatto nostra questa definizione, affermandoci come centro propulsivo, luogo di dialogo tra diversi linguaggi espressivi, motore di ricerca creativa, spazio per il confronto di idee e strumento di diplomazia culturale, fabbrica di educazione, laboratorio di futuro.
Proprio questa riflessione sarà al centro della mostra del decennale, A story for the future / the first decade of the MAXXI, curata da Hou Hanru, che poserà lo sguardo sul primo decennio del XXI secolo attraverso il punto di vista del MAXXI e degli artisti che lo hanno vissuto, animato e trasformato. Perché la sedimentazione diventi materia prima per una nuova creatività e contribuisca a porre le basi di una storia per il futuro, come recita il titolo stesso. La mostra sarà preceduta, il 24 maggio, da un convegno internazionale cui parteciperanno i direttori delle principali istituzioni museali di tutto il mondo, per ampliare il confronto e la riflessione. Il 25 maggio, invece, ci sarà il nostro evento annuale di fundraising, l’Acquisition Gala Dinner, con molte novità e sorprese e tanti ospiti, per ribadire ancora una volta il valore della collaborazione non effimera tra pubblico e privato. 

Un bel programma…
Nel 2020 approfondiremo alcuni temi cardine della ricerca del MAXXI: dopo aver esplorato le comunità artistiche dell’Iran, di Istanbul, di Beirut e dell’Africa, quelle della ex Yugoslavia saranno protagoniste di una grande mostra alla fine dell’anno.  Nei primi mesi del 2020, invece, prosegue la collettiva della materia spirituale dell’arte che indaga una dimensione più intima, la domanda di senso che c’è dietro a ogni ricerca spirituale. Ogni artista a suo modo: le tele di ragno di Tomás Saraceno, le mani in preghiera di Shirin Neshat, i grandi dipinti di Sean Scully in dialogo con i Pavoni dei Musei Vaticani, l’installazione interattiva Refugee Boat di Yoko Ono, dove ha lasciato il suo segno anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che è rimasto profondamente affascinato dalla mostra.
Il 2020 sarà anche l’anno di apertura del MAXXI L’Aquila, alla fine di giugno, progetto che ha visto il MiBACT e la Fondazione MAXXI impegnati insieme per un grande obiettivo: contribuire al rilancio del territorio attraverso la cultura. Palazzo Ardinghelli sarà, come il MAXXI a Roma, un hub della cultura, crocevia di incontri e attività con le eccellenze scientifiche e culturali della città, come l’Accademia di Belle Arti, l’Università, il Gran Sasso Science Institute.  Quello di L’Aquila e tutti gli altri progetti del 2020 saranno presentati il prossimo 6 febbraio e ci fa molto piacere che il Ministro Dario Franceschini sarà con noi quel giorno. 

Maxxi, Giovanni Gastel, Barack Obama

Maxxi, Giovanni Gastel, Barack Obama

Ci sarà spazio per l’arte italiana? se sì, in che modo?
Nella prima metà dell’anno ci sarà molta attenzione alla creatività italiana, a quell’Italia aperta al mondo, al dialogo, al confronto, che ci piace e che vogliamo raccontare.  Il 19 febbraio la mostra REAL_ITALY, coprodotta con MiBACT- Direzione Generale Creatività e Rigenerazione Urbana, vedrà esposte le opere vincitrici delle prime due edizioni del progetto Italian Council per la promozione degli artisti italiani all’estero, tra cui Yuri Ancarani, Giorgio Andreotta Calò, Flavio Favelli,  Margherita Moscardini, Patrick Tuttofuoco e molti altri ancora. È un progetto che contribuisce alla crescita del sistema dell’arte contemporanea italiana, una crescita in cui il MAXXI può e deve avere un ruolo di catalizzatore, di antenna che capta e diffonde.  In continuità con la mostra dedicata a Gio Ponti, ad aprile un altro grande architetto italiano, Aldo Rossi, sarà protagonista di un’importante retrospettiva mentre a maggio un grande fotografo, Giovanni Gastel, presenterà una galleria di ritratti di personaggi della cultura, dell’arte, della musica della moda, della politica, da Barack Obama a Roberto Bolle. E ancora una grande italiana, Lina Bo Bardi, sarà protagonista dell’emozionante e spettacolare omaggio dell’artista e filmaker Isaac Julien.

Ci sono anche il premio e la collezione…
La Collezione pubblica nazionale, cuore pulsante del museo, sarà protagonista con un nuovo speciale allestimento dedicato ad artisti, architetti e fotografi italiani che sono tuttora un punto di riferimento per le giovani generazioni, tra cui Jannis Kounellis, Mario Schifano,  Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Luigi Ghirri, Costantino Dardi.
Sono italiani anche Giulia Cenci, Tomaso De Luca e Renato Leotta, i tre finalisti del MAXXI BVLGARI PRIZE 2020, il progetto che unisce il MAXXI e BVLGARI per il sostegno e la promozione dei giovani artisti. Il premio rappresenta il nucleo fondante della Collezione del MAXXI Arte (più che raddoppiata in questi primi 10 anni!) e nelle ultime due edizioni, anche grazie al supporto di Bvlgari, si è proiettato ancora di più sulla scena artistica internazionale.

Su quali risorse contate?
Oltre alle risorse che sono frutto delle nostre attività, in costante crescita (nel 2019 i biglietti sono aumentati del 5,24% rispetto al 2018, gli incassi di oltre il 15% e gli abbonamenti annuali – myMAXXI e Bibliocard – del 60%) possiamo contare sul fondamentale sostegno dei soci fondatori (MiBACT in primis, Enel, Regione Lazio) e su alcune partnership ormai consolidate come quelle con BVLGARI, Alcantara, Cassa Depositi e Prestiti, Groupama, BMW, Eni solo per citarne alcune.
È prezioso anche il supporto degli Amici del MAXXI, la rete di mecenati, filantropi e appassionati che condividono gli obiettivi del Museo e contribuiscono a renderli possibili. Nel 2019 questa rete si è estesa anche negli Stati Uniti con gli American Friends of MAXXI. Da anni pratichiamo e facciamo crescere un modello misto di alleanza non effimera tra pubblico e privato per la cultura, nel quale a partire da un forte investimento pubblico, diventa poi strategico e complementare l’apporto di risorse private. 

Un bilancio dell’anno che si è appena concluso?
È stato un anno complesso, con un inizio difficile (mi riferisco al taglio inaspettato di un milione e mezzo di euro di risorse pubbliche su cui eravamo certi di poter contare) e una fine entusiasmante.
Abbiamo reagito alle difficoltà con la bellezza: be beautiful facing the ugly, come dice il nostro Direttore artistico Hou Hanru.  Questa scelta ci ha premiato: i visitatori e gli abbonati sono aumentati ancora e proprio Artribune ha definito il MAXXI “miglior museo del 2019”, regalandoci in chiusura dell’anno questo bel riconoscimento.
Tra le motivazioni del premio, la qualità e la quantità dell’offerta culturale, che provo qui a riassumere. Dopo aver esplorato con Low Form gli scenari dell’intelligenza artificiale e il loro riverbero sull’estetica e con The Street l’interazione tra la creatività e la realtà urbana, con della materia spirituale dell’arte abbiamo esteso i confini della nostra riflessione attorno agli interrogativi più nascosti della condizione umana. Sono diverse le lenti attraverso cui si può scrutare la poliedrica offerta culturale del 2019.Tre donne protagoniste assolute: il sorprendente mondo di Paola Pivi, la poetica di Maria Lai, le immagini-performance di Elisabetta Catalano. Per restare alla fotografia, la galleria di ritratti scattati mezzo secolo fa da Paolo Di Paolo nell’ambiente intellettuale o nel cinema e il reportage civile nell’Abruzzo post sisma, firmato da tre grandi autori, nel focus Terre in movimento. 

MAXXI, IsaacJulien, Lina Bo Bardi

MAXXI, IsaacJulien, Lina Bo Bardi

E poi ci sono l’architettura, il fumetto, la videoarte…
Sì, con ad esempio un genio del Novecento, Gio Ponti, verso cui l’Italia aveva un debito da colmare. L’evoluzione dell’abitare contemporaneo in At Home. Le architetture di Louis Kahn nell’obiettivo di Roberto Schezen. L’iconografica opera unica site-specific di Enzo Cucchi. E la felice incursione della satira: la matita agrodolce di Altan. Tutti loro, attorno al fulcro della nostra collezione in costante arricchimento, con altri appuntamenti clou (il Progetto Alcantara, il ciclo The Independent, le rassegne originali della videogallery) e il cartellone di incontri, seminari, lezioni, corsi di formazione, eventi comunicativi e produzione social hanno dato forma a un’annata fruttuosa. Un buon trampolino per gettarsi, con entusiasmo e determinazione, nella sfida del decennale.

Appunto un decennio si è appena concluso. Quale è la sfida che i Musei e le istituzioni culturali italiani devono affrontare nel prossimo decennio?
La sfida principale, almeno per un museo di arte contemporanea, è continuare a essere un luogo aperto e accessibile, protagonista del dibattito culturale e sociale del mondo in cui viviamo, in cui la creatività contemporanea e la libertà degli artisti si manifestino senza frontiere.
Il nostro impegno come Museo nazionale di arte e architettura contemporanee è quello di sviluppare e promuovere il confronto e la ricerca, non solo tra settori creativi differenti ma anche tra le persone e porre quesiti che indaghino il rapporto tra arte e società, istituzione e pubblico.
In termini più generali, credo che una delle sfide principali sia continuare a far conoscere e a valorizzare la creatività italiana anche fuori dai nostri confini, facendone uno strumento di conoscenza, dialogo e diplomazia culturale, attraendo allo stesso tempo ciò che accade all’estero in un continuo e proficuo scambio di conoscenza. Il Maxxi nel 2019 ha lasciato il suo segno a Beirut, al bardo a Tunisi etc..

Quali sono le esigenze del visitatore che il Museo deve cercare oggi di soddisfare?
Sicuramente stimolare la curiosità e la partecipazione attiva del visitatore attraverso una proposta coerente, accessibile, al passo con i tempi e con le infinite possibilità offerte dalle tecnologie digitali; intercettare gusti ed esigenze di tipologie di pubblico differenti tra loro, tenere alto lo standard dei servizi legati all’esperienza di visita, far sì che il museo sia sempre di più un luogo in cui il visitatore si sente accolto e dove desidera tornare. Farlo sentire parte di quel “laboratorio di futuro” di cui parlavo all’inizio…

E quali invece le problematiche del sistema dell’arte che oggi impattano sui musei?
Lo scriveva Pigi Battista qualche giorno fa. Le pare normale che un museo pubblico, una fondazione non profit che lotta quotidianamente con la scarsità di risorse, abbia dovuto pagare nel 2018: IVA non detraibile 608.093 euro; IRAP 96.196 euro; IRES 5.356 euro. Nel 2019 dovrebbe esserci un aumento, almeno per l’IVA, che al 31 dicembre era già a oltre 620mila euro.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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