Oscar 90, trionfa La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro. Miglior attrice Frances McDormand

Integrazione, uguaglianza di genere, arte e famiglia. La 90esima cerimonia degli Oscar non delude le aspettative e premia la bellezza.

La notte dei premi Oscar 2018 si svolge in parallelo con lo spoglio elettorale italiano. Una curiosa coincidenza o pura fatalità? Mentre l’Italia attendeva il verdetto riguardo il suo futuro, nel mondo del cinema hollywoodiano trionfa La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro, la favola sull’amore, sull’integrazione e sulla speranza nell’uguaglianza. “Io ero un bambino in Messico e pensavo che mai sarebbe successo”, dice Del Toro e aggiunge “usate i vostri sogni per aprire ogni porta”.

90 ANNI DI OSCAR

La cerimonia dei premi Oscar 2018 compie quest’anno 90 anni e nonostante la sua anzianità anagrafica sembra quasi vivere una seconda giovinezza, come dimostrano i vari premiati, lontani dai “vecchi” schemi. Una cerimonia che premia la diversità e non ne fa un problema: è l’uguaglianza che avanza, almeno nella settima arte e tra gli interpreti dei sogni. Il 2017 è stato un anno ghiotto di bellezza per il cinema. Da dolci favole a crudi western, dall’esigenza di verità al racconto della guerra, dalla memoria dei defunti alla pittura, dalla vogli di essere donna all’amore universale, e molto altro ancora. Quale è la bellezza che ha trionfato?

LE GRANDI STORIE DEL CINEMA ANNO 2017

Era settembre dello scorso anno quando dalla prima mondiale alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia era chiaro che La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro e Tre Manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh avrebbero conquistato molta attenzione, da parte della critica e del pubblico. Perché d’altronde è impossibile non riconoscere a questi due film, dai caratteri così diversi, una straordinaria forza cinematografica e di grande impatto emotivo. Ma il 2017 è stato un anno che ha riservato diverse sorprese al cinema mondiale e tra le prime c’è stato il film diretto da Luca Guadagnino, Chiamami col tuo nome.

CHIAMAMI COL TUO NOME

Prima al Sundance e poi alla Berlinale, due tasselli importanti verso una scalata di premi ed emozioni. Chiamami col tuo nome è il film che riporta l’Italia agli Oscar tra le principali nomination e che regala al belpaese il premio come Migiore Sceneggiatura non originale, scritta da James Ivory, statuetta che mancava “in casa” dal 1987, ovvero da quando Bertolucci, maestro di Guadagnino, la vinse con L’ultimo imperatore. Con queste parole Ivory ritira il premio: “Che siamo gay o etero tutti siamo passati attraverso l’esperienza del primo amore. Vorrei ringraziare Luca Guadagnino e la sua sensibilità di regista. Tutti gli attori, senza i quali non sarei qui, senza la loro ispirazione”.

Three Billboards outside Ebbing, Missouri

Three Billboards outside Ebbing, Missouri

I COLORI DELL’ANIMAZIONE E I TEMI CALDI DEGLI OSCAR 90

L’animazione è parte centrale della cinematografia del 2017. Non solo la Walt Disney Company ha sbalordito tutti con il giorno dei morti e il senso della famiglia e della appartenenza con Coco, ma Dorota Kobiela, Hugh Welchman con l’aiuto di tantissimi artisti hanno realizzato il primo film interamente dipinto a mano e dedicato a Vincent Van Gogh (Loving Vincent). Tanti colori e tanti temi caldi a questi Oscar 90. Integrazione, uguaglianza di genere, arte e famiglia. Come non essere felici per Sebastian Lelio che porta al Cile la statuetta per Una donna fantastica, film che dalla Berlinale 2017 non ha fatto che sorprendere per il suo essere così reale e naturale, non di lotta ma di vera identità. Per la prima volta gli Oscar premiano la storia di una transgender e a lei, la protagonista Daniela Vega, va il compito di presentare la performance di Mystery of Love di Sufjan Stevens, canzone di Chiamami col tuo nome. Altra grande protagonista di questa 90esima notte degli Oscar è l’arte che purtroppo non vede premiare Visages Villages di Agnes Varda e l’artista JR. Espressione non sottovalutata però nelle nomination di The Square e di The Disaster Artist, due titoli completamente diversi che mettono in risalto la società vista dall’arte e la necessità di esprimersi. E con queste parole Guillermo del Toro riceve il suo primo Premio Oscar alla Migliore regia per La forma dell’acqua: “Io sono un immigrato e ho vissuto un po’ ovunque. Quello che fa la nostra arte è togliere le frontiere. Dovremmo continuare a farlo piuttosto che erigere muri”.

Margherita Bordino

I VINCITORI DEGLI OSCAR 90:

Migliore Film: La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro
Migliore Regia: Guillermo Del Toro per La forma dell’acqua
Migliore Attore protagonista: Gary Oldman per L’ora più buia
Migliore Attrice protagonista: Frances McDormand per Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
Migliore Attore non protagonista: Sam Rockwell per Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
Migliore Attrice non protagonista: Allison Janney per I, Tonya
Migliore Fotografia: Blade Runner 2049
Migliore Montaggio: Dunkirk
Migliori Costumi: Il filo nascosto
Migliori Trucco e Acconciature: L’ora più buia
Migliore Scenografia: La forma dell’acqua
Migliore Sonoro: Dunkirk
Migliori Effetti Speciali: Blade Runner 2049
Migliore Film di Animazione: Coco
Migliore Film Straniero: Una donna fantastica
Migliore Canzone: Remember Me
Miglior Colonna Sonora: La forma dell’acqua
Miglior Sceneggiatura originale: Get Out
Miglior Sceneggiatura non originale: Call me by your name
Miglior Documentario: Icarus
Miglior Corto documentario: Heaven is a traffic jam on 405
Miglior Montaggio: Dunkirk
Miglior Montaggio sonoro: Dunkirk
Miglior Cortometraggio: The Silent Child
Miglior cortometraggio d’animazione: Dear Basketball

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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