La storia di Beatrix Potter, botanica, illustratrice per bambini e ambientalista

Nota per i suoi splendidi libri illustrati per bambini, Beatrix Potter fu una donna coraggiosa che seppe emanciparsi seguendo le proprie passioni: dalla botanica alle illustrazioni per bambini, fino all'amore per la natura

Al nome di Beatrix Potter non possono che venire alla mente i dolci e delicati personaggi delle favole per bambini. Ma dietro l’autrice di Peter Coniglio c’è la storia di una donna coraggiosa, che ha combattuto per la sua emancipazione e si è impegnata per preservare la natura della campagna inglese, a lei tanto cara.

BEATRIX POTTER BIOLOGA, ILLUSTRATRICE E AMBIENTALISTA

Nata il 28 luglio 1866 a Londra, Beatrix crebbe in una tipica famiglia vittoriana agiata, appassionandosi alle arti grazie all’educazione ricevuta, all’infanzia trascorsa in solitudine con il fratello e ad un talento innato nell’osservare la natura circostante. Nonostante la sua propensione, a lei furono preclusi gli studi universitari, ma coltivò in autonomia lo studio dei funghi, di cui realizzò circa 400 illustrazioni, eseguendo esperimenti e facendo germinare spore nella sua cucina. Nel 1896 si reca ai Kew Gardens di Londra per presentare le sue teorie, senza ricevere credito e poi alla Linnean Society, dove le riservano lo stesso trattamento. La Potter vira allora il suo lavoro sull’illustrazione di libri per bambini, caldeggiata dalla sua ultima governante nonché cara amica. Beatrix infatti era solita intrattenere con lei un rapporto epistolare e in una lettera inviò un racconto e dei disegni per il figlio malato. A 30 anni, la ragazza era ancora nubile e si occupava della madre, con cui non aveva un rapporto idilliaco. Si convinse dunque a raccogliere i suoi disegni e le sue storie per presentarli ad un editore: dopo sei rifiuti, decise di stampare lei stessa 250 copie che riuscì a vendere in breve tempo. Dopo solo un anno dall’impresa, il 2 ottobre del 1902, il libro fu apprezzato e pubblicato dalla Frederick Warne & Company, con il titolo The Tale of Peter Rabbit. Venduto in 500 mila copie, ebbe un grande successo grazie al suo formato minuto, adatto ai più piccoli, al prezzo contenuto (appena uno scellino), alle splendide illustrazioni, oltre all’utilizzo di un linguaggio attento e curato. Alla casa editrice Beatrix conosce e frequenta uno dei figli del fondatore, Norman Warne, contro il volere della famiglia poco propensa ad un genero commerciante, il quale muore purtroppo dopo pochi mesi per una leucemia a soli 37 anni. Con i guadagni dei suoi primi libri e l’eredità ricevuta da una zia, la Potter acquista allora Hill Top Farm, in Near Sawrey, vicino a Lake District, desiderata come nido d’amore dalla sfortunata coppia. Qui continuò a scrivere libri e cominciò a dedicarsi all’allevamento, sposandosi dopo sette anni con il suo avvocato William Heelis il 15 ottobre 1913.
Divenne così un’esperta di agricoltura, allevamento ovino e conservazione ambientale, ampliando i suoi possedimenti. Dopo la morte, avvenuta il 22 dicembre 1943 a causa di una polmonite e di complicazioni cardiache, lasciò gran parte dei suoi averi al National Trust, ora inclusi nel National Park of Lake District: circa 1600 ettari di terre, sedici fattorie, cottage e mandrie di bestiame e pecore Herdwick.

LA MOSTRA AL VICTORIA & ALBERT MUSEUM DI LONDRA

Beatrix Potter: Drawn to Nature è la mostra in corso al Victoria & Albert Museum di Londra che intende valorizzare la figura dell’illustratrice. Visibile fino all’8 gennaio 2023, riunisce le opere della Potter conservate nel museo e al National Trust, come schizzi, lettere, fotografie e abiti dell’epoca. L’intento è proprio quello di far conoscere al grande pubblico l’attività di scienziata e ambientalista della donne che ha dato vita a Peter Coniglio, Jemima e Jeremy pescatore, esplorando i luoghi da lei disegnati e soffermandosi sugli animali che l’hanno ispirata.

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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