Fondato nel 1994 a Barcellona il Sónar è diventato, nel corso del tempo, un punto di riferimento assoluto per gli appassionati delle più svariate avanguardie musicali, coinvolgendo anche città come Rekjavik, Istanbul e Hong Kong per le edizioni internazionali. Da quando è stato fondato, fino a oggi, il festival spagnolo è sempre riuscito a proporre il non plus ultra della musica elettronica mondiale, aprendosi gradualmente anche alla sperimentazione nel campo del live media e dell’arte multimediale. Numerosissimi sono stati gli artisti che hanno calcato i palchi del Sónar, lasciando un segno indelebile nella memoria del pubblico (storica l’esibizione di Aphex Twin, nel 2001, inaugurata con la marcia funebre di Chopin e poi esplosa nella tekno hardcore più estrema): da Sven Vath a Jeff Mills, passando per i Kraftwerk, i Gorillaz, Merzbow, Moby, Flying Lotus e perfino Liberato, giusto per citarne alcuni.

UNA COMUNICAZIONE FUORI DAGLI SCHEMI

Oltre alla qualità dei performer invitati, la manifestazione si è fatta conoscere anche per le originali campagne promozionali. Celebre lo spot del 2002 che ha visto come testimonial nientemeno che el pibe de oro Diego Armando Maradona. Nel pieno rispetto della sua tradizione, anche quest’anno l’evento è stato accompagnato da un video che, diviso in più parti, attinge da un immaginario inquietante. Ispirato alle atmosfere evocate da David Lynch, l’ultimo spot ha seguito il viaggio, dal sapore onirico, di due donne intente a sussurrarsi, in lingua francese, frasi per nulla attinenti con i sottotitoli sovraimpressi (che rivelano invece la line-up dell’edizione corrente).
Ad animare le tre giornate dell’evento sarà compito di una lineup fitta di dj e compositori, tra cui spiccano Theo Parrish, Underworld, Four Tet, Arca, Joseph Capriati e Lorenzo Senni. Da non perdere, inoltre, la performance audio video della band autoctona Berlinist che, per l’occasione, proporrà uno show in cui alcune immagini tratte dal toccante videogioco Gris si fonderanno con i brani della relativa colonna sonora.

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– Valerio Veneruso

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Valerio Veneruso
Esploratore visivo nato a Napoli nel 1984. Si occupa, sia come artista che come curatore indipendente, dell’impatto delle immagini nella società contemporanea e di tutto ciò che è legato alla sperimentazione audiovideo. Tra le mostre recenti: la personale RUBEDODOOM – Per tutti e per nessuno (Metodo Milano, Milano, a cura di Maurizio Bongiovanni, 2020) e le collettive, Existance Resistence (mostra virtuale su Instagram a cura di Giovanna Maroccolo e Patrick Lopez Jaimes, 2022), The Struggle is Real (Green Cube Gallery e Fondazione Spara, a cura di Clusterduck, 2021), Rifting (a cura di Federico Poni e Federica Mirabella per la quinta edizione di The Wrong Biennale, 2021), ISIT.exhi#001 (Spazio In Situ, Roma, a cura di ISIT Magazine, 2021), e Art Layers (progetto espositivo su Instagram curato da Valentina Tanni per il decennale di Artribune). Tra le principali esperienze curatoriali: lo screening video Melting Bo(un)d(ar)ies (Cappella di Santa Maria dei Carcerati, Palazzo Re Enzo, Bologna, 2022), il progetto di newsletter mensile IMMAGINARIA – Un altro mondo (per l’arte è possibile (commissionato dall’Associazione culturale di arte contemporanea TRA – Treviso Ricerca Arte, 2020/2021), le mostre collettive Le conseguenze dell’errore (TRA Treviso Ricerca Arte, 2019), e L’occhio tagliato (Casa Capra, Schio, 2018) e il ciclo di incontri TorchioTalks – Dialoghi tra arte grafica e arte contemporanea e la relativa esposizione collettiva TorchioFolks (atelier Palazzo Carminati della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, 2015/2016). È inoltre fondatore, insieme a Davide Spillari, del progetto editoriale BANANE FANZINE e co-curatore delle prime due edizioni del festival di arti interattive Toolkit Festival (Venezia, 2011 – 2012).
Ha collaborato con diverse realtà editoriali come Kabul Magazine e NOT. Attualmente vive tra Torino e il web.