Perché il videogioco di Harry Potter è nell’occhio del ciclone

Il videogioco “Hogwarts Legacy”, basato sul mondo di Harry Potter, è diventato già prima dell’uscita una delle opere più controverse dell’anno a causa delle posizioni dell’autrice, l’attivista contro i diritti trans JK Rowling


Il prossimo 10 febbraio uscirà il videogioco Hogwarts Legacy di Avalanche Software e Warner Bros., ambientato nello Wizarding World, cioè nel mondo dei romanzi della serie Harry Potter e dei film della serie Animali fantastici della scrittrice britannica JK Rowling. È uno dei videogiochi più attesi dell’anno, ma l’attivismo di Rowling contro i diritti delle persone trans ha generato polemiche e appelli per il suo boicottaggio.

Hogwarts Legacy di Avalanche Software e Warner Bros. (immagine da Steam)

Hogwarts Legacy di Avalanche Software e Warner Bros. (immagine da Steam)

HARRY POTTER E I MOVIMENTI TERF

È a ottobre 2017 che emerge il rapporto tra Rowling e movimenti transfobici come quelli TERF, cioè del “femminismo radicale che esclude le persone trans”. Era il periodo in cui nel Regno Unito iniziava il dibattito sulla riforma del Gender Recognition Act, cioè del processo che le persone trans devono seguire perché lo stato riconosca ufficialmente il loro genere, e la scrittrice mise “mi piace” su Twitter a un articolo che si opponeva alla semplificazione di questo percorso. Poi, a marzo 2018, mise “mi piace” a un tweet in cui le donne trans erano descritte come “uomini travestiti”. Suoi portavoce dissero che lo aveva fatto per sbaglio, e Rowling era allora ancora considerata un’autrice almeno parte di quel progressismo post-ideologico esportato un po’ in tutto l’occidente-nord globale da Regno Unito e USA. Invece, a dicembre 2019, difese Maya Forstater, una ricercatrice che aveva perso il lavoro a causa di affermazioni transfobiche. A giugno 2020 se la prese con un articolo che parlava di “persone con le mestruazioni” invece che di “donne” (perché ci sono donne che non hanno mestruazioni e uomini trans che le hanno) e poi scrisse un lungo post spiegando perché “l’attivismo trans” fosse dannoso per i diritti delle donne non trans. Questo manifesto anti trans fu anche citato quello stesso anno dal senatore statunitense James Lankford per motivare il suo voto contro una legge sull’omotransfobia. Seguirono attacchi contro le terapie ormonali, contro riforme a favore delle persone trans, un romanzo (Sangue inquieto) in cui un assassino si traveste da donna per attirare le sue vittime, appoggio ad altre personalità transfobiche, come l’attivista antifemminista e antiabortista Caroline Farrow. Molti attori dei film, primo tra tutti Daniel Radcliffe (Harry Potter), presero le distanze da Rowling.

Hogwarts Legacy di Avalanche Software e Warner Bros. (immagine da Steam)

Hogwarts Legacy di Avalanche Software e Warner Bros. (immagine da Steam)

PERCHÉ SI PARLA DI BOICOTTARE HOGWARTS LEGACY

Lo sviluppo di Hogwarts Legacy era iniziato prima che emergessero le posizioni dell’autrice, posizioni che hanno provocato malumore pure tra chi ha lavorato al gioco, secondo quanto riportato da Bloomberg. Anche se Warner Bros. chiarì subito che Rowling non era coinvolta nella realizzazione di Hogwarts Legacy, Harry Potter è suo. Da queste opere derivano la fama e il denaro (per esempio, sotto forma di royalties) che lei investe nelle sue campagne contro i diritti umani. E le sue posizioni hanno peso almeno quanto ne ha lei. Così, nonostante Hogwarts Legacy sia stato accolto calorosamente dalla critica, uno dei principali forum dedicato a videogiochi, ResetEra, ne ha vietato qualsiasi discussione, testate estere anche grandi ne hanno limitato la copertura, streamer (come Hasan Abi, 2,4 milioni di follower su Twitch) hanno espresso almeno dubbi sull’opportunità di giocarlo e le comunità LGBTQIA+, di cui fanno parte molte firme importanti della critica videoludica, hanno invitato a non acquistarlo e non promuoverlo.

Hogwarts Legacy di Avalanche Software e Warner Bros. (immagine da Steam)

Hogwarts Legacy di Avalanche Software e Warner Bros. (immagine da Steam)

JK ROWLING E NON SOLO. ALTRE CONTROVERSIE SU HOGWARTS LEGACY

Le posizioni transfobiche di Rowling non sono neanche l’unico elemento controverso in Hogwarts Legacy. Come svelato dallo storico dei videogiochi Liam Robertson, quello che era il game designer capo del videogioco, Troy Leavitt, ha un passato come divulgatore di ultradestra su YouTube dove ha supportato il GamerGate, un movimento con l’obiettivo di cacciare donne e persone che facciano parte di minoranze dall’industria del videogioco (Leavitt si è poi dimesso). E la trama del videogioco è incentrata su una ribellione di goblin, che nel mondo di Harry Potter sono una caricatura antisemita. Nei film la loro banca (la Banca dei Maghi Gringott) ha persino una grande stella di David sulla sua pavimentazione. Ancora prima della sua uscita, uno dei videogiochi più attesi del 2023 è così diventato uno dei videogiochi più controversi dell’anno.

Matteo Lupetti

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Matteo Lupetti

Matteo Lupetti

Diplomato in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze nel 2010, gestisce il collettivo di fumettisti indipendenti Gravure e scrive di videogiochi per varie testate italiane ed estere. È diplomato in sommelerie all’interno dell’associazione FISAR ed è direttore artistico…

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