I criptoartisti si raccontano. Parola a Fabio Giampietro

Fabio Giampietro, artista riconosciuto nel mondo dell’arte tradizionale, ci ha parlato del suo utilizzo delle tecnologie digitali, del suo ingresso nel mondo NFT e delle potenzialità di questo ecosistema

Fabio Giampietro (Milano, 1974) inizia a dipingere fin da piccolo, ideando soprattutto fumetti, ma decide di intraprendere studi universitari non legati al mondo dell’arte. Ricomincia a dipingere solo una volta finita l’università, quando inizia a frequentare il mondo delle gallerie. Qualche anno più tardi capisce che i suoi lavori avrebbero potuto suscitare interesse e così si dedica a strutturare la sua carriera artistica. Nel 2004 realizza la sua prima mostra personale presso Fabbrica Eos. Appassionato da sempre di tecnologia, Giampietro cerca di fondere la tradizione pittorica con le tecnologie più innovative.
Nel 2016 porta al Palazzo Reale di Milano una mostra in VR dal titolo Hyperplanes of Simultaneity. La mostra accoglie circa 18mila visitatori e in questa occasione l’artista vince il Lumen Prize, Global Award for Digital Art di Londra.
Si interessa all’ecosistema blockchain e NFT e ne coglie ben presto le potenzialità, diventando uno dei primi artisti a lavorare ed essere riconosciuto nel nuovo movimento della Cripto Arte.

Fabio Giampietro, Verax

Fabio Giampietro, Verax

INTERVISTA A FABIO GIAMPIETRO

Come e perché sei arrivato a realizzare opere NFT?
Ho iniziato a realizzare opere NFT perché sono sempre stato attratto dalle tecnologie in generale. Nel 2015 ho iniziato a lavorare con la realtà virtuale. Creavo mondi virtuali visitabili con i visori VR, associati ai miei quadri fisici. Il problema è che la parte digitale del lavoro, quella che mi occupava più tempo sia per la ricerca e lo sviluppo sia per la realizzazione, non aveva alcun tipo di riscontro economico, era considerata solo un’appendice del quadro. Quando vendevo la mia opera fisica, spedivo insieme a essa un visore con l’opera digitale.
Ho seguito fin da subito la nascita della tecnologia blockchain e NFT. Ero interessato a questa tecnologia che permettesse di autentificare l’opera d’arte digitale e vendere il file come oggetto unico e autentico. Non ho però iniziato a fare NFT subito. Ho aspettato circa un anno e nel 2020 ho ‘mintato’ la prima opera digitale.

Cosa hai scelto di caricare nei marketplace? Opere che avevi già realizzato o ne hai create di nuove?
Inizialmente volevo mintare delle mie opere in realtà virtuale, ma la tecnologia non me lo permetteva e ancora oggi ha dei limiti su questo aspetto. Non si può mintare un’app sia per il limite relativo alla dimensione del file, sia per le limitazioni dei marketplace rispetto ai software. Così ho deciso di mintare foto di miei quadri creati ad hoc per la scena cripto. Ho realizzato ritratti di personaggi rilevanti nel mondo della crittografia, come Alan Touring o Vitalik Buterin.

Quindi hai creato un’opera fisica che poi hai reso digitale.
Esatto. E inizialmente la mia idea era proprio vendere il quadro fisico insieme all’NFT. Pensavo che l’NFT fosse solo l’autentica del quadro. Quando un collector ha comprato una mia opera NFT e non ha voluto il quadro fisico associato, ho cominciato a comprendere che è l’opera NFT in sé a essere interessante e a essere voluta. Ho dovuto quindi togliere dalla descrizione dell’NFT nel marketplace il quadro fisico a esso associato, per non creare problemi al collector nel caso in cui lo avesse voluto rivendere.

Quale rapporto intercorre dal tuo punto di vista tra il mondo dell’arte tradizionale e fisica e il mondo NFT e digitale? Il mondo NFT ha cambiato il tuo lavoro tradizionale?
All’inizio pensavo di riuscire a coniugare i due mondi mantenendo la quotazione più alta e vendendo l’NFT insieme al quadro.
Quando è nato il mercato digitale, è nata la moda di creare il digital twin, cioè il corrispettivo digitale dell’oggetto reale per venderli insieme. Ma poi si è capito che erano due mercati diversi e il mercato virtuale ha dei prezzi molto più alti. Si è creata, allora, in modo evidente, la separazione tra il mercato fisico e il mercato digitale.
Anche i miei due mercati a livello di quotazione hanno avuto delle discordanze, ci sono dei problemi che non sono ancora riuscito a gestire e il rapporto con le gallerie non è semplice.
Rimane comunque il bisogno di creare opere fisiche, anche se la mia produzione è diminuita in maniera inversamente proporzionale al tempo che dedico al lavoro digitale.

Dicevi delle gallerie. Ci racconti il tuo rapporto con loro?
Il mio lavoro con le gallerie è un po’ rallentato. Penso che le gallerie saranno fondamentali anche nel futuro, perché hanno sempre fatto un lavoro di divulgazione importante e penso che il loro ruolo di intermediazione sia ancora indispensabile.
Non posso parlarti di tutte le gallerie, ma quelle con cui sono in contatto rispettano molto quello che sta avvenendo. Pur non essendo strutturate sulla blockchain e non trattando quindi i miei NFT, apprezzano il mio lavoro e sono molto collaborative.

Esistono possibilità per le gallerie di accedere a questo mondo?
Quest’estate SuperRare è diventata una DAO (Decentralized Autonomous Organization) e ora permette ad alcune gallerie di aprire un proprio spazio all’interno del marketplace, attraverso una selezione operata interamente dalla community di persone che partecipano attivamente alla piattaforma.

Fabio Giampietro, The Lift

Fabio Giampietro, The Lift

ARTE E NFT SECONDO FABIO GIAMPIETRO

Secondo te quali sono le caratteristiche dell’artista NFT?
Penso che a oggi sia molto diverso dall’artista tradizionale, perché l’artista NFT si è trovato a essere il solo a gestire la propria produzione e i propri guadagni, la propria economia. È interessante perché questo dà la possibilità di investire direttamente sul proprio lavoro e sulla propria arte, producendo anche lavori avanzati e costosi dal punto di vista tecnologico.
Esiste, però, un grande rischio: l’artista potrebbe non avere le capacità di spiegare, raccontare e diffondere la propria arte. Perciò, anche in questo nuovo mondo NFT, diventa fondamentale e necessaria la figura dell’intermediario.

Come parleresti della tua poetica? Cosa significa per te fare arte?
L’arte, per me, deve far riflettere. Utilizzo molto il concetto di gamification. Cerco di affrontare temi abbastanza drammatici in maniera ludica, con un approccio leggero. Vorrei che i visitatori delle mie mostre si divertissero e si sentissero come in un luna park. Mi piace moltissimo coinvolgere il mio pubblico e lavorare sulla vertigine, con immagini che possano essere rielaborate e che facciano sorgere domande. Proprio per questo ho iniziato a usare la tecnologia.

Fabio Giampietro, Father

Fabio Giampietro, Father

TECNOLOGIA E METAVERSO DAL PUNTO DI VISTA DI GIAMPIETRO

Inizialmente facevi solo opere uniche 1/1, adesso invece stai lavorando anche a dei multipli, ci puoi dire perché? Che cosa è cambiato?
All’inizio sono rimasto legato al concetto di opere uniche dell’arte tradizionale, mio mondo di provenienza. Infatti, quando sono stato contattato da Nifty Gateway, piattaforma che lavora con i multipli, ho rifiutato. Ho iniziato a mintare le mie opere NFT solo sulla piattaforma SuperRare, che invece lavora con 1/1.
In seguito, però, ho capito che in questo mondo è molto importante avere una community e per questo ho lavorato in collaborazione con il fotografo David Krugman proprio su Nifty Gateway e abbiamo realizzato circa cento NFT.
Il 26 maggio farò il mio primo drop da solo su Nifty Gateway e sarà una open edition, verranno creati tanti multipli quanti saranno gli acquirenti.

Chi sono i tuoi collezionisti?
I miei collezionisti sono sparsi in tutto il mondo e il loro mercato è abbastanza vario. Tanti sono molto giovani e hanno dai venti ai quarant’anni. Questa per me è una cosa sorprendente. Quando ero più giovane, i collector della mia età non potevano permettersi un’opera di un loro coetaneo. L’arte più interessante la poteva comprare solo chi aveva grande potere economico ed erano spesso persone di una generazione in più. Questo è il primo momento in cui non si guarda solo indietro, all’arte del passato, ma si può guardare di fianco a noi, all’arte del presente.

Cosa pensi della tecnologia NFT?
Credo che l’NFT sia una tecnologia molto valida per autenticare l’opera d’arte, qualunque essa sia, e penso che verrà utilizzata sicuramente anche nel mondo dell’arte tradizionale. Però, l’NFT come opera d’arte e i criptoartisti che utilizzano l’NFT come unica forma d’arte stanno prendendo una direzione diversa. Le dinamiche del mondo della Cripto Arte cambiano continuamente, ogni tre mesi c’è qualcosa di nuovo e di diverso. Il gap tra il mondo NFT e il mondo dell’arte fisica è sempre più grande e i binari su cui viaggiano ormai sono due binari separati, dal punto di vista delle dinamiche e dal punto di vista delle modalità in cui le opere vengono fruite e vendute.

Cosa ti aspetti dal futuro di questo mondo?
Il futuro di questo mondo è assolutamente roseo. Quando si abbatteranno le barriere tecniche, questa tecnologia avrà utilizzi molto più semplici e diventerà uno standard di cui non ci accorgeremo nemmeno.

Cosa pensi del metaverso?
Il metaverso esiste già da tantissimo, ma in una forma acerba, che deve ancora svilupparsi per sfruttare tutte le sue potenzialità. Io penso al metaverso come a qualcosa di strettamente legato al concetto di avatar e in cui sarà possibile creare e vivere più livelli della realtà. Esisteranno tante dimensioni, tante realtà e tanti metaversi differenti. Alcuni pensano che i metaversi si uniranno e creeranno un unico grande metaverso, ma io credo che questo sia controproducente. Nasceranno molti differenti metaversi e rimarranno tali.
Mi immagino anche che ogni oggetto potrà avere un mercato fisico e un mercato differente per ogni metaverso e gli NFT saranno al centro di questo business.

Stai lavorando a qualcosa adesso? Puoi parlarcene?
Sto lavorando a tante cose. Adesso mi potete vedere in mostra al MEET di Milano con l’installazione The Lift, questo progetto è solo un inizio: tutto il mondo 3D che ho creato per il lavoro al MEET e i suoi asset digitali sono i primi passi verso la creazione di una mia realtà online. Sto allenando un’intelligenza artificiale e sto creando degli shader per poter creare oggetti digitali che abbiano la mia impronta stilistica. Sto cercando di realizzare un’enorme tavolozza per poi creare il mio metaverso. Sarà un mondo completamente navigabile, dipinto da me, e sarà il contenitore di tutto quello che farò da qui in avanti. Un mondo creato da me – che poi è quello che ho sempre fatto – fruibile online.

Dove ti troveremo tra un anno?
Difficile darti una risposta. Sono stato totalmente preso negli ultimi tempi dal progetto per il MEET. Oltre ai lavori cui ti ho accennato, nei prossimi mesi avrò un grande progetto a Dubai e uno a Miami.

Alessio Tozzi

https://fabiogiampietro.com/

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