Moda e arte: passato e presente della maison Schiaparelli

Protagonista delle passerelle durante la recente fashion week parigina, la maison Schiaparelli tiene vive la memoria e l’estetica della sua leggendaria fondatrice. In stretta collaborazione con gli artisti

È uno dei nomi appartenenti alla moda da sempre associato all’arte e sinonimo di avanguardia. Elsa Schiaparelli (Roma, 1890 – Parigi, 1973) ha segnato la storia grazie alle sue invenzioni, dal rosa shocking alle illusioni ottiche (trompe-l’œil) fino alle collaborazioni con gli artisti delle avanguardie, primi fra tutti Salvador Dalí a Jean Cocteau. Insieme a Chanel segna un’epoca, ma Schiaparelli resta un fenomeno più artistico, mentre la sua rivale diventa una multinazionale. Sette anni di differenza e due vite parallele da un punto di vista intellettuale e stilistico, Coco e Schiap non si incontreranno mai. Oggi l’heritage di questi due brand continua e si rinnova grazie a Virginie Viard ‒ direttrice creativa della maison ed erede di Karl Lagerfeld ‒ e a Daniel Roseberry, che dal 2019 è il direttore creativo della maison Schiaparelli. Entrambi i brand sono stati protagonisti di spettacolari fashion show per l’Haute Couture di Parigi con due visioni dell’alta moda che si confermano diametralmente opposte.

LA STORIA DI ELSA SCHIAPARELLI

Elsa nasce da una famiglia illustre di fine Ottocento: la madre proveniva dall’aristocrazia napoletana, il padre era invece professore universitario, fratello di Giovanni Virginio Schiaparelli. Suo zio Giovanni era uno degli astronomi più famosi d’Italia, che intuisce subito le potenzialità della nipote. Un giorno le unisce i nei sulla guancia con una matita dicendole che quella è l’orsa maggiore. Anni dopo la costellazione verrà trasformata da Elsa in una spilla. Un tema che è stato ripreso di recente nell’ultima sfilata Haute Couture. Viene costretta a studiare lettere e filosofia. A Londra nel 1914 incontra il conte William de Wendt de Kerlor, un teosofo esperto in esoterismo con il quale si sposa. Si trasferiscono a New York, alternando soggiorni a Nizza, dove stringe amicizia con la moglie del pittore Francis Picabia, che la introduce nel giro degli avanguardisti. Il matrimonio dura ben poco ed Elsa divorzia dal marito e con la figlia si trasferisce a Parigi. Poco tempo dopo la sua amica Blanche Hays le chiede di accompagnarla dallo stilista Paul Poiret nel suo atelier. Poiret rimane ammaliato dal suo lungo e intenso viso e dal corpo androgino, e lei diventa sua allieva. Tra le creazioni che hanno reso riconoscibile lo stile Schiap, nel 1927 realizza il maglione trompe-l’œil, pullover nero decorato con bianche geometriche déco e un grosso fiocco surrealista rosso disegnato. Fino ad allora considerato un indumento a uso puramente pratico, il maglione della Schiapparelli diventa un best seller in Europa e negli Stati Uniti. La stilista è passata alla storia non solo per aver intuito le potenzialità del prêt-à-porter, ma anche per le sue creazioni di alta moda e la concezione della sfilata intesa come commistione tra arte, musica e moda, collaborando con Dalí e Picasso.

Elsa Schiaparelli, Skeleton Dress, 1938

Elsa Schiaparelli, Skeleton Dress, 1938

ELSA SCHIAPARELLI E GLI ARTISTI

La prima collezione chiamata N°1 è datata gennaio 1928, realizzata in maglieria di lana, cotone e filato di organza. Da sempre crea prodotti innovativi dal punto di vista dei tagli, ad esempio quelli aerodinamici, e dei materiali, con la produzione di borse di metallo e gli abbinamenti della lana con seta, gomma o pelle. Nel 1930 sviluppa il “cappello matto” (mad cap), fatto a maglia e dotato di punte che si potevano modellare in diverse forme. La maison diventa punto di ritrovo per artisti quali Duchamp, Man Ray, Picasso e Dalí. Con loro realizzò pezzi come il bracciale di metallo e pelliccia con Meret Oppenheim, gioielli disegnati dalla Triolet e venduti dal marito Louis Aragon, spille con Giacometti, e i guanti dipinti da Picasso. Da questi ultimi derivarono poi dei guanti neri con unghie di pitone rosso, anelli, artigli dorati e cicatrici, ispirati alle opere di Man Ray. Nel 1936 lancia il colore rosa shocking, identificato con il suo nome, che diventa subito un successo, venendo indossato da Marilyn Monroe ne Gli uomini preferiscono le bionde. Shocking è il nome del suo profumo iconico racchiuso nella boccetta a forma di busto femminile disegnato dalla pittrice Leonor Fini. Le linee della boccetta sono ispirate alle curve di Mae West e a quelle di Marilyn Monroe. Lo stesso anno Dalí dipinge l’aragosta con foglie di prezzemolo su un abito da sera in organza e il tailleur su cui erano sparse labbra rosse abbinato a un cappello a forma di scarpa a tacco alto rovesciata. Dopo un periodo a New York, Elsa torna a Parigi subito dopo la guerra, assume giovani promesse della moda come Hubert de Givenchy e Pierre Cardin. Nel dopoguerra non ebbe però il successo degli anni precedenti: il crollo della maison iniziò soprattutto dopo la presentazione della collezione New Look di Christian Dior del 1947, che segnò il declino della silhouette femminile secondo Schiaparelli. Nel ‘54 è costretta a chiudere la maison, e 19 anni dopo morirà nella città che ha accolto la sua carriera da stilista, Parigi.

Lady Gaga e Schiaparelli

Lady Gaga e Schiaparelli

LE EVOLUZIONI DELLA MAISON SCHIAPPARELLI

Un’estetica così forte non è semplice da traghettare nell’epoca moderna. Nel 2010 il marchio Schiaparelli è comprato dall’imprenditore italiano Diego Della Valle, che ne ha rilevato anche l’archivio. Prendono forma diverse collezioni firmate da Christian Lacroix, seguito da Marco Zanini e nel 2015 da Bertrand Guyon, che presenta la prima collezione prêt-à-porter per l’estate 2016. La vera svolta arriva nel 2019 con la nomina di Daniel Roseberry, designer che è riuscito nell’ardua impresa: rendere cool, portabili e desiderabili i capi e gli accessori che, sebbene rivisitati, portano in sé il DNA degli Anni Trenta, dell’avanguardia artistica di quel tempo, dell’heritage di Elsa. Roseberry riprende la visione surrealista e tutti i codici estetici della fondatrice, traducendoli in capi couture indossati da star come Lady Gaga e Beyoncé ai Grammy Awards. Dopo due anni di presentazioni digitali, il brand torna a sfilare al Petit Palais di Parigi con l’Haute Couture primavera/estate 2022. La collezione An Age of Discipline è costruita sul concetto di rigore: una processione di abiti cosparsi di simboli legati alla religione, all’astronomia, come pianeti e rosari che diventano oggetti votivi destinati al culto del Bello. Forte la presenza dell’oro e di ricami scultorei e di preziosi inserti metallici, un omaggio alla figura della sacerdotessa pagana, che si inserisce nel bagaglio simbolico della maison, legato ad astrologia e onirismo.  Gli abiti couture rivelano un’attitude sacra, corpetti metallici che esaltano la silhouette del corpo, simboli religiosi come croci, aureole, lacrime scintillanti che colano sul volto delle modelle. Immensi cappelli, abiti scultorei con costruzioni metalliche, volumetrie studiate a tutto tondo e finissime decorazioni in oro con parti di foglia d’oro 24 carati. “Dopo due anni passati a pensare al surreale, mi sono ritrovato invece a pensare all’empireo: Il cielo come luogo di fuga dal caos del pianeta, ma anche la casa di una mitica sacerdotessa, allo stesso tempo dea e aliena, che potrebbe in effetti camminare tra noi. Un essere i cui abiti sfidassero le regole della gravità“, conclude Roseberry.

Federico Poletti

https://www.schiaparelli.com

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Federico Poletti

Federico Poletti

Eclettico, nomade e multitasking: questi sono gli aggettivi che meglio definiscono l’orizzonte creativo e professionale di Federico Poletti. Milanese di adozione, parte da una formazione accademica nell’arte (laureato in Conservazione dei Beni Culturali) per arrivare a una visione della moda…

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