Crisi energetica e mondo della cultura. Problemi e potenzialità

La crisi energetica è un problema che riguarda anche musei e istituzioni, chiamati a fronteggiare l’aumento del prezzo delle risorse senza abbassare la qualità dell’offerta culturale. Abbiamo cercato di approfondire l’argomento

Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; […] le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, […] e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta”.
Era il 1909 e Filippo Tommaso Marinetti, nel suo Manifesto del Futurismo, decantava con esaltato fervore il progresso dei suoi tempi, figlio dell’avvento dell’elettricità e delle macchine, diventati simboli di un capitalismo che guardava al futuro con sguardo ottimista e fiero (se non addirittura aggressivo). Proprio l’energia elettrica diviene, per i futuristi, una sorta di avamposto allegorico per celebrare una certa energia “superomistica” che aleggiava nella società e nella politica di quei tempi: in non poche opere di pittori futuristi, essa è protagonista indiscussa, scagliando con violenza fuori dalla tela secoli di raggi di sole e chiari di luna, come nella eloquente Lampada ad Arco di Giacomo Balla. È passato poco più di un secolo da questa temperie che guardava al domani con inesauribile energia, eppure quest’ultima, in alcune sue forme, pare adesso destinata a diventare un lusso per pochi, facendosi portatrice di un clima di preoccupazione e incertezza.

Museo dell'Energia, Montalto di Castro. Photo © Wolf Visualization Agency. Courtesy ACPV ARCHITECTS

Museo dell’Energia, Montalto di Castro. Photo © Wolf Visualization Agency. Courtesy ACPV ARCHITECTS

LO SCENARIO ATTUALE

Chissà cosa penserebbe Marinetti, se vivesse nella nostra epoca, della sempre più allarmante crisi energetica che da mesi è al centro delle nostre quotidiane incombenze, tra oscillazioni del prezzo di gas e petrolio e bollette sempre più esose. Un pensiero fisso oramai, soprattutto da quando è scoppiato il conflitto tra Russia e Ucraina, con la prima che minaccia di “chiudere i rubinetti” all’Europa. In realtà la guerra ha solo accelerato un processo che è in corso da tempo: le fonti di energia di cui noi facciamo più largo uso sono quelle definite esauribili e, per loro stessa natura, a un certo punto non saranno più sufficienti per tutti. Se a questa condizione lapalissiana aggiungiamo anche il peso di oltre due anni di pandemia e di pruriginose situazioni geopolitiche, è semplice comprendere che quello attuale è uno scenario critico, e tale scenario sta mettendo in allarme qualsiasi settore dell’economia, nessuno escluso.

Pinacoteca di Brera, Milano

Pinacoteca di Brera, Milano

LA SOLUZIONE È SPEGNERE GLI INTERRUTTORI?

Non è una soluzione che può essere adottata a lungo termine, ma in questa fase tentare di limitare il più possibile l’utilizzo di energia può contribuire a tenere sotto controllo, per quanto possibile, costi diventati già esorbitanti. Stando ai dati riportati da ARERA – Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, per il quarto trimestre del 2022 è previsto un aumento delle bollette della luce pari al 59%; inoltre, “nel terzo trimestre 2022, il prezzo unico nazionale dell’elettricità (PUN) è pressoché raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2022, e quasi quadruplicato rispetto al livello medio del corrispondente trimestre del 2021”, sottolinea ARERA. È tempo di austerity, insomma, e le amministrazioni locali iniziano seriamente a fare i conti con il caro bollette, con sindaci che preannunciano tempi cupi: è il caso di Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, che ha ipotizzato la necessità di tenere al buio la Mole, il Palazzo Reale, il Palazzo Civico e il Lungo Po – oltre a preannunciare che, se la situazione non dovesse migliorare, potrebbe essere ridotto anche il servizio di trasporto pubblico –; e si unisce al coro anche il Comune di Milano, che potrebbe tenere accese le luminarie natalizie con orari ridotti, oltre a optare, per i propri dipendenti, per forme di  smart working “risparmia-energia”. “Come affrontare i rincari di energia?”, “quali strade possono essere intraprese per superare la crisi energetica?”, sono domande che nell’ultimo periodo non risparmiano nessuno, pubbliche amministrazioni, aziende, privati cittadini, e nemmeno il mondo della cultura: musei, biblioteche, parchi archeologici, monumenti e siti storico-artistici di ogni sorta – e naturalmente cinema, teatri e sale concerti – come faranno a garantire i loro servizi alla comunità, assolvendo quindi alle loro funzioni di conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio, se diventerà proibitivo l’utilizzo di elettricità e gas?

Triennale di Milano. Photo © Gianluca Di Ioia

Triennale di Milano. Photo © Gianluca Di Ioia

L’IMPATTO DELLA CRISI SUI MUSEI EUROPEI

A lanciare l’allarme è NEMO – Network of European Museum Organisations, rete delle organizzazioni museali europee che lo scorso settembre, alla luce del progressivo aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas, ha rivolto un appello ai responsabili politici affinché facciano il possibile per permettere ai musei di restare aperti. “Per l’autunno e l’inverno sono previsti aumenti significativi dei costi dell’elettricità e del riscaldamento a causa dell’eccezionale aumento dei costi energetici nel mercato mondiale”, sottolinea NEMO. “I musei di tutta Europa sono stati messi alla prova da due anni di numero notevolmente ridotto di visitatori a causa della pandemia, portando a perdite di entrate senza precedenti. I musei e altre organizzazioni culturali di solito hanno budget fissi per i costi di gestione, che includono i costi energetici. Negli ultimi anni, i costi energetici sono stati relativamente bassi e i musei adesso sono preoccupati per l’aumento dei prezzi in questo e nei prossimi anni, dato che per questo inverno alcuni musei prevedono nelle bollette un aumento dei costi fino al 400%”.
Il Network inoltre sottolinea come alcune soluzioni atte ad attutire il colpo a brevissimo termine – il tanto decantato spegnimento anticipato degli interruttori – in realtà non abbiano alcun impatto decisivo sulla risoluzione del problema, ma che vadano a ledere la missione stessa delle istituzioni museali: “Gli spazi e le offerte culturali sono estremamente importanti per la coesione sociale e il benessere personale in tempi di crisi. Il settore culturale in Europa è ancora in stato di emergenza a causa del perdurare dell’impatto della pandemia. NEMO è preoccupato per possibili nuove chiusure e drastiche riduzioni dei servizi e degli orari di apertura dei musei a causa dell’aumento dei costi energetici. La chiusura e/o la riduzione dei servizi dei musei ha un impatto minimo in termini di risparmio energetico, ma ha un impatto significativo sul tessuto culturale e sociale dell’Europa”.
Nel frattempo, però, i musei e i siti culturali di molti Paesi europei hanno optato proprio per lo spegnimento anticipato delle luci per tamponare il rincaro delle bollette. A Parigi la Tour Eiffel, la Piramide del Louvre e anche la Reggia di Versailles, la sera, vengono lasciate al buio anticipatamente, mentre nel Regno Unito si prefigura l’ipotesi, in vista dell’inverno, di utilizzare i musei come “rifugi” per il freddo, destinazione d’uso, questa, che però non sarebbe attuabile dato che molte istituzioni stanno optando per la riduzione degli orari di apertura al pubblico. In Germania, la Deutsche Museumsbund (Associazione dei Musei Tedeschi) ha redatto un elenco di linee guida rivolte alle istituzioni culturali per contrastare il rincaro energetico; tra quelle messe in atto, il limite massimo consentito per il riscaldamento degli edifici pubblici, che non deve superare i 19 gradi.
Di fronte a un tale quadro, quali sono i provvedimenti chiesti da NEMO agli attori politici per garantire ai musei di perseguire la loro missione nei confronti della società? “Aumentare il budget operativo per i musei” per far fronte ai rincari; dotare le istituzioni museali di “fondi aggiuntivi per il 2022 per ulteriori pagamenti”; l’aumento del budget “per i costi fissi operativi secondo necessità per il 2023 e oltre”; mettere a disposizione fondi aggiuntivi “per investire nelle infrastrutture, così che gli edifici possano essere mantenuti in modo più efficiente dal punto di vista energetico, ecologico e sostenibile”.

Museo Egizio, Sala 14a, Galleria dei Re, Torino

Museo Egizio, Sala 14a, Galleria dei Re, Torino

ENERGIA E MUSEI ITALIANI. IL PNRR

Efficienza e transizione ecologica sono quindi le risposte al problema del fabbisogno energetico, puntando a fare uso di fonti di energia rinnovabili. Un’operazione complessa – dal punto di vista politico e pratico – ma non impossibile, nonostante l’urgenza dei tempi richieda interventi repentini. Anche le istituzioni culturali italiane si ritrovano a confrontarsi con il tema della transizione ecologica, e non a caso questo è uno dei punti principali delle misure previste, in ambito culturale, dal PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, inserito all’interno del progetto europeo di ripartenza “Next Generation EU”. 300 milioni di euro sono infatti destinati al miglioramento dell’efficienza energetica in cinema, teatri e musei: “A causa delle strutture invecchiate, gli edifici sono altamente energivori e costosi nei servizi di manutenzione per far fronte alle crescenti esigenze di aria condizionata, illuminazione, comunicazione e sicurezza”, si legge sul sito web del PNRR Cultura. “L’intervento è quindi finalizzato al risparmio energetico e agli obiettivi ambientali. L’intervento genera anche effetti significativi sul rilancio degli investimenti attivando il settore delle costruzioni e dell’impiantistica, nonché il mondo dei professionisti e tutti gli altri settori produttivi che operano nella progettazione di materiali e tecnologie per il settore dell’efficienza energetica”. Stando ai programmi del Piano, entro settembre 2023 sono previste operazioni atte alla riqualificazione e all’efficientamento energetico di cinema, teatri e musei cui sono state assegnate le risorse, per arrivare così, a dicembre 2025, ad avere in Italia luoghi della cultura più green e certificati (con interventi realizzati in 55 musei statali e siti culturali, 230 teatri e 135 cinema).

MAXXI, Roma. Photo © Musacchio Ianniello

MAXXI, Roma. Photo © Musacchio Ianniello

L’ENERGIA È UNA QUESTIONE DI CULTURA (?)

Riqualificazione ed efficientamento energetico sono quindi passi necessari che i luoghi della cultura, musei in primis, dovranno intraprendere da qui al lungo termine, in linea con la visione e la missione che queste istituzioni perseguono. “Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità”, è uno dei passaggi chiave della nuova definizione di museo che l’ICOM – International Council of Museums (organizzazione internazionale fondata nel 1946 che rappresenta i musei e i suoi professionisti) ha approvato durante la 26esima Assemblea Generale Straordinaria tenutasi lo scorso agosto a Praga: è evidente quindi come la faccenda energia, in tutte le sue declinazioni, non sia un processo che riguarda soltanto dinamiche ecologiche, politiche ed economiche. Quella dell’energia è, ora come non mai, una questione di cultura.
Per comprendere perché concetti quali efficientamento energetico, transizione ecologica e sostenibilità siano prima di tutto una questione di cultura, può risultare utile chiedersi come “funzioni” tecnicamente l’energia, proprio nei luoghi in cui essa viene prodotta: le centrali, luoghi spesso protagonisti di interventi di riconversione e rinascita all’insegna dell’arte e della cultura. Nello specifico, ci siamo chiesti quali possano essere ragioni e obiettivi sottesi alla riconversione di una centrale elettrica, e abbiamo posto questa domanda a Fabio Cataudella, Head of development and portfolio evolution – hydro, geo, thermal generation – egp & thermal generation di Enel Group: “Da alcuni anni ci siamo posti il problema di dare nuova vita ai siti industriali di centrali termoelettriche in coerenza con il processo di transizione energetica verso un modello più sostenibile. Si tratta di siti che in molti casi hanno contribuito allo sviluppo industriale e sociale del Paese e sono fortemente legati ai territori che li ospitano. La prima valutazione”, risponde Cataudella, “è se gli impianti possano avere nuove potenzialità di sviluppo in ambito energetico: in questo caso Enel rimane proprietaria del sito e ne gestisce il processo di trasformazione. Laddove il potenziale di riqualificazione energetica non sia presente o lo sia solo in parte, si favoriscono l’integrazione e la riqualificazione con nuovi progetti imprenditoriali in ambiti differenti dalla produzione di energia con investimenti sostenibili complementari che possano realizzarsi su parte o sull’intera area degli impianti e che soddisfano le esigenze delle comunità in cui si trovano le strutture. In ogni caso, tutti i progetti devono essere improntati a criteri di innovazione e sviluppo sostenibile, oltre a creare valore condiviso per la comunità e il territorio circostante”.
Quello del riutilizzo o della riconversione delle proprie centrali energetiche è un percorso che Enel ha intrapreso da anni, con modalità e obiettivi che, a prescindere dalle peculiarità dei siti, ruotano attorno ai concetti di sostenibilità e dialogo con i territori. “Tra gli altri elementi chiave del processo c’è l’economia circolare: il nostro patrimonio industriale può essere valorizzato riutilizzando, laddove possibile, materiali e parti degli impianti stessi, per ridurre il consumo di materie prime, ma anche recuperando infrastrutture e spazi che possono essere mantenuti o convertiti a nuovi usi. Si tratta di un processo che abbiamo avviato in Italia alcuni anni fa e che oggi è diventato un metodo che applichiamo a livello globale”, continua Cataudella.

Museo dell'Energia, Montalto di Castro. Photo © Wolf Visualization Agency. Courtesy ACPV ARCHITECTS

Museo dell’Energia, Montalto di Castro. Photo © Wolf Visualization Agency. Courtesy ACPV ARCHITECTS

IL CASO DELLA CENTRALE DI MONTALTO DI CASTRO

Emblematica è, il tal senso, la storia della ex centrale elettronucleare di Montalto di Castro nel Lazio, la cui rinascita da parte di Enel si muove verso la strada del riutilizzo del sito sempre a scopi energetici e verso la realizzazione di un Museo dell’Energia, il cui progetto è firmato dallo studio ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel. Un centro culturale dedicato alla transizione energetica, che si estende per oltre 5mila metri quadrati, ai quali se ne aggiungono 15mila di spazi espositivi all’interno di due strutture esistenti, in cui troveranno casa installazioni d’arte e sale di approfondimento sui temi dell’energia e della transizione energetica. “Il progetto prevede anche un percorso di visita sopraelevato”, spiega Patricia Viel, “che circonda l’area e immergerà il visitatore in un paesaggio che ben restituisce la complessità del sito, con l’obiettivo di valorizzare e rendere accessibili manufatti dallo straordinario valore storico e architettonico”. Tornando alla struttura della centrale, di questa è in corso la demolizione dei gruppi a olio già dismessi, mentre è in progress da parte di Enel l’iter autorizzativo per poter realizzare sul sito un nuovo impianto fotovoltaico di circa 20 ettari. Un’altra area non più utilizzata per produrre energia è stata affittata da un’azienda del territorio specializzata nella fabbricazione di tracker, componente base per la realizzazione di campi fotovoltaici, favorendo così anche la filiera italiana delle tecnologie sostenibili e l’occupazione a livello locale. “C’è una forte coerenza tra le diverse realtà che andranno a comporre il sito di Montalto di Castro”, conclude Cataudella. “Il passato dell’energia, raccontato nel Museo, vivrà accanto al presente e al futuro, rappresentati dalle tecnologie utilizzate nella parte produttiva del sito”.

Olafur Eliasson, The Weather Project, 2003, Tate Modern, Londra

Olafur Eliasson, The Weather Project, 2003, Tate Modern, Londra

SOSTENIBILITÀ, ECOLOGIA, ENERGIE RINNOVABILI. L’ARTE E L’IMPEGNO SOCIALE DI OLAFUR ELIASSON

Nel 2003 la Turbine Hall della Tate Modern di Londra ospitava un’installazione che ha registrato oltre due milioni di visitatori, The Weather Project, un perpetuo tramonto creato dall’artista islandese-danese Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967). L’opera, attraverso uno schermo semicircolare, un soffitto di specchi, l’utilizzo della nebbia artificiale e un sistema di 200 luci a led a mono-frequenza, dava al pubblico l’illusione e la suggestione di trovarsi dinanzi al Sole al momento del crepuscolo, modellando così, attraverso l’utilizzo delle luci e dei colori, la percezione e la fruizione degli spettatori.
Un tema, questo, caro alla poetica di Eliasson, che va a compenetrarsi con quelli della sostenibilità e del cambiamento climatico, di cui l’artista da molti anni si è fatto portavoce, promuovendo e sostenendo progetti che puntano alla sensibilizzazione e alla conoscenza delle energie rinnovabili, tra tutte quella solare: ne è un esempio Little Sun, lampada portatile a energia solare ideata da Eliasson in collaborazione con l’ingegnere Frederik Ottesen con l’obiettivo di fornire luce pulita a oltre un miliardo di persone che vivono senza elettricità. Nata e progettata dal dialogo e il confronto con utenti etiopi, la lampada è a forma di meskel, in Etiopia simbolo di positività e bellezza, e l’obiettivo perseguito dall’artista è stato quello di distribuirla, a basso costo, nei Paesi africani, per un progetto che coniuga arte, sostenibilità ed economia sociale.
Al momento Eliasson ha ben due mostre personali allestite in Italia: al Palazzo Strozzi di Firenze prosegue fino al 22 gennaio Nel suo tempo, mentre al Castello di Rivoli ha appena inaugurato Orizzonti tremanti.

Piero Portaluppi

Piero Portaluppi

PIERO PORTALUPPI, L’ARCHITETTO DELLE CENTRALI ELETTRICHE

Al nome di Piero Portaluppi (Milano, 1888-1967), tra i nomi più importanti e influenti dell’architettura italiana, la cui attività ha attraversato gli anni compresi tra i Venti e i Sessanta, è legata la storia delle principali centrali idroelettriche italiane, edifici che, ancora oggi, si distinguono per le peculiari soluzioni stilistiche elaborate dal progettista, in linea con i dibattiti artistici e culturali di quegli anni, nonostante la loro destinazione industriale.
Dal 1912 – due anni dopo aver conseguito a Milano la laurea in architettura – Portaluppi inizia a collaborare con Ettore Conti, ingegnere e imprenditore cui si deve, con la nascita della Società Imprese Elettriche Conti, la realizzazione di numerose centrali elettriche nel Nord Italia. Tra le più note e importanti progettate da Portaluppi sono quella a Verampio (1912-17), che spicca per le sue citazioni medievali e nordeuropee, tra torri, bifore e forme ogivali; la centrale a Valdo (1920-23), esempio di eclettismo stilistico che guarda al passato ma anche agli esiti liberty e modernisti in voga in quegli anni; quella a Crevoladossola (1923-24), dal gusto decisamente Déco nelle sue ardite decorazioni; e poi, probabilmente tra le più iconiche, la centrale termoelettrica di Piacenza (1925-28), inaugurata nel 1929 e dismessa nel 1985, squisitamente liberty nelle decorazioni del prospetto, con forme a zig zag e geometrie evocanti fiori stilizzati che contraddistinguono finestre ed elementi in muratura della facciata. Nel 2003 l’ex centrale è stata restituita al pubblico come spazio per l’arte contemporanea con il nome “Officina della Luce”; nel 2007 il sito è stato dichiarato di interesse culturale.

Reggia di Caserta

Reggia di Caserta

COME STANNO REAGENDO I MUSEI ITALIANI ALLA CRISI ENERGETICA? LA RISPOSTA DEI DIRETTORI

D’arte antica e contemporanea, dimore storiche, edifici di nuova costruzione: sebbene abbiano storie, strutture e finalità differenti, tutti i musei del Paese, nessuno escluso, stanno affrontando il problema dell’efficientamento energetico, tra soluzioni da adottare nel breve termine per ridurre i consumi e quelle da mettere in pratica nel lungo termine per essere sostenibili. Abbiamo chiesto a presidenti e direttori di nove istituzioni museali italiane di raccontarci quali sono le difficoltà che stanno riscontrando in questa fase e che tipo di iter stanno intraprendendo in vista degli anni a venire.

Tiziana Maffei

Tiziana Maffei

TIZIANA MAFFEI – REGGIA DI CASERTA

La Reggia di Caserta ha dimensioni enormi: il solo Palazzo Reale ha una superficie di 138mila mq fuori terra e 45mila in terra. Il Parco Reale si estende per 1.230.000 metri quadrati. Il Complesso vanvitelliano ha un fabbisogno energetico molto importante e fa i conti con una struttura progettata tre secoli fa. Per ridurre i consumi, le soluzioni da noi adottate vanno dalla sostituzione di oltre 3mila lampade a risparmio energetico alla nuova centrale termica con generatori a condensazione di ultima generazione. Ad agosto l’ordine di servizio – Risparmio energetico e comportamenti responsabili – ha disposto l’obbligo per tutto il personale di assumere in ufficio condotte di attenzione agli sprechi. Inoltre con il PNRR è prevista la realizzazione dell’impianto di irrigazione che sfrutta l’acqua dell’Acquedotto carolino senza l’utilizzo di pompe a energia.

https://reggiadicaserta.cultura.gov.it/

Lorenzo Balbi. Photo Ornella De Carlo

Lorenzo Balbi. Photo Ornella De Carlo

LORENZO BALBI – MAMBO BOLOGNA

L’aumento dei costi dell’energia ha reso ancora più attuale il tema della sostenibilità energetica e del necessario ridimensionamento delle emissioni. Un argomento urlato con forza dai giovani di tutto il mondo nei Friday for Future e con cui anche il sistema dell’arte deve fare i conti. Il MAMbo – come tutti i musei AMACI – ha iniziato un percorso di adesione al programma Gallery Climate Coalition partendo da un’analisi approfondita dei propri impatti ambientali volti a stabilire un piano efficace di abbattimento delle emissioni. Nella primavera 2023 uscirà un bando del PNRR su questi temi e il museo ha l’obiettivo di arrivarci con un progetto esecutivo.

http://mambo-bologna.org/

Giovanna Melandri. Photo © Musacchio Ianiello Pasqualini

Giovanna Melandri. Photo © Musacchio Ianiello Pasqualini

GIOVANNA MELANDRI – MAXXI ROMA

Facendo un confronto con lo scorso anno, abbiamo stimato che, rispetto a quelli di dicembre 2021, i costi dell’elettricità per dicembre 2022 aumenteranno del 336%. Nell’immediato, abbiamo predisposto interventi per tamponare l’emergenza, come l’accensione delle luci delle mostre solo negli orari di apertura del museo (che da novembre saranno ridotti, dalle 11 alle 18). Nel lungo termine, la risposta strategica è nel progetto Grande MAXXI, con la realizzazione di un nuovo edificio multifunzionale e sostenibile, con tetto green e praticabile; la realizzazione di un’area di verde pubblico nella piazza del MAXXI che crei un’isola microclimatica capace tra le altre cose di abbattere la temperatura fino a 6 gradi, migliorando il microclima del quartiere Flaminio; la realizzazione di impianti fotovoltaici di ultima generazione per produrre energia, che saranno un prototipo per le coperture di edifici di pregio architettonico come quello di Zaha Hadid.

https://maxxi.art/

Martina Bagnoli

Martina Bagnoli

MARTINA BAGNOLI – GALLERIE ESTENSI MODENA

Il problema della crisi energetica non deve offuscare il problema della crisi climatica. Il museo deve farsi portavoce di cambiamenti attitudinali nei confronti del consumo energetico non solo per far fronte a costi proibitivi, ma anche per mitigare gli effetti delle emissioni sul clima. Le soluzioni sono quindi di breve e medio periodo. Nel breve ridurre al massimo i consumi comprimibili (quelli per le persone) attraverso impianti efficienti e regolamentazione delle temperature. A medio termine studiare metodi per ridurre i consumi oggi ritenuti non comprimibili (quelli per le collezioni) cercando di trovare parametri meno energivori.

https://gallerie-estensi.beniculturali.it/

James Bradburne. Photo © OMara

James Bradburne. Photo © OMara

JAMES BRADBURNE – PINACOTECA DI BRERA E BIBLIOTECA BRAIDENSE

L’aumento dei costi energetici certamente avrà un impatto drammatico sui costi di gestione delle istituzioni statali, ma noi abbiamo iniziato a massimizzare l’efficienza energetica molto prima della crisi attuale. L’agenda green è entrata nella nostra strategia fin dall’inizio del mio mandato e fa parte della nostra pratica odierna, naturalmente nei limiti posti dalla conservazione e il monitoraggio, ovvero senza compromettere le opere. Per esempio tutta la nostra illuminazione è a led da tempo, e questo costituisce già un grande risparmio. Inoltre stiamo per sostituire l’impianto di climatizzazione, che contribuirà ulteriormente a ottimizzare i consumi. Infine tre anni fa siamo passati all’acqua di pozzo per risparmiare sui costi energetici.

https://pinacotecabrera.org/

Carla Morogallo. Photo © Gianluca Di Ioia

Carla Morogallo. Photo © Gianluca Di Ioia

CARLA MOROGALLO – TRIENNALE MILANO

Quello dell’efficientamento e del contenimento dei costi dell’energia è un tema che Triennale si è posta da molti anni per la natura architettonica e funzionale dello spazio, che è complessa in termini gestionali. In questo momento critico, ci adegueremo al piano nazionale di contenimento dei consumi, pubblicato a settembre, che prevede una modifica degli orari di accensione degli impianti e delle temperature al pubblico, in relazione alla funzionalità degli spazi. L’elemento da privilegiare è sì il contenimento dei costi, ma senza compromettere la fruizione del Palazzo da parte del pubblico. Dalla fine del 2023 è previsto, grazie al sostegno del MiC con il Segretariato Regionale, l’avvio di un progetto di riqualificazione di tutti gli impianti e degli spazi a piano parco compreso l’isolamento dell’involucro. Il lavoro intrapreso è di medio-lungo termine con l’obiettivo di restituire un Palazzo rinnovato in termini impiantistici e di gestione degli stessi al fine di ottimizzare il comfort per gli utenti e la conservazione delle opere esposte.

https://triennale.org/

Cécilie Hollberg. Photo Dario Garofalo

Cécilie Hollberg. Photo Dario Garofalo

CECILIE HOLLBERG – GALLERIA DELL’ACCADEMIA DI FIRENZE

Il problema connesso all’aumento dei costi dell’energia elettrica ha assunto un livello di criticità anche per gli Istituti museali, sebbene non annoverati tra i soggetti fortemente “energivori”. La Galleria dell’Accademia di Firenze, nello specifico, ha rilevato un incremento del costo dell’energia elettrica, negli ultimi 25 mesi, di oltre il 320 %. Un dato allarmante che siamo riusciti ad ammortizzare grazie ai lavori fatti agli impianti appena ultimati. I lavori che abbiamo affrontato nella Galleria sono stati impostati nell’ottica dell’efficientamento e del risparmio energetico. Le sale del museo sono state dotate di nuovi impianti di illuminazione con l’impiego di tecnologie di ultimissima generazione a led. Analoga situazione anche per quanto riguarda gli impianti di condizionamento, completamente ammodernati. Le vetrate sono state rivestite di pellicole: oltre alla salvaguardia delle opere d’arte, il loro utilizzo è mirato anche al mantenimento delle condizioni climatiche.

https://www.galleriaaccademiafirenze.it/

Giulio Manieri Elia. Photo © Matteo De Fina

Giulio Manieri Elia. Photo © Matteo De Fina

GIULIO MANIERI ELIA – GALLERIE DELL’ACCADEMIA DI VENEZIA

Insostenibile la situazione delle utenze, passate da 260mila (I semestre 2020) a 490mila euro (I semestre 2022); grava soprattutto l’energia elettrica per impianti, collaudati nel 2013, di climatizzazione, basati su fan coil, e illuminazione a incandescenza e alogena. Abbiamo avviato una revisione del sistema di illuminazione con passaggio al led per due nuovi saloni e due sale minori (inaugurate ad agosto 2021 e nella primavera 2022). Inoltre, stiamo promuovendo interventi di miglioramento energetico, con 1 milione di euro assegnato sul PNRR per procedere con il led, per interventi sull’isolamento degli infissi e lavori di revisione degli impianti di climatizzazione. In contempo, è stata avviata un’analisi per individuare dove condurre ulteriori riduzioni. Rimane il problema di essere ospitati in edifici storici, vincolati, dov’è estremamente complesso intervenire per promuovere sistemi efficaci di isolamento termico, efficientamento o produzione energetica locale come, ad esempio, mediante pannelli solari.

https://gallerieaccademia.it/

Christian Greco

Christian Greco

CHRISTIAN GRECO – MUSEO EGIZIO TORINO

In questo periodo e fino a fine anno non registriamo alcun aumento nelle bollette. Per la fornitura di energia elettrica e gas avevamo stipulato tre anni fa un contratto a prezzi fissi. Dal primo gennaio però andremo incontro ad aumenti importanti. Abbiamo preventivato che alle tariffe attuali c’è il rischio di registrare maggiori costi fino a un massimo del 220% del totale pagato sulle annualità. Stiamo analizzando quali leve usare per arginare queste extra spese. L’attuale assetto impiantistico del Museo, che è stato protagonista di una ristrutturazione importante nel 2015, si avvale di soluzioni che riducono al massimo i consumi: pompe di calore, geotermia e illuminazione a led. I parametri di temperatura e umidità che devono essere mantenuti in sale e depositi del museo lasciano pochi margini di manovra. Ridurremo la temperatura invece negli uffici, prevedendo di spegnere in orario notturno riscaldamento e Wi-Fi.

https://museoegizio.it/

DA EX CENTRALI ELETTRICHE A MUSEI (E NON SOLO). I CASI PIÙ NOTI IN EUROPA

La questione energetica non è solo un problema di approvvigionamento delle fonti. L’evoluzione del sistema energetico e la necessità di rinnovare e adeguare ai sempre più attuali standard centrali e spazi produttivi porta in alcuni casi a dover dismettere questi ultimi. Cosa fare di queste strutture, impegnative dal punto di vista architettonico e anche storico, entrate a fare parte del contesto urbanistico e ambientale di un territorio? In tutto il mondo non mancano casi di centrali elettriche, nucleari e siti minerari dismessi riconvertiti ad altro uso, e in questi frangenti a entrare in ballo è spesso il mondo della cultura: molti di questi siti sono stati trasformati in musei (e non solo), assurgendo alla funzione di contenitore di opere ed eventi d’arte e diventando essi stessi luoghi di interesse storico-artistico.

Tate Modern. Photo courtesy of Tate Photography

Tate Modern. Photo courtesy of Tate Photography

LONDRA – TATE MODERN

Sorge nell’edificio dell’ex centrale elettrica progettata da Sir Giles Gilbert Scott, e costruita tra il 1947 e il 1963 nell’area di Bankside, sulla riva del Tamigi, la Tate Modern, museo facente parte del complesso della Tate dedicato all’arte moderna. Chiusa nel 1981, la centrale venne abbandonata, fino al 1995, quando la Tate incarica gli architetti svizzeri Herzog & de Meuron di riconvertire l’edificio a museo. Il progetto ha riportato in evidenza la struttura originaria della centrale, trasformando la sala delle turbine in area di ingresso ed espositiva, e l’area delle caldaie in gallerie. La Tate Modern è stata inaugurata nel 2000.

https://www.tate.org.uk/

See Monster

See Monster

WESTON-SUPER-MARE – SEE MONSTER

È una piattaforma petrolifera dismessa, riqualificata e riconvertita per essere “pioniera verso un futuro più verdeSee Monster, progetto che vede, sulle coste di Weston-super-Mare nel Somerset – per la precisione nel lido Tropicana –, la nascita di una grande installazione artistica concepita come parco pubblico finalizzato all’approfondimento di temi legati all’ecologia e alla sostenibilità. Cascate, giardini, spettacoli e attrazioni di ogni sorta pensati per bambini, adulti e famiglie sono i tratti salienti della programmazione di See Monster, con la direzione artistica di Patrick O’Mahony & Ollie Howitt.

https://seemonster.co.uk/

Battersea Power Station, Londra. Photo credit Brendan Bell

Battersea Power Station, Londra. Photo Brendan Bell

LONDRA – BATTERSEA POWER STATION

L’ex centrale termoelettrica entrata a fare parte dell’immaginario collettivo per essere apparsa sulla cover dell’album dei Pink Floyd Animals, a 40 anni dalla chiusura, il 14 ottobre 2022, è stata inaugurata al pubblico nella sua nuova forma, un polo multifunzionale con residenze, uffici, ristoranti, hotel, negozi, spazi dedicati alla cultura e un Apple Campus, per un progetto di restauro e riqualificazione a firma dello studio di architettura WilkinsonEyre.

https://batterseapowerstation.co.uk/

BERLINO – BERGHAIN

È considerato uno dei più importanti club di musica techno al mondo, aperto anche all’arte contemporanea, oltre a essere un “must see” per chiunque vada a Berlino: il Berghain. Il club nasce all’interno di un’ex centrale elettrica della Berlino Est, al confine tra i quartieri Kreuzberg e Friedrichshain e, oltre quell’austero involucro di ferro e cemento, si cela una delle scene creative più dinamiche ed esclusive della città e non solo. Nel 2014, in occasione del decimo anniversario dall’inaugurazione del club, è stata organizzata una mostra che ha visto la partecipazione di Norbert Bisky, Marc Brandenburg, Ali Kepenek, Sven Marquardt, Carsten Nicolai, Piotr Natahn, Friederike von Rauch, Sarah Schönfeld e Viron Erol Vert.

https://www.berghain.berlin/en/

Wunderland Kalkar

Wunderland Kalkar

KALKAR – WUNDERLAND KALKAR

Costruita a partire dal 1972, non può essere definita una “ex” centrale nucleare perché non è mai stata attivata, a causa delle proteste degli abitanti della zona (era appena accaduto l’incidente di Chernobyl). La centrale di Kalkar – al nord della Germania, quasi al confine con l’Olanda – negli Anni Novanta viene acquistata dall’imprenditore olandese Hennie van der Most, che la trasforma in un parco divertimenti con tanto di albergo e ristorante. La torre di raffreddamento dell’ex centrale è stata letteralmente desemantizzata: decorata con le immagini di un paesaggio montano, ospita al suo interno una giostra panoramica.

http://wunderlandkalkar.eu/

MADRID – CAIXAFORUM

Inaugurato nel 2008, il CaixaForum è un centro culturale che si trova poco distante dal Museo del Prado, dal Museo Reina Sofía e dal Thyssen-Bornemisza. L’edificio che ospita il CaixaForum un tempo fu centrale elettrica, chiamata “Central Eléctrica del Mediodía”, progettata nel 1899 dall’architetto Jesús Carrasco-Muñoz e dall’ingegnere José María Hernández. Nel 2001 la Fondazione La Caixa ha acquisito l’edificio, la cui riconversione a polo culturale è stata affidata allo studio d’architettura Herzog & de Meuron. È stata mantenuta la facciata originale dell’ex centrale, tratto distintivo del CaixaForum che, inoltre, si caratterizza per il suo giardino verticale progettato dal botanico francese Patrick Blanc.

https://caixaforum.org/es/home

MAAT Central Tejo, Lisbona. Photo © EDP Foundation

MAAT Central Tejo, Lisbona. Photo © EDP Foundation

LISBONA – MAAT

È una commistione di elementi storici e contemporanei il MAAT – Museum of Art, Architecture and Technology di Lisbona, situato sulle rive del fiume del quartiere di Belém occupando una superficie di 38mila metri quadrati. Il MAAT comprende la ex centrale elettrica “Central Tejo”, la cui costruzione risale al 1908, e il nuovo complesso progettato dallo studio di architettura londinese AL_A (Amanda Levete Architects). Le due architetture sono collegate, concettualmente e fisicamente, dal giardino progettato dall’architetto paesaggista libanese Vladimir Djurovic.

https://maat.pt/

CRACOVIA – CRICOTEKA

È ricavata dagli spazi dell’ex centrale elettrica di Podgórze, un distretto di Cracovia, la Cricoteka, il Centro per la Documentazione dell’Arte di Tadeusz Kantor, fondato dallo stesso regista di teatro polacco nel 1980 con il nome di Teatro Cricot 2. Dal 2014 l’istituzione ha sede nell’ex centrale elettrica, e si contraddistingue per il suo peculiare assetto architettonico: la storica fabbrica è abbracciata da una struttura contemporanea, per un complesso che comprende archivio, museo e centro di ricerca sull’opera di Kantor.

https://www.cricoteka.pl/pl/en/

V A C Foundation, Mosca, progetto di RPBW. Photo © Michel Denancé

V A C Foundation, Mosca, progetto di RPBW. Photo © Michel Denancé

MOSCA – GES-2

È stata inaugurata nel 2021 a Mosca GES-2 House of Culture, sede della V–A–C Foundation, istituzione fondata dal magnate e presidente della multinazionale del gas Novatek Leonid Mikhelson e dalla studiosa di arte e cultura russa Teresa Iarocci Mavica. Il nuovo centro culturale nasce negli spazi di un’ex centrale elettrica in disuso costruita nel 1907 e situata nel quartiere Bolotnaya, nel cuore della città, e il progetto di riconversione da centrale a museo è stato firmato dallo studio Renzo Piano Building Workshop. La GES-2 ha un’estensione di 34.400 metri quadrati, e comprende spazi aperti fruibili dai visitatori, aree per attività artistiche, residenze e un auditorium.

https://v-a-c.org/en/ges2

Centrale Montemartini, Roma. Photo Mimmo Frassineti

Centrale Montemartini, Roma. Photo Mimmo Frassineti

ROMA – CENTRALE MONTEMARTINI

È stata aperta nel 1912, rappresentando il primo esempio di impianto pubblico adibito alla produzione di energia elettrica della Capitale, la Centrale Montemartini, nel quartiere Ostiense, sulle sponde del Tevere. Dismesso intorno alla metà degli Anni Sessanta, l’edificio è stato protagonista di un importante intervento di restauro, attraverso il quale la centrale è stata destinata a spazio espositivo e centro multimediale. Nel 1997 al suo interno venne organizzata una mostra con reperti provenienti dai Musei Capitolini, dal titolo Macchine e dei, un ardito dialogo tra archeologia classica e archeologia industriale; dal 2001 la Centrale Montemartini è una sede distaccata dei Musei Capitolini.

https://centralemontemartini.org/

Centrale Fies Art Work Space. Photo credits Alessandro Sala. Courtesy Centrale Fies

Centrale Fies Art Work Space. Photo Alessandro Sala. Courtesy Centrale Fies

DRO – CENTRALE FIES

All’interno di una centrale idroelettrica risalente al 1911 e ancora attiva sorge Centrale Fies, centro di ricerca per le pratiche performative contemporanee. Nel 1999, la Cooperativa Il Gaviale ottiene un comodato d’uso da Enel che consente la realizzazione di eventi culturali; tale comodato, negli anni, diventa permanente e oggi Centrale Fies è una delle realtà artistiche italiane più dinamiche e attive, organizzando al suo interno residenze che coinvolgono artisti di tutto il mondo. Il restauro degli spazi, su progetto dell’architetto Sergio Dellanna, conserva e valorizza la struttura originaria dell’edificio.

http://centralefies.it/

Desirée Maida

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #69

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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