A Parma l’assessore alla Cultura vuole diventare sindaco. Come successe a Bologna

Non è la prima volta che un assessore alla cultura si candida a diventare primo cittadino. È successo nell’ottobre 2021 a Bologna e potrebbe verificarsi nuovamente nella città emiliana. Un fenomeno da tenere d’occhio

Il 12 giugno 2022 a Parma si deciderà chi sarà a raccogliere l’eredità del primo cittadino Federico Pizzarrotti, sindaco uscente che nella città emiliana ha portato a termine due mandati. A presentarsi per il centro sinistra è Michele Guerra, classe 1982, già all’interno dell’attuale giunta in qualità di assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili. Parma potrebbe quindi guadagnare un nuovo sindaco con alle spalle cinque anni di esperienza in politiche culturali, un caso analogo a quanto successe già nel 2021 a Bologna, con Matteo Lepore, uscito poi largamente vincitore dalle elezioni. La storia potrebbe quindi ripetersi, testimoniando una significativa trasformazione del peso della Cultura all’interno della vita pubblica delle città italiane e del ruolo dei relativi assessori che, più che coordinatori di eventi, manifestazioni e spazi, sono chiamati sempre più a rappresentare lo specchio valoriale di una città attraverso le proprie azioni e scelte. Un fenomeno sempre più evidente, che rispecchierebbe la presa di consapevolezza della necessità di iniziative che abbraccino l’arte, il cinema, il teatro, il turismo, che chiamino alla partecipazione pubblica e che contribuiscano a scrivere, in modo consapevole, la storia stessa di un territorio e delle persone che lo abitano. A maggior ragione a Parma, dove si è concluso l’anno della città come Capitale italiana della Cultura (iniziato nel 2020 e poi prorogato nel 2021 a causa dell’interruzione data dal Covid 19) e di cui la futura giunta comunale dovrà dimostrare di essere in grado di raccoglierne il lascito per dotare la città di spazi sempre più dinamici e significativi.  

Michele Guerra

Michele Guerra

MICHELE GUERRA A PARMA, DA ASSESSORE ALLA CULTURA A CANDIDATO SINDACO 

La delega alla Cultura, soprattutto in un forte momento di ripresa delle attività in presenza (come dimostrato dal profluvio e dalla varietà di festival culturali che stanno animando la penisola quest’estate, da nord a sud), può assumere sempre di più un ruolo in grado di lasciare un segno tangibile sulla città: accanto alle manifestazioni temporanee, può ridefinire l’assetto dei territori e l’aspetto urbano, come sta accadendo negli ultimi tempi a Milano, con progetti di riqualificazione capillari e riorganizzazione dei sistemi museali. A riprova di questa presa di consapevolezza, d’altra parte, è anche il caso di assessorati alla Cultura rimasti senza un delegato: ad esempio a Firenze in cui, dopo lo spostamento di Tommaso Sacchi verso Milano, il primo cittadino Dario Nardella ha deciso di farne le veci lui stesso invece di nominare un successore. Questo è avvenuto proprio per l’importanza strategica che la Cultura rappresenta per il capoluogo toscano. Ed è la consapevolezza che dovrà guidare, in caso di vittoria, anche l’operato di Michele Guerra, professore ordinario all’Università di Parma dove insegna Teorie del cinema, Storia e critica del cinema e Teorie e tecniche del cinema e dell’audiovisivo, autore di libri e saggi sul cinema italiano e americano. E che nel suo programma elettorale, composto da 32 punti, ha sottolineato come punti cardine delle sue proposte la sostenibilità, l’inclusività sociale e, naturalmente, l’apertura di nuovi spazi rivolti soprattutto ai giovani e improntati ad attività partecipative, educative e culturali.  

-Giulia Ronchi  

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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