La bellezza inclusiva disegnata da Jasjyot Singh Hans

Superano stereotipi e pregiudizi i corpi, soprattutto femminili, disegnati da Jasjyot Singh Hans, l’artista sikh promotore della body positivity

India. Massicce figure muliebri si abbandonano alla forza di gravità in voluttà, mollemente tese a ridefinire gli ideali correnti di bellezza e di corporature predefinite. Grosso è bello, giura Jasjyot Singh Hans: “Adoro disegnare donne grandi, con corpi a volte contusi e capigliature intrise di oli. Per me significa restare fedele a quanto mi sono sempre visto intorno, per recuperare ciò che mi sembra bello e con il mio lavoro metterlo in evidenza“.
Il mondo di questo artista e illustratore sikh – che si è formato al National Institute of Design di Ahmedabad e ha completato i suoi studi al Maryland Institute College of Art – è assolutamente e profondamente femminile. Le sue donnone di carnagione ambrata sfoggiano quasi sempre la voluminosa struttura corporea e le lunghe chiome tipiche delle donne sikh di mezza età. Hans, che ha avuto modo di collaborare anche con stilisti come Sabyasachi, le disegna con abiti sgargianti che esaltano le loro dimensioni, ma spesso e volentieri anche scopertamente nude. Nel primo caso (oltre che per Sabyasachi Couture, nel campo ha lavorato e lavora per Vogue ed Elle) nella sua moda riesce a mescolare abilmente vivide ispirazioni pop art e musicali tra Oriente e Occidente. Nel secondo caso, invece, sui temi della sessualità aleggia maestosamente la body positivity e anche un certo languido amor proprio.

Jasjyot Singh Hans, Bouquet

Jasjyot Singh Hans, Bouquet

LA BELLEZZA SECONDO JASJYOT SINGH HANS

Jasjyot Singh Hans tiene a sottolineare, tra estetica ed etica, che la bellezza risiede nella molteplicità: “Penso che sia importante diffondere una voce alternativa, affinché le persone non cedano alle idee predominanti su moda e bellezza. Il mio lavoro vuole dare una visione più inclusiva della moda e dell’immagine del corpo, vuole celebrare la quotidianità, vuole vedere la bellezza nella diversità”. E qui rivela in sovrappiù: “Disegno una persona non perché mi sembra interessante, ma perché sono io. Sono sempre stato grande e grosso e ho avuto problemi con la mia corporatura. E dire che i problemi di immagine corporea sono molto più comuni all’interno della comunità gay! Non ero a mio agio con il mio corpo e sapevo che dovevo amarmi di più. Quindi le donne che ho preso a disegnare sono diventate un’estensione di questo pensiero e ciò mi ha infine rinforzato. Loro si muovono con sicurezza, con o senza vestiti, non hanno paura di esprimere quanto provano, hanno il controllo completo della loro mente e del loro corpo. Sono grandi, sono audaci e splendide, e non aderiscono agli ideali ordinari di bellezza”.

Jasjyot Singh Hans, Tea & Shade II, 2018

Jasjyot Singh Hans, Tea & Shade II, 2018

I CORPI DISEGNATI DA JASJYOT SINGH HANS

Ecco dunque lunghissime trecce nere serpentine e volti spesso tenuti nascosti, tra pudore e vezzo. E un’appendice di estensione nel mondo gay, tuttora pure bisognoso di riscatti d’immagine. Non la finzione tutta brillante ed esteriore di Bollywood, ma la realtà in penombra delle case indiane, pulsanti di non meno intensi fremiti di vita. Hans, fin dalle sue serie di pubblicazioni personali, non a caso intitolate prima Sikh Femmes in Sick Fashion e poi Sikh Ladies in Sick Fashion, da un lato denuncia la diffusa abitudine di mostrare i corpi grossi come oggetti di scena, occasioni di scherzo, caricature comiche; e dall’altro, ora identificandovisi, li celebra quale superamento consapevole di precedenti frustrazioni, corpi di cui rigettare la vergogna e invece da accettare con rispetto e ammirazione: “Io sono un sostenitore della bellezza in tutti i suoi colori, forme e dimensioni. Nei miei disegni di donne, spesso aggiungo qualche livido sui loro corpi, perché me li fa sentire più reali. Nelle persone cerco le imperfezioni, perché le rendono uniche, è un fatto prezioso. L’idea della perfezione non mi interessa molto”.
Altre forme di attrazione, altri aspetti di desiderabilità, altre occasioni di scambi di energia. Va bene così.

Ferruccio Giromini

https://www.jasjyotjasjyot.com/

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #68

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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