Corpo di donna e nuovi linguaggi. La mostra di Tomaso Binga a Firenze

Tomaso Binga porta nella galleria Frittelli il suo alfabeto di corpi femminili. Anche per denunciare la discriminazione di cui sono tuttora vittime le donne

La parola Revolution campeggia nelle sale della galleria Frittelli a Firenze, composta dalle lettere formate con posture di un medesimo corpo femminile nudo, quello di Tomaso Binga, al secolo Bianca Pucciarelli in Menna (Salerno, 1931). L’artista performer fa parte di “una generazione di artiste attive in Italia negli anni Sessanta e Settanta che, abbracciando le istanze del neo-femminismo, considerano il linguaggio, scritto e parlato, come una forma di espressione dalla cui formazione il soggetto donna è rimasto escluso”, come spiega la curatrice Raffaella Perna.

A me, 1976-77, scrittura desemantizzata su fotografia, 40 x 30 cm. Ph. Verita Monselles

A me, 1976-77, scrittura desemantizzata su fotografia, 40 x 30 cm. Ph. Verita Monselles

LA MOSTRA DI TOMASO BINGA A FIRENZE

Binga rievoca due momenti della sua ricerca: l’Alfabeto poetico monumentale (commissionato nel 2019 per la sfilata di Dior), già in strettissimo rapporto con la precedente serie dell’Alfabetiere murale (1976), che si propone come atto di disobbedienza rispetto alla semantica imposta sul corpo della donna. Rispetto al ’76, la riproposizione odierna dell’abecedario compone parole ‒ IoMe e Revolution ‒come atto politico: “Io lavoro sulla scrittura, non voglio inventare un nuovo codice, ma tentare un processo di desemantizzazione del codice verbale e una sua risemantizzazione diversa”, dichiarava Binga già nel ‘77.

Esse sono, 1977, collage e tecnica mista su cartoncino, 2 elementi 34,5 x 48,5 cm. Ph. Angelo Latronico

Esse sono, 1977, collage e tecnica mista su cartoncino, 2 elementi 34,5 x 48,5 cm. Ph. Angelo Latronico

LE OPERE DI TOMASO BINGA ALLA GALLERIA FRITTELLI

Le lettere del 2019 vivono su sagome di polistirolo, alte 160 centimetri, come la statura dell’artista: il materiale di scarto degli imballaggi protettivi dissacra la monumentalità storica del corpo di donna e ne denuncia la sua manipolazione e consumo. In mostra anche fotografie di azioni degli Anni Settanta e le sculture su polistirolo di mani e piedi Congiunte/Separate del 1973, con le più recenti opere su carta OperaPoesia (2017), ArteNatura (2021), AlphaSymbol (2022).

Neve Mazzoleni

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Neve Mazzoleni

Neve Mazzoleni

Neve Mazzoleni. Background di storica dell’arte e filosofa, perfezionata in management dell’arte e della cultura e anche in innovazione sociale, business sociale e project innovation. Per anni è stata curatrice ed exhibition manager della collezione corporate internazionale di UniCredit all’interno…

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