Cosa c’entrano de Chirico e la Metafisica ferrarese con la psichiatria?

Abbiamo chiesto allo psichiatra Adello Vanni di raccontarci la sua ricerca sulla pittura di de Chirico e sulla Metafisica ferrarese analizzate dal punto di vista psichico. Le sorprese non mancano

Le muse e le vergini inquietanti di Giorgio de Chirico (Giraldi, 2021) e La Ferrara delle Meraviglie (Faust, 2021) del professor Adello Vanni, psichiatra, sono i primi due libri di una trilogia sul tema della Metafisica ferrarese, nel periodo in cui i fratelli de Chirico si trovavano in città, coinvolti nella Prima Guerra Mondiale, insieme anche a Carlo Carrà, Mario Pozzati, Filippo de Pisis: il primo gruppo metafisico in Italia.
L’autore recupera le fonti, specialmente psico-biografiche, per poter chiarire maggiormente questo periodo della Metafisica, sia in pittura che in letteratura. Elabora alcune interpretazioni, che, integrate con quelle già acquisite, ci permettono di comprendere meglio la produzione del “grande metafisico”. Nel primo libro vengono interpretati i quadri detti “esterni ferraresi, con nuovi manichini” (1917-18), in particolare Le muse inquietanti (1918), Il Trovatore, Ettore e Andromaca (1917). Nel secondo libro viene raccontata la vita quotidiana degli artisti/soldati, utilizzando i loro scritti.

Adello Vanni, La Ferrara delle Meraviglie (copertina)

Adello Vanni, La Ferrara delle Meraviglie (copertina)

INTERVISTA AD ADELLO VANNI

Perché ha intrapreso un’indagine psico-biografica sull’opera di de Chirico?
Come psichiatra, tento di comprendere l’artista come fosse un paziente. La metafora della psicoterapia ben si adatta a de Chirico. Negli anni 1909-1912 e 1915-1918, infatti, egli soffrì di disturbi psichiatrici: dolorosi disturbi intestinali e nera melanconia. In questi periodi stava affrontando due importanti conflitti intrapsichici: il primo era terminare l’elaborazione del lutto paterno, il secondo era come affrontare il complesso di inferiorità verso il fratello Savinio. I quadri della Metafisica possono essere compresi psicologicamente come un diario della “malattia creativa” e della contemporanea “auto-terapia” dell’artista: sembrano essere messaggi che raccontano, attraverso un alfabeto simbolico personalizzato, il complesso binomio esistente nell’artista tra Vita e Arte.

Ci può spiegare il significato di “rivelazione”?
De Chirico scrive come le fasi della Metafisica siano state precedute da “rivelazioni”. Per lui la rivelazione consiste in due momenti: nel primo, intravede nuove “forme” espressive, spesso intuite nelle fantasticherie della convalescenza; nel secondo momento, l’artista deve entrare in una fase riflessiva, per comporre “scientemente” le forme nel quadro. A Ferrara de Chirico descrive chiaramente la prima rivelazione, quella del “Ghetto” e dell’“Addizione Erculea”, in seguito alla quale produsse i quadri degli “interni ferraresi” (1915-17). Sui quadri successivi, però, detti gli “esterni ferraresi” (1917-18), non descrive nessuna rivelazione. Perché?

Adello Vanni, Le Muse e le Vergini inquietanti di Giorgio de Chirico(copertina)

Adello Vanni, Le Muse e le Vergini inquietanti di Giorgio de Chirico(copertina)

LA METAFISICA DI DE CHIRICO

Quanto è rilevante la componente autobiografica nella Metafisica di Giorgio de Chirico?
Tutta la pittura metafisica è una continua rielaborazione di ricordi tratti dalla biografia personale e famigliare. Ad esempio Le Muse inquietanti raccontano la vicenda sentimentale tra l’artista e la fidanzata Antonia Bolognesi: questa relazione, però, era contrastata dalla baronessa madre; per evitare lo scontro, de Chirico non può scrivere nessuna rivelazione su questo quadro e su quelli coevi, nati dallo “spirito dell’amore”.

In che modo il periodo ferrarese è stato importante nello sviluppo della pittura metafisica?
Periodo importantissimo, sotto l’aspetto psico-biografico. Primo motivo: con i quadri detti “interni metafisici” de Chirico termina l’elaborazione del lutto paterno e finisce anche la nera melanconia. Secondo motivo: comincia a essere apprezzato, specialmente dal mercato francese pre-surrealista, per cui supera il complesso di inferiorità verso il fratello Savinio. “Riparati” questi due conflitti intrapsichici, l’artista termina l’ispirazione profonda della Metafisica. A Ferrara, infatti, muore la Metafisica.

La Metafisica, oggi, può ispirare gli artisti contemporanei?
Certo, la Metafisica di de Chirico è stata una luna di Saturno, ma di lune saturnine ce ne saranno molte altre.

Maria Palladino

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Maria Palladino

Maria Palladino

Maria Palladino, curatrice di eventi artistici e critico d’arte, si occupa dell’organizzazione di mostre d’arte contemporanea, dal progetto espositivo all’allestimento, presentazione, comunicazione e ufficio stampa dal 2003, operando con associazioni artistiche e nel contesto di gallerie e spazi istituzionali a…

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